Capitolo 12. Blame

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"fall upon your knees saying, 'this is my body and soul here'."

Eva Pov's:

Sarei voluta sprofondare, avrei voluto che il parquet si aprisse, che si creasse una voragine che mi ingoiasse,mi inglobasse nel vortice nero del cemento. E invece sono stata lì, per ore, a guardarlo suonare, scherzare. "Daniè non puoi capire quanto era bella quella" se ne stava lì, a riempire la stanza di parole, a vantarsi delle sue avventure, ad umiliarmi con quegli occhi, voleva dirmelo Sei una stronza, una stronza del cazzo, lo so, avrebbe voluto sputarmi in faccia tutto il veleno, ma ha fatto di peggio, mi ha ignorata, completamente. Sono entrata e non mi ha neppure guardata, ha tenuto lo sguardo basso per i primi dieci minuti, poi ha attaccato, con quella violenza sottile, impercettibile agli altri, mi guardava e giudicava, mi guardava le labbra e le odiava. Gli ho fatto male, avrebbe voluto conquistarmi come con tutte le altre. La giacca di pelle, i jeans attillati, lo sguardo duro, misterioso. Con le altre funzionava, con me no. Stash era qualcosa di nero pesto, un groviglio di strane emozioni, un salto nel vuoto. Avevo paura di lui, di ciò che mi scaturiva la sua voce, ma avevo più paura di me stessa.

Ora sono qui, lo sguardo fisso nel vuoto.

"Eva, oh, sei qui con noi?" ridacchia Mattia.

"Eccomi, scusate, riprendiamo."

Le giornate passano frenetiche, flash di momenti, mi alzo, vado a lezione prima dai blu poi dai bianchi a seconda dei giorni, pranzo, e poi vado in studio, altre prove, mi intrattengo sempre a parlare fino a tardi con Elisa, Emma e Dan sugli ultimi ritocchi, non vado a dormire prima delle due, eppure sono sempre attiva, sempre al massimo della vitalità, del rigore. I blu sono rimasti in pochi, mi ritrovo a lavorare solo con Luca. Stash non lo vedo praticamente più, Elisa mi ha riferito che si vuole concentrare, le ha detto che preferisce lavorare solo con Dan. Prima ha provato ad insistere, ma Stash era irremovibile, le ha detto che non riesce a concentrarsi con me. Mentre me lo riferisce mi guarda dentro gli occhi, quasi a volermi leggere.

"Eva, Stash parla solo di te."

Chiude la porta e se ne va.

Stash Pov's:

Quarta puntata del serale, le solite luci accecanti, le urla gli applausi. Entrano Loredana Bertè, Francesco Renga, Sabrina Ferilli. Ecco la giuria tecnica, ecco Dan, ecco Eva. Abito verde smeraldo, scollo a cuore, il corpetto trasparente, lavorato con perle e strass, la gonna scende lunga anche questa semitrasparente, i capelli lasciati sciolti e morbidi, gli occhi contornati di nero. Se mi guarda muoio, se mi guarda mando a puttane tutto, torno da lei. Ma non lo fa, il suo sguardo è dritto davanti a sè, si siede, commenta le esibizioni, a metà serata durante la pubblicità vedo Giorgio avvicinarla.

"Sei bellissima." lo sento tra i sussurri, il sangue mi ribolle dentro. Eva gli sorride, mi guarda. E per un attimo siamo tornati a due anni fa, sento la bocca dello stomaco chiudersi, deglutisco a fatica, le vedo gli occhi arrossarsi, diventare di un grigio chiaro, chiarissimo, le labbra le tremano, e sono instanti interminabili, piange, la vedo correre da Dan e poi non sento più nulla, solo un rumore assordante che parte dalle orecchie e entra nella gola, è lei, è il suo dolore, è entrato dentro di me, ora lo sento anche io, spigoloso, lancinante, è lei, dentro di me, per sempre.

La puntata finisce, Shaila è fuori. Eva si è ricomposta, ha dato i soliti giudizi tecnici, ma non alle mie esibizioni, parlava Dan per lei. Dan che ad ogni intervallo le prendeva la mano, l'accompagnava da Mattia e Cristian che la facevano ridere. Io ero lì e la guardavo, dubbioso su che fare, impaurito da quella figura che ondeggiava nello studio, che mi ignorava.

"Non potrai scappare a lungo." sento delle dite esili afferrarmi il polso, mi giro. Lei.

"Eva? Io non scappo, l'hai fatto tu, la prima volta, in quella notte, con il vento, te ne sei andata, sei scappata, come due anni fa ci siamo ripersi." le rispondo tutto di un fiato, la vedo irrigidirsi.

"Avremmo potuto parlare, ti avrei potuto dare delle spiegazioni, ma tu mi hai evitata per tre settimane, mi hai umiliata facendomi pensare che quel bacio non era nulla per te, mi hai dato la certezza che avessi fatto bene a correre via." la guardo ancora e vedo gli occhi annerirsi, sento il suo dolore dentro di me, sento il principio delle lacrime, i conati di vomito. E allora l'accontento, la lascio andar via, la vedo com'è piccola nel suo abito da gran sera, con il trucco colato, vedo le lastre di ghiaccio sciogliersi, ma stavolta a non farcela sono io.

" È così Eva, hai fatto bene ad andartene, quel bacio, era un semplice bacio, dormi tranquilla, non sono finito nella lista dei tuoi amanti delusi." sento una fitta al ventre, ho paura che le ginocchia cedano, la vedo spalancare gli occhi, e la sento più lontana che mai, lontana anni luce, migliaia di chilometri. Corro via, e la lascio così, in uno spiazzo di cemento, con il vento pungente a graffiarle il viso e lo sguardo perso nel vuoto. Comincia a piovere, mi giro, la vedo prendersi la testa tra le mani, ma me ne vado, lasciando tutto così, lì dove la nostra agonia era iniziata.




Spazio Autrice;

Buonaseraa, finalmente ho aggiornato il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie per le visualizzazioni, grazie a tutti. Un bacione, Elisa.

Differences. «S.F»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora