I'm yours and you are mine, I want to hold you tonight

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"Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono
che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente."

W. Shakespeare's Romeo and Juliet



Avevano trascorso tutta la giornata a letto.
Un bacio, una chiacchiera ed un altro bacio.
Un bacio ancora, altre chiacchiere, altri baci.
Avevano fatto l'amore ancora e ancora. E si erano baciati, tra una parola ed una risata.
Si erano vissuti come mai avevano fatto.
Avevano toccato e baciato ogni parte dei loro corpi, avevano toccato e baciato ogni angolo delle loro anime. Avevano unito ogni battito ed ogni respiro.
Si erano salutati solo a sera inoltrata, poco prima di cena.
Avevano deciso di rendersi visibili al mondo, soprattutto poiché i loro stomaci reclamavano del cibo.
Scesero le scale che avevano visto, solo ventiquattro prima, scoppiare tutta la loro passione, mano nella mano, il sorriso ad increspare le labbra e la leggerezza a far battere il cuore.
Percorsero ogni corridoio chiacchierando e prendendosi in giro, dandosi piccoli baci e leggere carezze.
Si divisero solo all'ingresso della sala, dovendo prendere due strade diverse per raggiungere i propri tavoli.
Uno sguardo, una carezza, tutto l'amore del mondo.

«Alla buon'ora! Ma dove sei finita tutto oggi? Ti abbiamo cercata ovunque!»
Hermione non fece in tempo a prendere posto che una rossa di sua conoscenza le si era avvicinata velocemente ed aveva iniziato a fare domande.
Rise, la riccia. Rise per la curiosità dell'amica, per la sua insana voglia di gossip e per quella sua faccia furba che aveva appena messo su. Rise per le risate trattenute a stento di Harry che, tra l'altro, aveva rischiato di soffocare con l'acqua nel bicchiere. Poi sorrise, Hermione, quando incontrò due occhi blu sereni e sorridenti. Due occhi conosciuti, due occhi amati, due occhi che le sapevano di famiglia.
Sorrise felice in direzione di un Ron sorridente che aveva appena allungato la mano prendendole la sua e stringendola forte.
Ginny si era ammutolita e così tutta la tavola dei Grifondoro e la Sala stessa.
La sera prima, il rosso era fuggito dalla Sala Grande con un diavolo per capello ed il volto devastato dal dolore dopo aver visto la sua ex ragazza assieme al loro nemico storico.
Ora, invece, la guardava con quell'aria imbarazzata di quando doveva dirle qualcosa di importante ed aveva paura d'ingarbugliarsi con le parole.
La guardava con tutto l'affetto che provava per lei mentre teneva stretta la sua mano.
Forse, la notte aveva portato consiglio...
«Mi dispiace, 'Mione. Ho esagerato, ieri. Non dovevo fare quella scenata. Sono... Sono felice di vederti serena.» disse il rosso un po' imbarazzato ma tremendamente sincero. «Non avevo alcun diritto di arrabbiarmi in quel modo, ieri, ma-»
«Ron, davvero, non devi. Io capisco-» lo interruppe Hermione sentendosi in colpa per quelle parole. Alla fine avrebbe dovuto dirglielo lei, a voce, che stava con Draco, non metterlo davanti a fatto compiuto. Non riuscì a finire che venne bloccata con un segno della mano dal rosso.
«Lasciami finire, Hermione. Lo sai, non sono bravo con le parole ma ci voglio provare.» riprese Ron, il volto imbarazzato ma la presa salda.
Hermione acconsentì sorridendo.
«Non avrei mai pensato che avresti, beh, scelto proprio lui. Insomma, con tutto quello che ti ha fatto e... Lascia perdere. Diciamo che lui non era una persona che avrei mai pensato potesse starti accanto; ma ti rende felice, lo vedo dai tuoi occhi, ed è questo ciò che importa. Voglio che tu sia felice e se è Malfoy a donarti tutta questa felicità, io... Io lo accetto. Forse l'abbiamo giudicato male un po' tutti, no? In fondo, se tu l'hai scelto, vuol dire che qualcosa di buono ce l'ha anche lui, o sbaglio?» concluse facendole un occhiolino.
Hermione gli si gettò tra le braccia, rischiando di far cadere tutto quello che c'era sul tavolo.
Ron la strinse forte e le disse qualcosa nell'orecchio per far sì che nessuno li potesse udire.
«Sei stata la persona più importante per me, Hermione. Non ti dimenticherò mai ma ora voglio che tu sia felice. Ti auguro di esserlo, con il cuore, 'Mione.» e quelle parole fecero piangere la caposcuola che si aggrappò ancora di più all'ex fidanzato che si era rivelato, alla fine, una persona dolce e comprensiva che avrebbe messo la felicità dell'amica davanti ai pregiudizi ed i conflitti e, soprattutto, davanti ai suoi stessi sentimenti.
«Ti voglio bene, Ron.» rispose la riccia tra le lacrime, mentre Harry li guardava felice e sereno e Ginny piangeva silenziosamente.
Quando i due si staccarono, la Sala era ancora ammutolita. Hermione si asciugò le lacrime e rise assieme ai suoi amici di sempre ed abbracciò anche Harry e Ginny, la quale la stritolò in un abbraccio made-in-Molly.
«Grazie, eh, a tutti e due! Mi avete fatto colare il mascara.» si lamentò ironicamente la rossa per sdrammatizzare un po' e tutti scoppiarono a ridere, in un'atmosfera serena come mai era stata.
Nessuna spada di Damocle a pendere sulle loro teste, nessun pericolo dietro l'angolo. Non più dolore, sofferenze e rinunce. Non più. Solo calore, affetto, amore. Spensieratezza. Solo una vita da ragazzi di diciotto, diciannove anni.
Per lo meno, questo era ciò che credevano.

D'ambra e di pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora