Would it be a sin? If I can't help falling in love with you...

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"Love me tender, love me sweet, never let me go.
You have made my life complete, and I love you so.
Love me tender, love me true, all my dreams fulfilled.
For my darlin' I love you, and I always will.
Love me tender, love me long, take me to your heart.
For it's there that I belong, and we'll never part.
[...]
Love me tender, love me dear, tell me you are mine.
I'll be yours through all the years, till the end of time."

Elvis Presley, Love me tender




Verde.
Tutto era verde.
Un verde scuro e brillante, caldo come l'abbraccio di un bosco fresco e libero come le fronde degli alberi mosse dal vento.
Verde.
Le lenzuola, i drappi del baldacchino, le tende alla finestra, persino la vetrata stessa ed il colore dei raggi che da essa s'infrangevano sul pavimento di pietra.
Verde, il suo colore preferito, il colore della libertà e della natura, il colore della sua Casa, il colore del muschio di cui profumava sempre la sua pelle, della sua cravatta che molte volte aveva allentato e sciolto per poter toccare la sua pelle, calda.
Il mobilio e la sistemazione della camera era molto simile alla sua, se non fosse che il caldo mogano dei suoi mobili era stato soppiantato da un elegante nero ebano. Il letto troneggiava alla sua destra, un baldacchino scuro ricoperto da tendaggi e lenzuola verdi dai profili argentati che riflettevano la cupa ed avvolgente luce che le acque del Lago Nero riflettevano in quella stanza.
La scrivania era in ordine, alcuni libri impilati alla destra ed un paio di pergamene ancora non concluse al centro, la piuma nera sopra ad esse e la boccetta d'inchiostro a fianco a simbolo del lavoro non completato ma solo rimandato; a lato, una piccola libreria faceva mostra di molti titoli ed Hermione rimase interdetta alla vista di romanzi e raccolte babbani.
«Tu... tu conosci la narrativa babbana?»
«E la letteratura, il teatro, la poesia... Ricordi? Proprio qui abbiamo recitato un passo tratto dal Romeo e Giulietta.»
Gli aveva creduto subito, ma averne la prova concreta davanti agli occhi le fece perdere un battito.
Proprio all'altezza del suo viso, infatti, le tragedie di Shakespeare, finemente rilegate, facevano mostra di sé, assieme ad alcuni romanzi tra i più famosi di autori inglesi babbani, come la Austen, Dickens, le sorelle Brontë, Keats e Shelley, Tennynson, Kipling... Un vero e proprio piccolo patrimonio culturale.
Era meraviglioso.

Draco osservava la ragazza curiosare nella sua camera.
Beveva ogni suo movimento, ogni passo come se fosse un assetato nel deserto e lei una splendida fonte d'acqua fresca.
Ancora faticava a crederci.
Hermione Granger era in camera sua, nei sotterranei, nella Casa di Serpeverde.
Hermione Granger, quella Hermione Granger.
La ragazzina saccente e puntigliosa con la quale si era scontrato sin dal primo giorno di scuola, l'amica di San Potter e Lenticchia, la punta di diamante del Trio-sfigato-dei Miracoli. La ragazzina dal sorriso più dolce che avesse mai visto, che l'aveva incantato sul treno per Hogwarts, il primo anno; la ragazzina coi capelli impossibili e gli occhi liquidi che cercava di aiutare un compagno a cercare un rospo fuggito, la ragazzina che gli aveva fatto sentire una strana emozione nello stomaco, a soli undici anni; la ragazzina che gli aveva sempre tenuto testa, che non aveva mai pianto di fronte a lui, nemmeno quell'orribile giorno del secondo anno, quando l'aveva chiamata Mezzosangue... La ragazzina che al terzo anno l'aveva schiaffeggiato, che al quarto l'aveva stupito per la sua bellezza con quell'abito color pervinca mentre scendeva le scale del Salone finemente addobbato, la ragazzina che al quinto anno aveva tenuto testa alla Umbridge, che aveva fondato una resistenza nella scuola, che al sesto, nonostante tutte le prove portassero a lui, non aveva mai creduto potesse essere un crudele assassino, la ragazzina che era partita alla ricerca degli horcrux e poi era stata torturata in casa sua, da sua zia. La ragazzina che aveva sconfitto il mago oscuro più potente di tutti i tempi.
La donna che l'aveva amato con trasporto alla Stamberga Strillante, che gli aveva confessato il suo amore guardandolo negli occhi con tutto il coraggio che aveva, che si era aperta con lui, si era fidata, nonostante il male del passato.
La donna che amava più della sua stessa vita, che aveva sempre amato e che avrebbe continuato ad amare per il resto della sua esistenza.

La riccia si aggirava tra quelle mura come se fosse in un sogno, in un limbo.
Sentiva lo sguardo di Draco su di sé, sapeva fosse in attesa di una sua parola, un suo commento.
Ma le parole potevano davvero esprimere tutte le emozioni che sentiva scoppiare nel cuore e nello stomaco?
Le parole potevano davvero arrivare a disegnare i contorni dei sentimenti prepotenti che l'amore per quel ragazzo le scatenava dentro?
Le parole potevano davvero esprimere al meglio come si sentisse in quel momento?
Voltò il viso verso il ragazzo, rimasto in piedi accanto alla porta, senza riuscire a dire nulla.
Lui era lì, sporco di terra, coi capelli spettinati e la divisa stracciata, lo sguardo perso nei suoi occhi, completamente disarmato, arreso davanti a quei sentimenti così potenti.
Potevano le sole parole esprimere quel loro tumulto interiore?
No, non potevano.
Un sorriso.
Un sorriso dolce e sincero e due occhi trasparenti, pieni di tutti quei sentimenti e quelle parole impossibili da dire poiché nessun termine era ancora stato inventato per poter esprimere la grandezza di ciò che provavano erano ciò che Hermione rivolse a Draco, mentre quest'ultimo sentiva il sangue scorrergli velocemente, l'ossigeno scarseggiare ed il cuore pompare furioso per stare dietro a quell'attacco che la sua ragazza stava inconsapevolmente mettendo in atto.
Non mi guardare così, Hermione, o io... Io potrei morire, morire di gioia e d'amore.
Draco aveva le braccia lungo i fianchi, nessun appiglio in quel mare tempestoso di sentimenti, ed Hermione lo vide: era arreso e disarmato, era fragile ed umano, era innamorato.
Si avvicinò a lui lentamente, mentre gli occhi le divenivano quasi lucidi ed il cuore batteva furioso.
Pochi passi ed i loro visi furono a pochi centimetri l'uno dall'altro. Draco era lì, fermo ed immobile, troppo preso a guardare quella splendida creatura davanti a sé; Hermione lo guardò negli occhi, poi alzò una mano e gli sfiorò il viso, leggera.
Il biondo chiuse gli occhi al passaggio di quella delicata mano, per gustarsi il momento, per sentire il calore di quello sfioramento senza essere intralciato dalla vista che l'avrebbe fatto perdere in quegli occhi d'ambra meravigliosi; poi, però, aprì quelle pozze d'acqua e si pentì subito d'averli chiusi qualche attimo prima.
Hermione era lì, di fronte a lui, anch'ella completamente disarmata, le emozioni che premevano dai suoi occhi e si riversavano in quelli di Draco, potenti.
Lo carezzò ancora, gentile, a palmo aperto, mentre sentiva il cuore scoppiargli.
Draco alzò una mano ed andò a coprire quella di Hermione sul suo viso, restando così per attimi infiniti, occhi negli occhi ed il cuore scoperto, completamente.
Fu Hermione ad avvicinarsi ed annullare le distanze.
Piano, posò leggera le labbra su quelle di Draco, in un bacio casto, ad occhi aperti.
Fu uno sfioramento leggiadro, come un petalo che si posa sulla pelle.
Si staccò da lui, rimanendo però ancora ad un soffio dal suo viso, poi fece scendere la mano che aveva sul viso di lui per intrecciare le dita a quella del biondo che riposavano lungo il fianco, inermi.
Draco la guardò con occhi persi.
Si sentiva come un naufrago nel mare tempestoso dei suoi sentimenti.
Fu Hermione a prendere in mano la situazione.
Con un dolce sorriso e le guance lievemente rosate, fece pressione sulla mano di Draco e cominciò a muoversi verso la porta alla sua destra, Draco che la seguiva senza emettere un suono, ancora occhi negli occhi.
Arrivarono nel bagno della camera del ragazzo, Hermione a lui di fronte che continuava a guardarlo dritto negli occhi, il rossore che cominciava a diffondersi sempre più, soprattutto quando rilasciò la mano del ragazzo per andare a slacciargli la casacca della divisa.
Fu quello l'esatto momento in cui Draco riconnetté.
Il viso rosso, leggermente imbarazzato, le mani tremanti sui bottoni della divisa, gli occhi bassi... Draco deglutì e chiuse gli occhi, un profondo respiro a calmargli l'agitazione che imperversava dentro di lui; poi, bastò un attimo. I loro occhi s'incontrarono nuovamente ed entrambi si sorrisero, imbarazzati ma così dolci da far sciogliere il cuore.
Draco la guardò mentre piano gli sfilava la casacca, e portava le mani lungo le sua braccia per disfarsi di quell'indumento; poi passò alla maglietta che portava sotto, avvicinò le mani ai lembi lungo i fianchi e fece per sollevargliela, dopo che Draco ebbe alzato le braccia per agevolarle il compito.
Finalmente il petto bianco del giovane era di fonte ai suoi occhi, quella pelle calda che tanto bramava sentire a contatto con la sua.
Dolcemente, Hermione prese a passare le sue mani sulle braccia di Draco e poi sul petto, giù, lungo gli addominali e poi di nuovo su, verso il cuore. La riccia alzò lo sguardo incontrando due iridi adamantine sciolte dal desiderio.
Gli sorrise dolce e poi si chinò a baciare il petto del giovane.
Draco chiuse gli occhi quando le labbra di Hermione toccarono la sua pelle.
Merlino, che dolce tortura era quella...
Hermione baciava delicatamente il petto del ragazzo, per poi scendere a baciare lo stomaco, gli addominali, il basso ventre.
Quando la riccia s'inginocchiò, Draco credette di svenire.
Piano, gli slacciò le scarpe, prima una e poi l'altra, e Draco uscì da quelle costrizioni con lentezza, guardando Hermione come se ne dipendesse la sua vita, come se di fronte a lui ci fosse una Dea, la sua Dea.
Poi fu il turno dei calzini, anche questi tolti con lentezza estrema, mentre Draco chiudeva un attimo gli occhi per cercare un po' d'autocontrollo.
Fu in quell'istante che Hermione alzò lo sguardo e, con gli occhi incatenati a quelli di lui, fece scendere dolcemente i pantaloni della divisa da Quidditch, mettendo in mostra le lunghe gambe del biondo, che deglutì a fatica mentre i boxer di leggera seta grigia mal contenevano l'erezione che era nata spontanea al primo tocco delle labbra della ragazza sul suo petto.
Hermione arrossì leggermente mentre l'occhio cadeva proprio in quel punto delicato e Draco si riscoprì a sorridere teneramente alla pudicizia della giovane.
Hermione, però, riprese coraggio e sì alzò nuovamente.
Ora Draco era quasi nudo, soltanto i boxer a coprirgli un'ultima parte del corpo.
Hermione era ancora rossa in viso, dolce e tenera come mai era stata, e Draco non riuscì a frenare l'impulso di prenderle il viso tra le mani e baciarla.
La baciò in modo languido, lento e dolce, spazzando via l'imbarazzo del momento da quelle gote rosse.
Assaporarono l'uno la bocca dell'altra, il loro sapore ad unirsi e mischiarsi, le labbra a suggellare un amore tanto profondo da far tremare i cuori.
Quando si staccarono, gli occhi brillavano di così tante emozioni che quasi faticavano a contenerle.
Fu di nuovo Hermione a riprendere in mano la situazione.
Si staccò da lui ed andò verso la vasca da bagno. Aprì l'acqua del doccino, decisa ad utilizzare la doccia anziché tutta la vasca. Regolò l'intensità e, quando l'acqua divenne della giusta temperatura, tornò da Draco che la guardava rapito.
Lei sorrise dolcemente, poi si avvicinò a lui e, lentamente, gli tolse l'ultimo indumento che copriva il corpo del giovane.
Ora era completamente nudo davanti a lei, bello come il sole di settembre.
Hermione arrossì ancora un poco, poi gli tese una mano.
Draco l'afferrò subito e la giovane lo condusse verso la vasca.
Lo aiutò a superare le barriere di ceramica e lo fece entrare, poi si tolse le scarpe ed entrò nella doccia con lui, ancora vestita.
Draco la guardò, i vestiti che piano iniziarono ad inzupparsi d'acqua.
La domanda che stava per farle venne compresa dalla riccia prima ancora che il biondo aprisse la bocca.
Hermione sorrise e, con voce timida ma sicura, gli rispose guardandolo negli occhi grigi liquidi.
«Questa volta voglio fare qualcosa io per te» gli rispose semplicemente spingendolo sotto il getto della doccia.
Draco rimase spiazzato per qualche istante, poi s'aprì in un sorriso così dolce che Hermione dovette abbassare lo sguardo per la troppa intensità.
Draco rise leggermente ed alzò il viso della giovane che, seppur imbarazzata, gli sorrise. Decise, così, di lasciarla fare.
Non avrebbe mai creduto che potesse prendere una tale iniziativa.
Ben presto, però, si accorse che quello non era un semplice ed erotico preliminare.
Hermione aveva iniziato ad insaponarlo con cura, partendo dai capelli.
Aveva preso tra le mani un po' di shampoo e si era alzata sulle punte per insaponargli i capelli, mentre il ragazzo abbassava un poco il capo per agevolarle la missione.
Con cura cominciò a strofinare i capelli, massaggiandoglieli delicatamente e facendogli un dolce massaggio anche alla cute, tanto che Draco si sciolse piano piano, completamente assorbito da quelle dita che lo sfioravano delicate.
Dopo aver insaponato per bene i crini biondi del ragazzo, Hermione prese il doccino dal suo appoggio e sciacquò la chioma al ragazzo, mentre la schiuma bianca scemava verso la vasca ed il biondo di quei capelli cominciava a riapparire. Sempre con cura, poi, riappoggiò il doccino e prese tra le mani del bagnoschiuma.
Come aprì la boccetta, il profumo di muschio le invase le narici.
Ne versò un poco sulla mano sinistra e poggiò la boccetta a terra. Senza rendersene conto, poi, avvicinò le mani a coppa al viso, inspirando quel dolce profumo e sorrise, il tutto sotto lo sguardo intenerito del ragazzo.
Draco, infatti, completamente rilassato da quel massaggio capillare, aveva aperto gli occhi per trovarsi davanti quella scena: un'Hermione vestita e completamente zuppa che annusava col sorriso il suo bagnoschiuma.
Prima che la ragazza riaprisse gli occhi, lui li richiuse per non farle capire di aver visto tutto.
Quando le piccole mani di lei si posarono a palmo aperto sul suo petto, Draco riaprì gli occhi incontrando le iridi ambrate di Hermione.
Non resistette.
Le si avvicinò piano, sentendo le sue mani ed il suo corpo premersi contro il suo petto, e la baciò.
Solo un casto bacio a fior di labbra, ma fu abbastanza per far salire la temperatura.
Quando si staccò e la vide particolarmente accaldata, Draco sorrise felice nel sapere che l'effetto che lei aveva su di lui, anche lui l'aveva su di lei.
Si volevano.
Ripresasi dallo sbandamento emotivo, Hermione prese ad insaponargli il corpo.
L'idea della doccia le era sembrata carina per dimostrargli l'amore e la dedizione che aveva nei suoi confronti, ma ora iniziava a pentirsene un po'.
Fin quando erano i capelli andava bene, ora doveva insaponarlo...
Hermione avvampò quando, finito d'insaponargli il petto e le spalle, la via implicava l'insaponare parti ben più intime.
Draco sentì le mani di lei fermarsi sul suo basso ventre.
Aveva seguito ogni suo movimento guardandola in viso, seppur lei lo tenesse basso, ed ora le gote rosse spiccavano su quella pelle bianca.
Intenerito come mai prima d'allora, allungò una mano a coprire quella della giovane, giovane che alzò la testa di scatto incontrando due iridi pulite e gentili che la osservavano.
Sorrise imbarazzata, Hermione.
Quella situazione era nuova per lei.
Aveva fatto l'amore con lui, ma quello... Merlino, quel momento le sembrava ancora più intimo.
Capendo al volo i pensieri della ragazza, Draco mosse la mano che teneva su quella di Hermione verso la sua intimità.
Hermione sentì subito il contatto con la pelle bollente e liscia dell'erezione del ragazzo e sentì anche il piccolo gemito che lasciò le labbra del biondo.
Sentirlo così vulnerabile, però, le fece ricordare che lui era il suo ragazzo e che quella reazione nel suo corpo era scaturita per il desiderio che aveva verso di lei.
Non doveva vergognarsi o imbarazzarsi.
Piano, riprese lentamente le redini e Draco capì che poteva lasciarle la mano, seppur a fatica, perché era giusto che superasse quelle barriere di pudore con lui.
La giovane, infatti, continuò il suo lavoro ed insaponò per bene quella parte del suo corpo, strappandogli leggeri gemiti con solo dei piccoli sfioramenti, poi lo fece voltare e gli insaponò le spalle e la schiena, per poi scendere verso il fondo schiena, non prima d'averlo ammirato per bene.
Draco sentiva gli occhi di Hermione su di sé e sorrise di quello strano e splendido momento che stavano vivendo.
Dopo aver insaponato anche la parte dietro del corpo del giovane, Hermione lo fece voltare di nuovo e s'inginocchiò davanti a lui.
Il biondo, questa volta, dovette trattenere il fiato ed appoggiarsi al muro piastrellato dietro di lui.
Ma non si rendeva conto dell'effetto che gli faceva?
Hermione, inconsapevole del tumulto del giovane, prese ad insaponargli le gambe con cura.
Finita l'opera, riprese il doccino e sciacquò tutta la schiuma dal corpo del ragazzo, sentendo l'odore di muschio pervadere tutta la stanza.
Draco era rilassato dal massaggio della ragazza ma così pieno di desiderio verso di lei che faticava quasi a respirare.
Hermione, tranquilla, mise un po' di balsamo sui capelli di Draco, massaggiandogli nuovamente la cute e rilassando il ragazzo, quando poi glielo sciacquò dai capelli, si concesse di passare una mano tra quei crini bagnati, a lungo, sentendone ancora di più la setosità e morbidezza.
La sua mano, poi, scese sul profilo del ragazzo, fermandosi a coppa su una guancia morbida.
Hermione lo carezzò a lungo, gli occhi in quelli di lui, sempre così intensi, sempre così pieni d'amore.
Draco chiuse gli occhi e sospirò, la sua mano a ricoprire nuovamente quella di lei; poi un sussurro, dolce ed accorato, pregno di passione e sentimento, una dichiarazione di vittoria e sconfitta, una dichiarazione che metteva ogni arma nelle mani dell'altra.
Gli occhi aperti, lo sguardo pieno, le iridi trasparenti, Draco soffiò poche parole che andarono dritte nel cuore di Hermione.
«Io muoio, se tu mi tocchi»*
La giovane sgranò gli occhi ora lucidi d'emozione.
Sorrise dolcemente al ragazzo a lei di fronte, la mano ancora sulla guancia, le labbra a sfiorarsi nuovamente, delicate, caste, nel cuore un terremoto d'emozioni.
Poco dopo, Hermione chiuse l'acqua e si voltò per uscire a prendere un asciugamano per coprire Draco, ma il ragazzo la fermò prendendola per un braccio.
Hermione si voltò e lui la guardò come si guarda un'apparizione, l'amore negli occhi ed il desiderio nel corpo.
Aveva alla fine capito che la ragazza non voleva eccitarlo nella doccia ma prendersi cura di lui e questo l'aveva completamente destabilizzato ed emozionato.
Non era stato un giochino erotico e l'aveva capito nel momento in cui le sue mani si erano posate tra i capelli, nel momento in cui aveva realizzato che fosse ancora vestita perché voleva prendersi cura di lui e nient'altro.
L'aveva sfiorato, insaponato, carezzato come se tra le mani tenesse qualcosa di prezioso, leggera ed amorevole.
Nei suoi gesti non c'era erotismo volto a sedurlo, no.
Nei suoi gesti c'era cura, amore e dedizione.

Draco prese dolcemente il polso di Hermione e la fece voltare verso di sé, gli occhi ambrati interrogativi; poi, sempre con dolcezza, l'avvicinò a sé e prese a slacciarle la camicia, piano, con lentezza estrema.
Hermione era arrossita ed aveva cercato di allontanare le mani di lui, adducendo che non doveva ricambiare, che quello che aveva fatto, l'aveva fatto per lui, senza fini, ma Draco non l'ascoltò e continuò piano a spogliarla. Quando la cravatta e la camicetta finirono all'interno della vasca, ai loro piedi, il biondo alzò finalmente il viso verso Hermione.
Lei lo guardava imbarazzata, mentre un reggiseno in pizzo verde mostrava il bel seno della giovane e Draco s'abbeverava a quella vista.
«Non avere imbarazzo, Hermione. Voglio solo darti le stesse cure che tu hai riservato a me» la giovane a quel punto fece per rispondere, ma lui non la lasciò parlare.
«All'inizio ho creduto fosse solo un mero preliminare erotico – ed a quelle parole Hermione arrossì un poco e Draco sorrise dolce – poi, però, ho letto qualcosa di diverso nei tuoi gesti» disse leggero, mentre si perdeva in quegli occhi caldi.
«C'era cura e dedizione, amore ed affetto. Eri così leggera, come se tra le mani avessi qualcosa di prezioso. Ho sentito – la voce gli mancò un attimo, per poi riprendere – Ho sentito così tanto amore nei tuoi gesti che mi è girata la testa. Eri come... Eri come una madre che si prendeva cura del proprio bambino, eri... Eri l'amore, Hermione, l'amore fatto a persona ed a me non era mai capitato che qualcuno mi amasse anche solo con dei teneri gesti come quelli che hai fatto tu» concluse con la voce leggermente bassa e spezzata, mentre Hermione lo guardava con gli occhi lucidi.
Aveva capito, Draco, il gesto della ragazza.
Non c'era erotismo o passione sfrenata, c'era amore, puro, semplice e stupendo amore.
Fu in quel momento che Hermione desistette. Lui aveva compreso ed ora cercava di fare lo stesso con lei, voleva anch'egli trasmetterle qualcosa, così lo lasciò fare ed annuì col capo, facendo spuntare un sorriso dolcissimo sulle labbra del biondo.
Piano, Draco cominciò nuovamente a spogliare la ragazza.
La camicia era già a terra assieme alla cravatta e, presto, anche la gonna le seguì, assieme alle leggere calze velate.
Rimasta in uno splendido completo verde bosco, Draco si prese tempo per ammirarla.
Era bellissima.
La pelle candida sembrava ancora più lunare a contrasto col verde dell'intimo. I capelli, ormai completamente zuppi, le ricadevano lisci sulla schiena in una nuvola scura come il legno dei boschi.
Le gote rosse, poi, rendevano gli occhi ancora più liquidi.
Le sue due pozze d'ambra, quel colore che aveva sempre amato grazie a lei, senza mai saperlo, quel colore caldo che gli riscaldava le fredde giornate d'inverno, quel colore che gli riscaldava il petto, erano lucide d'emozione.
Le sorrise, disarmante, poi le tolse anche gli ultimi indumenti che privavano i suoi occhi dal contemplarla nella sua totale bellezza.
Ed ora era lì, nuda davanti a lui, bella e dolce come solo lei sapeva essere.
Le si avvicinò ancora di più, piano, e la baciò dolcemente, labbra sulle labbra, mani dolci sulla vita.
Poi, iniziò anche lui la dolce e lenta tortura che Hermione gli aveva prima riservato, deciso a dimostrarle quanto anche lui l'amasse e le fosse completamente devoto.
Scoprì che insaponarle i capelli era splendido e rilassante, che quelle ciocche del colore del noce erano seriche e delicate e che Hermione amava che le si toccasse la nuca; infatti, non appena Draco le aveva sfiorato quel punto, dalle labbra della ragazza era sortito un leggero sospiro che s'era infranto sul petto del giovane, provocandogli una reazione che, per fortuna, Hermione non aveva avuto modo di vedere grazie agli occhi chiusi.
La missione del restare calmo e lucido, però, si rivelò davvero ardua quando cominciò ad insaponarle il corpo.
Come poteva non stringere tra le mani quei suoi seni perfetti? Come poteva passare una mano sulla sua intimità senza approfondire, senza regalarle sensazioni di piacere? Come poteva sfiorarle la schiena e poi giù lungo i glutei senza volersela premere addosso, le mani ad intrappolarle il fondoschiena?
Fu solo il viso di lei, rilassato e dolce, che riuscì a farlo desistere dal prenderla lì, nella doccia e buttare alle ortiche le belle parole di poco prima.
Il suo viso completamente rilassato, la totale fiducia che riponeva in lui... Quello lo fecero continuare ad insaponarle il corpo senza cercare un contatto più profondo.
Ma che ci poteva fare se avrebbe passato la vita ad annegare in quel corpo?
Non riusciva a starle lontano, voleva amarla, amare ogni centimetro di quel corpo, farle provare tutto il piacere del mondo, passare la vita a sfiorarla...
Riuscì ad arrivare alla fine con uno stoicismo davvero unico.
Chiuse l'acqua, Draco, ed assieme a lei uscì dalla vasca, prendendo due asciugamani verdi abbastanza grandi.
Hermione gliene prese uno dalle mani e si avvicinò a lui, avvolgendogli la morbida spugna sulla vita ed annodandola, e lui fece lo stesso con lei, mentre ridevano spensierati di quel momento tanto intimo eppure così semplice, perfetto.
Dopo averla avvolta nell'asciugamano, Draco ne prese uno più piccolo e le frizionò i capelli.
Quando tolse l'asciugamano e scoprì i suoi capelli arruffati, non poté fare a meno di ridere della dolcezza di quell'immagine.
Hermione aprì gli occhi e si guardò allo specchio, lanciando un'occhiataccia al ragazzo per poi scoppiare a ridere.
Draco non riusciva a crederci... Era sempre bellissima ed in quel momento le ricordava tanto una gattina con tutto il pelo arruffato. Era dolcissima.
Hermione, poi, per vendetta prese l'asciugamano dalle mani del ragazzo ed arruffò i capelli biondi di Draco, frizionandoglieli. Alla fine, però, glieli pettinò con le mani, non riuscendo a resistere al richiamo di quelle seriche ciocche.
Rilassati come mai prima d'allora e col cuore pieno di un unico e grande sentimento, i due giovani si diressero con ancora le asciugamani indosso verso la camera del biondo.
Appena raggiunsero il letto, Draco si voltò verso Hermione e lesse nelle iridi ambrate di lei lo stesso desiderio che risiedeva nelle sue.
La prese per mano e l'avvicinò al bordo del letto, per poi farla sedere e distendere. Hermione si tirò un po' su e si mise nel centro del letto, i capelli sparsi tra i cuscini, un gomito che le reggeva il peso.
Draco sentì il cuore scoppiargli.
Era lì, lo era davvero.
Era lì, sul suo letto, tra le sue lenzuola verdi... Era lì davvero.
Piano, le si avvicinò e le si sdraiò accanto, la testa sorretta da un braccio poggiato sul gomito, l'altra mano a sfiorarle il viso morbido.
Gli occhi fissi in quelli di lei, così lucidi d'emozione da far tremare il cuore.
Draco avvicinò il volto a quello di lei e la baciò.
Un bacio, uno di quelli veri.
Un bacio lento e languido, un esplorarsi di labbra, lingue e sapori; un connubio di anime, due occhi persi nelle iridi dell'altro, le mani a sfiorarsi le dita, ad intrecciarsi, il respiro che accelera.
Quando si staccarono, Draco era sopra di lei, attento a non pesarle addosso, le asciugamani ancora indosso ed una mano tra i suoi capelli, mentre Hermione lo guardava con due occhi tanto puri da scaldargli l'anima.
Una ciocca le cadde sul viso e Draco gliela spostò, passandole nuovamente una mano dolce tra i capelli, mentre il suo cuore giungeva ad una scoperta di una tale intensità che quasi gli scoppiò il petto.
Era lì, sopra di lei che lo guardava con occhi pieni d'amore, una piccola mano sul suo fianco e l'altra a carezzargli i biondi capelli, mentre gli occhi mostravano un amore così puro e brillante da bloccargli il fiato.
Fu in quel momento che capì, capì e capitolò, completamente.
La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Io l'amavo. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.**



Hermione lo guardava negli occhi, una mano a carezzargli teneramente i morbidi capelli.
Si sentiva così in pace, rilassata, felice.
Sentire il suo peso addosso, una sua mano tra i capelli e quegli occhi d'acqua così puliti... Morgana, tutto quello la faceva sentire così felice!
Non riusciva a crederci, ancora.
Era lì, nella camera di Draco Malfoy, nei sotterranei.
Era lì, nella camera dell'odioso ragazzino che le aveva reso la vita un inferno, che aveva visto combattere dalla parte sbagliata, per idee totalmente insane. Era lì, sdraiata nel suo letto con lui poggiato delicatamente sopra, mentre la guardava e le toccava i capelli, gli occhi pieni dello stesso sentimento che animava i suoi.
Draco Malfoy, il ragazzino che l'aveva chiamata Mezzosangue, che aveva fatto condannare Fierobecco, che aveva preso parte alla dittatura della Umbridge ed appoggiato il padre nella sua crociata agli esseri inferiori, che aveva sempre trattato tutti con disprezzo, che si era fatto marchiare come una bestia solo per seguire gli ideali di un pazzo, che... Che la guardava con le iridi lucide e pulite, piene di un sentimento così puro e profondo da farle tremare le gambe, che la guardava e la sfiorava come se fosse la cosa più preziosa al mondo, che la guardava con tutto l'amore del mondo.
Era lui, il suo Draco Malfoy, il ragazzo un po' arrogante e sbruffone che amava prendersi bonariamente gioco di lei, che quando la baciava le faceva stringere il cuore, che quando la guardava negli occhi le faceva perdere il senso del tempo e dello spazio, che quando l'amava... L'amava con tutto se stesso.
Era lui, Draco Malfoy, l'uomo di cui si era perdutamente innamorata e che avrebbe tenuto stretto a sé per il resto della sua vita.

Come può un essere umano essere così meraviglioso? Come possono due occhi incatenarti il cuore? Come può il profumo della pelle legare per sempre due corpi?
Come può quella splendida donna farlo sentire così amato e farlo innamorare, ogni giorno, sempre di lei stessa e nessun'altra?
Come si può amare così tanto da sentire la testa vorticare?
Come ha potuto vivere senza di lei fino ad allora?
Draco la guardava, gli occhi limpidi che si abbeveravano di quella meravigliosa vista.
Sentiva il calore del suo corpo sotto al proprio, la dolcezza del movimento della sua mano tra i capelli, la tenerezza e la passione della mano sul suo fianco. Vedeva lo stesso amore che prorompeva dai suoi occhi impresso in quelli di lei, sentiva la stessa brama d'amore nel formicolio della pelle di lei e nella sua... Sentiva quell'attrazione travolgente che lo spingeva a perdersi tra le pieghe di quel corpo e nella profondità di quel cuore.
Ancora uniti da quel legame d'occhi, Draco s'abbasso sul viso della riccia e prese a baciarla delicatamente.
Le mani ora cercavano piano il contatto con la pelle dell'altro, mentre le labbra si sfioravano leggere, preludio ad un atto d'amore che avrebbe unito due corpi e due anime in qualcosa di unico e completo.
Le sfiorava quelle labbra morbide con le proprie, mentre Hermione rispondeva docile alle sue carezze.
La lingua di lui, poi, prese a lambire la bocca di lei per chiedere un accesso più profondo, che gli venne concesso con un dolce sorriso, mentre esplorava la bocca calda e morbida di lei, mentre le lingue si sfioravano, si rincorrevano, si amavano, mentre i respiri acceleravano e le mani si aggrappavano salde ai lembi di pelle bollente.
Un bacio delicato che divenne presto passione pura, languore e brama nelle vene.
Piano, Draco scese da quelle labbra gentili verso la mandibola di lei e poi giù, sino alla gola dove lasciò leggeri baci umidi, in una scia ardente che presto si sarebbe persa in quel corpo che desiderava con l'anima e col cuore.
Hermione aveva reclinato la testa indietro, le mani tra i capelli di lui ed i sospiri a deliziare i sensi del biondo che la stava dolcemente torturando, mentre le sue labbra e la sua lingua esploravano quella pelle tenera, mentre il sangue che correva batteva nelle vene e si faceva sentire, prepotente, sulle labbra di lui, ferme dove il calore si spargeva sempre più.
Non riusciva a resistere a quella pelle d'avorio, calda e profumata di lui, del suo bagnoschiuma, delle sue lenzuola, del suo sapore...
Sempre attendo a non dimenticare nemmeno un pezzetto di pelle, Draco cominciò la sua lenta discesa, mentre le mani si chiudevano su quelle di Hermione e portava le sue braccia in alto, sul cuscino, le dita strette tra di loro.
Piano, arrivò alla clavicola destra e la baciò dolcemente, per poi baciare anche quella sinistra e tornare al centro, verso lo sterno, baciando e mordendo piano la pelle tirata e trasparente.
Il nodo dell'asciugamano interrompeva quelle carezze ed il biondo, togliendo delicatamente una mano da quella di Hermione che andò subito a carezzargli la schiena, si aiutò a far scivolare quell'indumento che lo teneva lontano dal corpo di lei, il corpo di lei che adorava.
Il nodo si sciolse sotto l'assalto dolce delle dita di Draco ed i lembi del cotone verde vennero aperti, lasciando che gli occhi del ragazzo potessero imprimersi ogni centimetro di quella pelle che amava, di quel corpo che desiderava.
Si staccò un poco dal corpo della ragazza, deciso a guardarlo e gustarselo, mentre le guance di Hermione avvampavano ed un sorriso furbo si schiudeva sulle labbra sottili di lui.
Le mani, ora libere di vagare, andarono subito ai seni di lei, mentre Hermione si aggrappava alla sua schiena ed alle sue spalle, tracciando delicati cerchi che stavano facendo fremere il ragazzo.
La bocca, poi, seguì il percorso tracciato dalla mani a coppa su quelle splendide colline ed andarono subito a suggerne la delicata punta, turgida grazie alle attenzioni che il biondo le stava rivolgendo.
Prese quel bocciolo tra le labbra, lo lecco e succhiò come fosse fonte di vita, mentre una mano massaggiava l'altro seno e l'altra, impudica, si faceva strada verso l'intimità della ragazza.
Draco dedicò attimi infiniti ai seni della ragazza che, nel frattempo, ansimava sempre di più, gli occhi chiusi e la testa leggermente tirata indietro.
Poi, però, la sua attenzione fu attirata da una parte precisa del corpo della ragazza.
Mentre la mano scendeva verso la femminilità di Hermione, essa si posò leggera sul suo ventre piatto e lo immaginò leggermente tondo, piccolo e caldo.
Si bloccò di colpo Draco, mentre la portata di quel pensiero lo aggredì dolcemente.
Hermione, sentendo Draco irrigidirsi, aprì gli occhi e lo guardò.
Era cavalcioni su di lei, le mani ora poggiate sul suo ventre, i capelli scomposti a cadergli davanti agli occhi, fissi sulle sue mani.
Hermione si tirò su leggermente coi gomiti e poggiò una mano sul viso di Draco.
Con la voce roca ancora preda del desiderio, la giovane gli domandò cosa stesse succedendo.
«Draco, stai bene?» chiese un pochino apprensiva, vedendo il giovane fermo ed immobile.
Draco alzò la testa d scatto e si perse a guardarle il volto, nella mente immagini veloci sfrecciarono una dietro l'altra.
Hermione nella sua camera al Manor, immersa nelle lenzuola del baldacchino, mentre da esse spuntava una leggera e tonda pancia, lui accanto che sentiva quella piccola vita che all'interno vi cresceva mentre scalciava e salutava lui, il padre; poi vide il volto di un neonato, i capelli di un leggero castano dorato e gli occhi grigi screziati d'ambra, connubio perfetto dei loro stessi occhi e vide lei, Hermione, mentre stringeva quel fagottino tra le braccia e guardava lui, Draco, sorridendogli con amore.
«Draco?»
La visione s'interruppe e Draco sbatté le ciglia più volte.
Hermione, nel frattempo, si era messa a sedere e gli cingeva il viso tra le mani.
«Draco, che succede? Stai male?» ora la voce era agitata e concitata.
Il biondo, però, nel frattempo si riprese e negò col capo, continuando a guardare la pancia piatta di lei.
«Ho immaginato...» cominciò il biondo, non riuscendo a continuare ma allungando le dita sulla pelle calda del ventre di lei.
Hermione lo spronò, le mani sempre sul suo viso.
«Ho immaginato il tuo ventre tondo, Hermione. L'ho sentito, sotto le mie mani. Tu aspettavi un bambino, da me. Tu aspettavi nostro figlio e lui... Lui aveva i mie occhi ed anche i tuoi, i capelli castano dorato ed era bellissimo e lo eri anche tu...» Draco parlava velocemente, come se stesse delirando ed Hermione cercò di fermarlo.
«Draco... Draco!» alla fine, dopo innumerevoli volte che la ragazza richiamò il suo nome, il biondo alzò il viso e si riprese completamente.
La guardò e le sorrise, mentre Hermione sospirava di nuovo tranquilla.
«Non so perché io l'abbia immaginato, ma è stato splendido» le disse soltanto, il sorriso a solcargli il viso, un sorriso pulito e vero.
Hermione sentì una fitta fortissima al cuore, come se questi stesse scoppiando.
Un figlio da Draco...
Era una bellissima visione.
Gli sorrise e, dolcemente, gli baciò la punta del naso.
«Sarebbe il coronamento di un sogno, non trovi?» gli disse soltanto mentre il cuore accelerava un po'.
Erano così giovani, lo sapevano entrambi, ma l'idea di una famiglia loro... Entrambi amavano quell'idea.
Draco s'aprì in uno splendido sorriso e le baciò le labbra dolcemente.
«Siamo ancora giovani, è vero, ma quella vista mi ha riempito il cuore. Ti voglio al mio fianco, Hermione, per sempre. E voglio una famiglia, con te» le disse serio, per la prima volta in vita sua sicuro di qualcosa.
Hermione sbatté le palpebre.
Anche lei lo voleva, ma credeva che Draco fosse solo un po' scosso e Draco stesso se ne accorse alla risposta di lei.
«Anche io, Draco. In futuro, se lo vorremo...» ma lui non la fece continuare, capendo che quel discorso razionale era frutto di una piccola paura in Hermione che lui avrebbe dovuto debellare, per sempre.
«Non hai capito, Hermione. No, non hai capito niente.» le rispose scuotendo la testa mentre i suoi occhi divenivano così sinceri da sembrare trasparenti.«Voglio che tu venga a vivere con me, e a morire con me, e tutto con me»***. Ed Hermione, a quelle parole, riuscì soltanto a lasciare che i suoi occhi producessero lacrime silenziose di una gioia tanto profonda da farla tremare tra le braccia di Draco.
La cullò per attimi infiniti, come se tra le braccia avesse una bambina tremante, tremante di gioia. Le baciò i capelli, le guance e gli occhi. Le carezzò il viso, la cullò lentamente, fino a quando lei non alzò lo sguardo lucido e fissò i suoi occhi in quelli chiari del ragazzo.
«Ti amo, Draco, e ti amerò per sempre» riuscì a rispondere molti minuti dopo, ed il biondo la baciò, un sorriso felice ad increspargli ancora le labbra e la gioia di quell'amore puro e vero nel cuore.

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NdA

"Would it be a sin? If I can't help falling in love with you" - Can't help falling in love, Elvis Presley

*«Io muoio, se tu mi tocchi.»
**«La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. [...] Io l'amavo. [...] Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.»
***«No,non hai capito niente [...]Voglio che tu venga a vivere con me, e a morire con me, e tutto con me.»
- Lolita, Vladimr Nabokov


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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 05, 2021 ⏰

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