Capitolo 20. After the storm.

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"All alone, all we know is haunting me, making harder to breathe."

Stash Pov's:

Ho i suoi capelli sul petto, la pelle imperfetta aggrovigliata sul mio corpo. Sento il suo respiro, le sue labbra socchiuse, le palpebre pesanti. Abbiamo fatto l'amore. Dopo le prove, dopo aver suonato insieme abbiamo fatto l'amore. Ed è stato leggero, sentivo il suo corpo tremante, ho paura soffiato sul mio collo, e l'ho amata ancora di più. Credo di non aver amato mai nessuno così tanto. Ora è qui, accanto a me, è così forte anche mentre dorme, così energica. Mi dà sicurezza, anche se dovrei essere io a darla a lei. Sono le sette e mezza di una mattina pigra, fuori non si sentono rumori, il letto di casa sua è piccolo, stiamo stretti, sento il mio corpo sull'orlo del materasso eppure non mi muovo. Questo piccolo spazio è la mia felicità. Sul comodino c'è una lampada rossa, un libro, un paio di occhiali da vista. Osservo tutto attentamente, non voglio farmi sfuggire nulla della sua vita, di quello che è questa piccola donna sul mio petto. Vedo l'armadio davanti a me, con i cassetti della biancheria aperti. La libreria di legno chiaro, piena di libri, di quaderni, di spartiti, la toilette di vetro, tutti i suoi trucchi, i profumi. Assorbo tutto ciò che mi circonda, cerco di viverla anche attraverso i suoi oggetti.

"Buongiorno dormiglione." delle labbra secche si posano sulla mia guancia, Eva è in piedi accanto al letto con una maglietta larga e scura. Devo essermi riaddormentato, sono le undici e mezza.

"Buongiono amore." mi alzo e vado al bagno.

Un'azione automatica che usavo fare dopo essere andato a letto con qualcuna era farmi la doccia. Dopo che si erano addormentate mi alzavo di scatto e mi infilavo sotto il getto della doccia, odiavo avere l'odore di quelle gatte morte addosso. Strofinavo bene la pelle, cercavo di cancellarle dal mio corpo. Adesso no, sento ancora il profumo di Eva sulle braccia, sul collo, non voglio che vada via. Mi sciacquo la faccia ed esco dal bagno. In cucina ci sono Guido e Miriam. Eva è sulla porta.

"Ci vediamo in studio, amore." infila il maglione ed esce.

"Stash ti posso parlare un attimo?" sento bussare e una voce maschile proveniente dal corridoio.

"Certo Guido, dimmi tutto." esco dalla camera.

"Stash, non voglio sembrarti troppo schietto ma la situazione è molto semplice." Guido mi guarda dritto negli occhi con una ferocia e una sicurezza che non mi sarei mai aspettato da lui.

"Eva è troppo per te, non penso durerete a lungo, è uno spirito libero, non vuole catene, è nel fiore dei suoi anni, è bellissima, decisa, forte, arguta, ha davanti a sè una carriera brillante." i suoi occhi sono diventati pieni di preminenza.

"Guido non vedo perchè la nostra relazione possa essere ingombrante per lei, non capisco tu che ne sappia del nostro rapporto." stringo i pugni.

"La conosco da sempre, sono sempre stato al suo fianco, conosco i suoi sguardi e le sue paure. Secondo me lo sai quale sarà il suo destino se continuerete a stare insieme? Quello della mogliettina della rock star. Ti seguirà ai concerti, prenderà le tue chiamate e accorderà le tue chitarre, ma non se lo merita, non se paragonata a uno come te."

"Non sarà così, Guido te lo assicuro, non sarò le sue catene. Io la amo, e lei ama me." sento i muscoli delle braccia implodere.

"Non ne sarei così sicuro..." sputa queste ultime parole e se ne va.











Ho riflettuto molto questi ultimi giorni, forse Guido ha ragione. Ho visto Eva più attiva del solito, dopo l'ultimo serale in cui è uscito Luca si è dedicata più ai bianchi. Sono geloso di lei, di Mattia, perfino di Dan. Sono diventato quasi ossessivo nel lasciarle i suoi spazi, nel lasciarla vivere al meglio. Eppure ancora la sento legata a me, i suoi baci tutte le mattine, la sua pelle tutte le notti. Siamo uniti da qualcosa di viscerale, di unico, ma sento che la sto imprigionando. La sto imprigionando nei miei demoni, nelle mie insicurezze, nelle mani che tremano quando non è qui con me. Non si merita un cappio al collo ora che è così felice. L'ho capito, ora che rimurgino qui in questa strada buia, con l'alcool che stride nelle pupille, con un senso di angoscia che rende i muri viscidi.

L'ho guardata ancora e per un attimo ho pensato di averla persa per sempre. Mattia le ha sfiorato le mani, e io sono impazzito dentro. Una folle gelosia, una folle appartenenza a lei. E mentre sentivo questo fantasma fremere dal fegato in su, ho capito. In quel minuto in cui ha tolto la mano dalla mia schiena, in quel frangente in cui mi ha dato le spalle, ho capito che nonostante fosse lì accanto a me se n'era andata per sempre. Era bella da far impazzire, di quelle bellezze che non puoi trattenere tra le dita di una mano, che non puoi raccogliere tra le braccia. I capelli lunghi le coprivano il viso. Ma quante volte amore mio, ti dicevo di scoprire quegli occhioni? Il collo magro, le labbra imperfette. La rendevano estremamente amabile ed io ero solo impercettibilmente grezzo rispetto a lei. Un omino chiuso e curvo, con i pantaloni troppo larghi. Lei era una dea, inarrivabile. Cristallina, cerulea. Quei mesi erano stati solamente illusione e ora me ne stavo rendendo conto. E per quanto tempo i suoi occhi avevano scrutato dentro di me, ora erano rivolti verso l'orizzonte . Non mi apparteneva, l'ho capito dal suo sguardo eccitato verso la felicità, apparteneva ad un orizzonte, a un mondo che solo lei conosceva, racchiuso tra i suoi pugni.

Avevi ragione Guido, io non ne sono più sicuro del suo amore.







Angolo Autrice:

Ecco il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate commentando e votando. Stasera ho il concerto di Tiziano Ferro siii ahaha quindo non posso aggiornare, se avete qualche domanda di qualsiasi tipo non esitate a chiedere. Un bacione, Elisa.

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