I want to lay you dow in a bed of roses

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"While we're talking about all of the things that I long to believe
About love, the truth and what you mean to me
And the truth is... Baby you're all that I need
I wanna lay you down in a bed of roses,
for tonight I'll sleep on a bed of nails.
I wanna be just as close as the Holy Ghost is
and lay you down on a bed of roses..."

Bed of roses – Bon Jovi


Il pomeriggio trascorse inquieto, tra voci di corridoio che vedevano tra le più gettonate un Harry Potter aver sfidato a duello un Draco Malfoy poiché innamorato della di lui ragazza – nonché migliore amica, Hermione Granger.
I diretti interessati – tranne la riccia, ovviamente – se la ridevano sotto i baffi, tranquilli e sereni.
Durante le ultime due ore del pomeriggio - che per i Grifondoro prevedevano Trasfigurazione coi Tassorosso – Hermione, non riuscendo più a stare ferma dall'agitazione, si avvicinò al moro.
«Harry, non hai intenzione di tirare qualche brutto scherzo a Draco, vero?» chiese ansiosa.
Il moro, fingendo una faccia assolutamente allibita, le rispose «Ma... Hermione! Da te non mi sarei mai aspettato queste macchinazioni. Sono un Grifondoro, io!» facendo sentire la ragazza in colpa per aver pensato male di lui.
Colpa che scomparve in mezzo secondo quando vide l'amico cercare di trattenere le risate.
Esasperata dalla situazione che non poteva controllare e comprendere, la riccia sbottò gonfiando le guance e somigliando pericolosamente ad una bambina capricciosa.
«Harry Potter, ti stai forse prendendo gioco della tua migliore amica?» chiese in modalità "Molly Weasley".
Harry le carezzò una guancia, lo sguardo dolce ed il sorriso luminoso.
«Per niente, Hermione. Sto solo cercando di rendere felice ed orgogliosa di me la mia migliore amica.»
Il tono era stato pacato e sognante ed Hermione dovette trattenersi dal gettargli le braccia al collo.
Harry aveva visto. Aveva visto quanto amore c'era tra i due. Aveva accettato di buon grado la loro relazione, ma questo non significava che non avesse fatto delle ricerche per conto proprio e tenuto il biondo d'occhio.
Malfoy era davvero innamorato dell'amica, lo era davvero e completamente.
«Herm, vedo come lo guardi. E vedo come lui guarda te. Non... Non ti ho mai vista così felice in tutti questi anni ed io, forse, ho sbagliato a giudicare Malfoy. Una seconda possibilità la si dà a tutti, no?» concluse sorridendo e sfiorandole nuovamente una guancia.
Hermione gli mimò un grazie commosso e prese la mano del ragazzo tra la sua, sotto il banco, stringendola forte.
Harry abbassò lo sguardo, poi lo rialzò visibilmente felice.
Si strinsero l'uno all'altra, sorridendo verso il foglio quando si "beccavano" a guardarsi, come due bambini che stavano facendo qualcosa di nascosto dalla maestra, felici di infrangere le regole con questo piccolo moto di ribellione e sereni per avere accanto l'amico fidato.


Draco Malfoy aveva trascorso le ultime due ore di lezione a pensare alla scena avvenuta a pranzo.
Aveva stretto la mano a Potter.
Aveva visto la sincerità del gesto negli occhi verdi del Bambino Sopravvissuto ed aveva visto le lacrime velare gli occhi ambrati della sua Hermione, occhi che amava profondamente.
Quella ragazza era riuscita a far deporre le armi a lui ed allo Sfregiato.
Assurdo – pensò sorridendo fra sé.
Merlino, non vedeva l'ora di vederla!
Sarebbe venuta alla partita? Sapeva che non amava molto il Quidditch... E se venisse? Farebbe il tifo per me? Salirebbe sugli spalti Serpeverde?
Scosse la testa ridendo. Sembrava un bambino.
Era totalmente e completamente dipendente da quella ragazza.
Gli aveva rubato cuore, mente ed anima.
Blaise, accanto al biondo, si sentiva estremamente felice per l'amico.
Il gesto di Potter l'aveva stupido e meravigliato. Era stato un gesto splendido.
Chissà che, finalmente, non si riuscisse a venire a capo di questa stupida faida tra Serpeverde e Grifondoro...


Le lezioni erano finite e la voce di un duello all'ultima pluffa era arrivata sino alla capanna di Hagrid.
Tutti i ragazzi correvano verso il campo da Quidditch per assistere a questo scontro memorabile e per accaparrarsi i posti migliori.
Quella che doveva essere una partita amichevole tra pochi intimi divenne un affare di stato.
Hermione aveva appena raccolto le sue cose e si avviava, affiancata da Harry e Ron che mettevano a punto lo schema di gioco, verso i dormitori per posare i libri, quando trovò Draco ad aspettarla all'uscita della classe.
Era lì, poggiato allo stipite che l'attendeva, mentre Blaise e Theo parlavano poco distante e fitto fitto dello schema d'attacco da utilizzare in quella partita.
La ragazza non fece in tempo a mettere i piedi fuori dall'aula, che il biondo le prese i libri dalle mani e le lasciò un veloce bacio sulle labbra.
Hermione, presa in contropiede, aveva sbattuto le ciglia cercando di mettere a fuoco l'immagine.
Il biondo, vedendola confusa, sghignazzò e, sulle labbra, le soffiò «Mi sei mancata, amore.» con voce così dolce da far tremare le gamba alla ragazza.
Ragazza che sgranò gli occhi e rimase imbambolata col viso del biondo a pochi centimetri.
Draco scoppiò a ridere, facendo voltare sia le serpi che i due grifoni.
Hermione, ripresasi dalla trance, gli tirò un pugnò sul braccio e lo ammonì con un «Draco!» altamente esasperato, poi si mise a ridere insieme al ragazzo.
I quattro spettatori rimasero fermi ad osservarli.
Erano... belli.
Sì, insieme erano davvero belli. I loro occhi brillavano ogni qualvolta incontravano quelli dell'altro.
Hermione si avvicinò, con Draco al fianco, ai suoi due amici.
«Io vado in dormitorio a posare i libri. Ci vediamo al campo?» chiese guardandoli negli occhi.
I due ragazzi rimasero basiti.
«Stai dicendo che verrai alla partita?» chiese Harry stralunato.
Hermione ad una partita di Quidditch? Impossibile!
La ragazza lo guardò confusa.
«Sì, perché?» chiese ancora stupita.
Fu, questa volta, il turno di Ron.
«'Mione, in sette anni che ci conosciamo non sei mai venuta a vedere una nostra partita se non trascinata di peso da Ginny... Ed ora vieni, e di tua spontanea volontà? Tu non sei Hermione!» concluse puntando il dito contro l'amica e guardandola come fosse un fantasma.
Blaise e Theo se la ridevano sotto i baffi per quel buffo teatrino, mentre Draco ghignava complice.
Hermione sbuffò. «Morgana, come siete teatrali!» rispose facendo sgranare gli occhi al rosso che, scuotendo la testa, rispose «Miseriaccia, Harry. La nostra migliore amica che odia, e sottolineo odia, il Quidditch viene a vedere la partita. A saperlo prima, avrei sfidato le serpi anni fa!» e con questa battuta finale scoppiò a ridere con tutti i presenti.
Draco rise, assieme ai due Grifondoro, della faccia scocciata della riccia.
«Cosa non si fa per Draco Malfoy!» rispose il biondo imitando uno svenimento con tanto di mano alla fronte.
Harry scoppiò a ridere seguito dagli altri ragazzi, mentre Hermione, indignatissima, gli tirò una gomitata tra le costole, facendo tossire e ridere il ragazzo contemporaneamente.
Era una scena che aveva dell'incredibile: non solo delle serpi ridevano con dei grifoni, ma addirittura Draco Malfoy ed Harry Potter ridevano insieme e scherzavano come fossero amici da una vita.
«Bene, visto che la mia presenza non è gradita, me ne vado a studiare in biblioteca. Buon divertimento.» disse la Caposcuola alzando il mento ed allontanandosi, dopo aver ripreso i libri dalle mani del fidanzato.
I cinque ragazzi si guardarono e si misero a ridere, poi Harry e Ron le corsero dietro, affiancandola.
«Dai, 'Mione! Stavamo scherzando! Siamo felici che tu venga a fare il tifo per noi.» le disse Ron sorridendo.
«E chi ti dice che verrà a tifare per voi, Weasley?» chiese una voce alle loro spalle.
Draco si era avvicinato, aveva passato un braccio sulle spalle della ragazza e li aveva punzecchiati.
Harry alzò un sopracciglio. «Malfoy, Hermione non tiferebbe mai per il nemico. Vero, Herm?» chiese, voltando il viso verso l'amica che era diventata rossa come un peperone.
«Non tiferai per loro, vero?» rispese Harry scioccato.
Hermione non rispose.
Intuendo la risposta dagli occhi bassi e dal colore del suo viso che tendeva al cremisi più profondo, Harry sbottò ridendo con un «Non ci credo, traditrice!» e la guardò con una faccia completamente stralunata, trattenendo le risate.
Draco continuava a ridere, mentre Theo e Blaise non riuscivano a credere a quello strano quadretto.
«Ok, ok. Basta. Non tiferò per nessuno. Ora, però, muovetevi. Non dovete prendere le divise?» sviò l'argomento la riccia.
Harry e Ron si guardarono e poi scattarono verso i dormitori.
«Ti aspettiamo sugli spalti Grifondoro, Herm! O stanotte dormirai dalle serpi che ti piacciono tanto!» le disse Harry, ridendo e scomparendo dietro al corridoio.
Hermione scosse la testa e rise sommessamente.
I suoi amici erano pazzi.
Fu la voce del biondo a risvegliarla da quel pensiero.
«Beh, puoi tranquillamente fare il tifo per noi, allora.» le disse guardando dritto davanti a sé.
Hermione alzò lo sguardo e lo guardò interrogativamente.
Fu a quel punto che il biondo la guardò negli occhi con uno sguardo tanto intenso da toccarle l'anima.
«Stanotte dormirai davvero nei sotterranei.» rispose soltanto facendo arrossire la ragazza che si strinse a lui maggiormente.
Draco le baciò il capo dolcemente e sorrise di quella timidezza che ogni tanto sopraffaceva la sua orgogliosa grifona.
«Ragazzi, accompagno Hermione alla torre. Prendete voi la mia divisa?» chiese il biondo voltandosi verso i due amici.
Blaise lo guardò è annuì.
«Vai tranquillo, ci vediamo negli spogliatoi.» rispose per poi aggiungere un malizioso «Granger, spero di vederti tra i nostri colori, negli spalti Serpeverde. Sarebbe un'ottima distrazione per i nostri avversari.» e sorridendo le fece l'occhiolino. Theo scosse la testa e le sorrise.
Hermione li guardò poi, alzando gli occhi al cielo, rispose loro «Non contateci troppo.» sibilò scherzosa facendo sorridere i due ragazzi che salutarono lei e Draco prima di dirigersi verso i sotterranei.
I due, rimasti soli, si guardarono un attimo, poi ripresero a camminare verso la Torre Grifondoro.
Draco fece scivolare il braccio che teneva sulle spalle della ragazza fino ad incontrare la sua mano, che strinse tra la propria, portandosela, poi, alle labbra e lasciandovi un casto bacio.
Hermione lo guardò sorridendo e poggiò la testa sulla sua spalla.
Arrivarono ai dormitori in poco tempo.
Draco si fermò poco prima del quadro della Signora Grassa per dare la possibilità ad Hermione di pronunciare la parola d'ordine.
Quando il quadro s'aprì, Hermione si voltò verso il biondo che, appoggiato al muro, la guardava a sua volta.
Leggermente imbarazzata, passò il peso da un piede all'altro, poi parlò.
La voce le mancò leggermente, ma riuscì a dire ciò che le ronzava in testa dal momento in cui lui aveva detto che l'avrebbe accompagnata ai dormitori. «Mi accompagni?» chiese soltanto, le guance arrossate.
Draco sgranò leggermente gli occhi.
Davvero lo voleva nel suo dormitorio?
Davvero lo voleva nella sua stanza?
Rimase immobile per qualche istante ed Hermione interpretò quel silenzio come un diniego.
Abbattuta gli sorrise, poi si voltò per entrare ma una mano calda catturò la sua e lei si voltò di scatto.
Draco era lì, accanto a lei.
Sorrise la riccia, e si morse le labbra per evitare di dire qualche stupida frase.
Avrebbe portato Draco Malfoy nella Sala Comune di Grifondoro.

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