"Se non si conosce l'amore nel senso pieno e assoluto del termine,
si può essere allegri ma non veramente felici,
si può godere ma non si conosce la gioia, si può agire ma non creare.
È la scoperta di una pienezza che l'amato ti dona in modo unico,
come cantava anche Rita Pavone in una canzone degli anni Sessanta:
«Come te non c'è nessuno. Tu sei l'unico al mondo»."Gianfranco Ravasi
Draco aprì gli occhi.
Un tenue raggio di sole gli illuminava il viso, infastidendolo.
Si mosse leggermente e si accorse di un peso sul lato sinistro del suo corpo.
Un bel peso. Un peso piacevole. E caldo. E morbido, e profumato...
Hermione.
Voltò il viso verso quella piccola creatura rannicchiata sul suo corpo. Era davvero incantevole.
Il viso dolce, la fronte distesa, le guance leggermente rosate e le labbra arricciate che davano l'aspetto di un piccolo broncio.
Una mano era poggiata sul petto del giovane, sotto al viso della riccia, mentre l'altra cingeva lo stomaco del biondo leggermente.
Le sue gambe erano attorcigliate a quelle del ragazzo ed emanavano tanto calore.
Sorrise. Quella ragazza era adorabile.
Così genuina e dolce in ogni cosa che faceva, anche nella posizione in cui dormiva.
Lo abbracciava con tutto il corpo, accoccolandosi alla ricerca di contatto e protezione e, allo stesso tempo, nel cercare ella stessa di donare altrettanta protezione.
Si guardò attorno, Draco, in cerca della sua bacchetta. La trovò lì a fianco.
Con un incantesimo appellò un orologio. Erano le sei e mezza. Ed era domenica.
Nessuno sarebbe salito sulla torre e loro avrebbero potuto dormire ancora per qualche ora.
La sera prima avevano parlato per ore ed ore, raccontandosi ogni più piccola sciocchezza su se stessi.
Era stato... Bellissimo.
All'inizio, Hermione era stata un po' titubante nel porgli le domande ma, poi, si era sciolta ed avevano così parlato di tutto.
Aveva scoperto molte abitudini e piccoli aneddoti della piccola caposcuola che non avrebbe mai attribuito a quella ragazza tanto perfetta.
La domenica, ad esempio, non si alzava mai prima di mezzogiorno. Adorava poltrire a letto col suo gatto, girandosi nel caldo abbraccio del piumone per ore.
E se qualcuno si azzardava a svegliarla, non solo s'arrabbiava come una piccola banshee, ma restava di malumore tutto il giorno.
Adorava fare scherzi ai suoi amici. Ecco, quello non l'avrebbe mai detto. Gli aveva raccontato che, un anno, assieme alla Brown, la Piattola e l'Indiana, aveva riempito le scarpe di tutti i ragazzi nel dormitorio con della schiuma da barba o del dentifricio. Questi - poveri sventurati - la mattina dopo, avevano ficcato i piedi in un ammasso gelatinoso e puzzolente.
Un'altra volta, aveva svuotato le boccette di shampoo dello Sfregiato e di Lenticchia e le aveva riempite con una tinta per capelli babbana ed i due, a doccia finita, avevano uno i capelli viola e l'altro azzurri.
Ma lo scherzo migliore l'aveva messo in atto ad Halloween.
Quella piccola sadica aveva fatto tremare di paura mezzo dormitorio Grifondoro!
Prendendo spunto dalla puntata di un telefilm che guardava da ragazzina – tale Dawson's Creek – aveva fatto prendere un infarto a tutti.
Per celebrare la notte di Halloween, avevano deciso di fare qualcosa di babbano. Chi meglio della ricciolina poteva conoscere le abitudini babbane?Lei aveva già preventivato tutto.
Aveva messo l'idea in testa alla Brown senza che questa nemmeno se ne accorgesse ed aveva messo a punto il piano.In sostanza, il 31 ottobre a mezzanotte, tutti i grifoni si erano riuniti in sala comune attorno ad un tavolo per... Richiamare gli spiriti. Hermione, con piccoli incantesimi, era riuscita, durante la seduta, a provocare rumori vari ed apparizioni, ma il colpo finale venne dato dalla scomparsa della luce. Le finestre s'aprirono sbattendo, tutte le candele si spensero sotto un soffio di vento ed un urlo lacerò l'aria. Per altri secondi infiniti ci fu il panico fino a quando la luce tornò.
Al ritorno della luce però, Hermione mancava all'appello. In compenso delle strisce di sangue – copioso sangue – facevano da decorazione a terra, come se qualcuno, mentre sanguinava, fosse stato trascinato. Potter, ovviamente, scattò in piedi e vide che quei segni portavano verso il dormitorio femminile. Impronte di mani e piedi insanguinate e strisce di sangue proseguirono per tutte le scale, fino alla porta della stanza della riccia.
Tutti i ragazzi, dietro Potter, entrarono nella camera che trovarono vuota. Le impronte, però, terminavano davanti all'armadio della ragazza.
Tutti spaventati a morte, s'apprestarono ad avvicinarsi. Fu sempre Potter ad aprire, dopo aver lanciato uno sguardo ai compagni con la bacchetta pronta.
Ed è qui che arriva il bello.
Aperta l'anta dell'armadio, un'Hermione insanguinata con tanto di gola tagliata, cadde di peso su Potter.
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D'ambra e di pioggia
Fanfiction[Harry Potter, Draco/Hermione] Hermione alzò lo sguardo verso il ragazzo, che la superava di una quindicina di centimetri buoni, e lì, i loro occhi si fusero di nuovo. Non si capiva se fosse l'argento a fondersi con l'oro o viceversa. Tanto sta, all...