I wish the day found us this way: together

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“L’amore pretende l’espressione.

Non starà fermo, zitto, non sarà buono schivo, visibile, non rimarrà muto, no.

Irromperà in canti di lode, la nota acuta che spezza il bicchiere e ne fa versare il liquido.

Non è un conservatore l’amore. E’ un cacciatore e del suo gioco noi siamo la preda.”

Scritto sul corpo – Jeanette Winterson

«Ginny, ma che cosa succede?» chiese un preoccupato Ron alla vista della sorella trafelata e leggermente scossa. «E dove miseriaccia è finita Hermione?»

La piccola di casa Weasley era stata presa in contropiede. Non solo era giù di morale per la litigata con Hermione, non solo era preoccupata che lei ed il furetto si stessero affatturando. No, ci si doveva mettere anche suo fratello!

«Hermione aveva una commissione da sbrigare. Ha detto che ci vediamo alla torre. Si scusa con tutti, ragazzi.» concluse voltandosi verso il resto della tavolata.

Dopo la smaterializzazione della riccia, Ginny era quasi corsa dentro al locale. Si era fermata fuori dalla porta per riprendere un po’ di contegno, quando era stata raggiunta da Blaise che l’aveva abbracciata.

Si sentiva una vera stupida per come si era comportata.

Credeva di fare un favore all'amica, visto che la situazione con Malfoy la faceva soffrire parecchio, e invece aveva fatto un casino.

Il moro serpeverde l’aveva poi rassicurata.

Secondo lui avrebbero presto chiarito ed Hermione, per quel poco che la conosceva, sembrava una brava ragazza, logica ed intelligente.

Avrebbe sicuramente capito la buona fede delle intenzioni della rossa.

Ginny era stata piacevolmente colpita dalla dolcezza e dalla delicatezza di quella strana serpe che, in tutto quel periodo, non aveva fatto altro che cercare di far riavvicinare i due amanti, senza mai mettere i bastoni tra le ruote.

Dal tavolo delle serpi anche Blaise diede una simile versione per la scomparsa di Draco.

Tutti sapevano dov’era finito, non vedendo la Granger all'altro tavolo, ma Pansy e Millicent sarebbero state un problema, perciò aveva mentito, lanciando occhiate significative a Theo e Daphne.

Anche Harry, dal canto suo, aveva fatto due più due.

Sperava solo che la sua amica non stesse conciando Malfoy per le feste.

Conosceva bene Hermione e conosceva anche il Furetto: non le avrebbe fatto passare liscia l’intimità che aveva mostrato di avere con lui ed il biondo, arrabbiandosi, l’avrebbe scatenata.

Sapeva quanto la riccia tenesse alla sua indipendenza e, soprattutto, alla sua libertà. Il sentirsi costretta, braccata la rendeva instabile e nervosa.

Ron, invece, essendo all'oscuro di tutto, si rodeva credendo che la ragazza che considerava ancora sua e che voleva assolutamente riconquistare, fosse in compagnia di qualcuno e non volesse ancora uscire allo scoperto.

Non sapeva quanto vicino alla verità fosse arrivato.

Il resto del pomeriggio passò tranquillo, tra chiacchiere e burrobirre.

Erano ormai le sette passate quando i ragazzi si avviarono al castello.

Alcuni si smaterializzarono ai cancelli della scuola, altri decisero di farsi una passeggiata, altri ancora presero le carrozze.

D'ambra e di pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora