Capitolo 29. Shine

460 44 7
                                    

"The neighbor was knocking, yeah
But no one would let him in."

Eva Pov's:

Mattia è seduto sul letto, le mani sul materasso. Osservo i suoi occhi verdi volgersi nella penombra della stanza, sono le due del pomeriggio e siamo rimasti in stanza tutta la mattinata, a crogiolarci nelle lenzuola e parlare di cose stupide. Mattia si avvicina alle mie labbra. "Cosa siamo io e te?" Accarezza il mio ventre che a quella domanda si ritrae dalla tensione.

"Qualcosa" soffio nel silenzio "io e te siamo qualcosa, di non definito, ma siamo qualcosa Mattia."
"E ci va bene così" si allontana per infilarsi una maglietta nera, "Si, va bene così." Mi siedo anche io, difronte a lui lasciandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Vado a farmi una doccia." Infilo un paio dì pantaloncini e prendo il telefono.

14.08, un messaggio.

"Io e Guido siamo andati a fare compere, torniamo stasera, non vi mangiate tutto te e quell'altro."

Miriam e la sua innata capacità di sembrare sempre così puntigliosa.
Mi infilo nella doccia, ripensando ai mesi passati, non posso che pensare a Stash, a Mattia.
Quando esco trovo Mattia in soggiorno, intento a sistemare la sua roba in un borsone.
"Dove vai?"
"Beh sai, in realtà non dovrei essere neanche qui." Ridacchia avvicinandosi e posando una mano sul fianco coperto solo dall'asciugamano umido.
Sono sempre stata pudica con il mio corpo, non mi ci sono mai particolarmente trovata a mio agio, e per questo ho sempre cercato di nasconderlo, anche con Stash, durante la nostra intimità il mio corpo non era mai del tutto nudo, me ne vergognavo un po'. Soprattutto perché con i continui cambiamenti fisici a cui la mia pelle era stata sottoposta durante gli anni vi erano delle smagliature nell'interno coscia, sui fianchi e sotto il seno. Impercettibili come usava dire lui, ma pur sempre marchiate sul mio corpo.
Con Mattia era stato dal principio diverso, la mattina non mi ponevo problemi ad alzarmi dal letto seminuda, con i capelli arruffati e la lingua impastata. Non mi vergognavo di uscire struccata o con qualcosa di più corto a scoprirmi la carne, con Mattia non avevo l'ansia di essere perfetta. Era tutto senza pretese, e così non mi vergognavo di presentarmi coperta da un misero pezzo di spugna e il viso gocciolante.

"Ci vediamo domani allora."
"A domani." Lascio una piccola carezza sul suo petto e lo vedo allontanarsi verso la porta.

Mattia mi fa bene, mi rasserena. Nel pomeriggio devo andare agli studi, con il cuore in gola inizio a prepararmi, ci sarà anche Stash.

Stash Pov's:

Quando mi sveglio con la testa sul braccio destro indolenzito sul tavolino del balcone ci metto un po' a realizzare dove mi trovo.

Nella mano stringo il telefono, zero messaggi.

In cucina Ambra nella mia maglietta sta cercando di cuocere qualcosa.
"Mi servirebbe."

"Cosa?" Il suo viso sfatto dal trucco della sera prima mi guarda incuriosito, è sempre stata una bella ragazza, la prima volta che la vidi pensai subito che me la sarei portata a letto. È così fù. Mi piaceva, mi attraeva anche come persona inizialmente. Poi nacquero le solite sue paranoie, e tutto si sgretolò. Mi sentivo immensamente stretto nel nostro rapporto ed ero arrivato anche a provare disgusto nell'averla vicina.
"Mi serve la maglietta che hai indosso, è mia." Quella maglietta era solita indossarla Eva,quando aveva freddo la metteva sopra la sua, le arrivava quasi alle ginocchia mentre ad Ambra le copre a malapena il sedere, è magrissima e ha delle gambe perfette. Ho capito ormai che inutile paragonarle, Eva è Eva, nessuna sarà mai come lei, nessuna.

"Ah, okay." la sfila rimanendo nuda e me la porge, le passo accanto.

"Io devo andare, ci sentiamo." Ambra non risponde e annuisce, infilando un maglioncino striminzito. E' già tanto il fatto che abbia passato la notte con lei, non rimarrò in questa casa un minuto di più. Oggi ho le prove con Eva, non si è degnata di rispondere al messaggio, l'avrà letto e con indifferenza cancellato, ignorato. Voglio smettere di lottare.

Voglio smettere di lottare per lei, che è felice, è felice senza di me, con Mattia a guardarle le spalle, con Guido, Dan, Miriam, lì per lei a sorreggerla. Sarebbe inutile, sarei di troppo.

Accendo l'ennesima sigaretta e mi incammino verso gli studi, non molto lontani da casa di Ambra. Mi stringo nei miei leggeri vestiti rimpiangendo la mia amata giacca di pelle.

Quando arrivo agli studi Virginia è seduta in salotto.

"Stash cosa ti è successo?"



















Spazio Autrice:

Eccomi ragazze! Non sono scomparsa, sono stata in Spagna, a Valencia precisamente, in vacanza studio quindi non ho avuto occasione di aggiornare, ringrazio tutti i voti e i commenti. Un bacione, Elisa.

Differences. «S.F»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora