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A volte mia madre mi parla della sua vita prima che accadesse quello che è accaduto. Mi racconta degli anni del liceo, un posto nel quale studiava insieme a tanti ragazzi della sua età. Mi racconta spesso di come ha conosciuto mio padre e delle feste a cui partecipava con lui e con alcuni suoi amici di cui non ha più alcuna notizia.

Tutto quello di cui mi parla per me è strano, e so che lei lo sa. Forse, per questo motivo, ad un certo punto, si ferma e cambia argomento.

Ho la sensazione che sia stanca di questo posto, come se fosse qui solo con il corpo e non anche con la mente. E purtroppo ho paura, temo che un giorno o l'altro lei possa allontanarsi da casa per rincorrere chissà cosa.

In questa specie di villaggio, che ci siamo ritagliati in mezzo al mondo, esistono sei case in legno e per nulla resistenti.

Negli anni abbiamo dovuto ripararle più volte, ma non abbiamo i mezzi per renderle più sicure, ed è già un miracolo se il posto in cui viviamo riesce a fornirci del cibo.

Non è sempre facile reperirlo, soprattutto in quei periodi dell'anno dove le temperature calano drasticamente e il raccolto è praticamente inesistente.

Abbiamo tutti fame e questo è motivo di scontri e talvolta di litigi anche molto pericolosi. Cerchiamo di vivere in tranquillità, di evitare polemiche inutili, ma ci sono volte in cui è impossibile rimandare e questa è una di quelle volte.

- Qui possiamo pescare soltanto noi!

Il padre di Eros è un uomo dispotico ed arrogante, vuole sempre avere ragione, anche quando ha torto marcio. In questo piccolo pezzo di pianeta, nessuno di noi può permettersi di dettare regole. Invece lui si ritiene degno di poterlo fare.

Mio padre, invece, è un uomo molto più ragionevole ma, dinanzi a questo comportamento, smette di esserlo.

- Non dire idiozie, Idro! Anche noi abbiamo diritto di pescare qui. Mia moglie e mia figlia non mangiano da tutto il giorno!

- Pensi sia un mio problema?

Alzo gli occhi al cielo. Le persone come lui non le ho mai sopportate e purtroppo qui, il padre di Eros, non è l'unico a credersi il detentore di chissà quale assurdo diritto.

Non dico che sia sempre facile, ed è normale che possano esserci dei giorni in cui la sanità mentale venga a mancare, ma tutto questo è troppo.

Continuano a litigare come due ragazzini, e so che se prendessi la saggia decisione di intervenire, mio padre non ne sarebbe felice. Dice che questi sono problemi fra adulti e che io devo restarne fuori.

- Quando sento tuo padre starnazzare come un'oca, arrivo alla conclusione che non si siano estinte del tutto.

E poi c'è lui, il motivo per il quale avrei preferito che fosse un altro spermatozoo a vincere quella corsa verso l'apparato riproduttivo di mia madre pur di non dover condividere con un tale soggetto l'inestimabile fortuna di essere l'unica bambina ad essere nata in queste circostanze.

- Quando muori?

Lui scoppia a ridere, e anche se gran parte degli adulti pensa che il suo bel faccino sia adorabile, io lo trovo semplicemente disgustoso.

- Ti mancherei troppo!

- Non credo, la tua presenza nemmeno la noto.

Gli volto le spalle e me ne vado, ma stranamente Eros mi segue come mai fatto prima.

- Ascolta, dii a tuo padre di non sfidare il mio. Restate al vostro fottuto posto!

Lo guardo, e inarco così tanto il sopracciglio da provar fastidio agli occhi.

- Non so se mi faccia più ridere il fatto che tu mi stia rivolgendo la parola o la tua ignoranza. Nel caso in cui te lo fossi dimenticato, viviamo tutti in questo minuscolo posto. Quindi, nessuno di noi ha una proprietà privata da poter rivendicare.

Il suo sguardo si assottiglia, diventando così serio da farmi quasi pentire di essere stata così... scortese.

- Ti rivolgo la parola solo quando è strettamente necessario, sai meglio di me quanto ti disprezzi.

E dopo questo, se ne va, lasciandomi con l'amaro in bocca, come ogni volta in cui... parliamo. Che poi noi due non abbiamo mai parlato, abbiamo sempre e solo litigato per qualche minuto per poi tornare ad ignorarci per mesi e mesi. Esiste una parte di me che vorrebbe sapere, l'altra invece crede sia meglio continuare ad ignorarlo. Infondo ho resistito senza avere un amico per tutti questi anni, non credo di averne bisogno proprio ora.

Non so come sia andata a finire fra mio padre e il suo, ma quando arriva l'ora di cena, mia madre ha cucinato del pesce. Mi viene quasi da sghignazzare, ma mi trattengo quando noto il volto di mio padre.

- Quello stronzo ti ha preso a pugni?

- Agnes! – lui mi guarda male, ma non sono disposta a starmene zitta.

Non è la prima volta che Idro lo aggredisce, e non ho alcuna intenzione di far finta di nulla. Lui, suo figlio e anche sua moglie, pensano di poter trattare le persone come vogliono, ma si sbagliano di grosso.

- Stavolta me la paga!

Esco di casa ignorando le urla e i continui richiami di mia madre e di mio padre. So che mi sta seguendo, ma c'è una cosa in cui io sono molto più brava.

So correre, e sono troppo veloce per lui. Così, quando mi ritrovo fuori la porta dello stronzo, so di avere ancora qualche minuto a disposizione prima che mio padre arrivi e metta fine alle mie intenzioni.

Ma sono sfortunata, perché alla porta non si presenta Idro, bensì quell'idiota di suo figlio che, non appena mi vede, rilascia un lungo respiro.

- E tu che vuoi?

- Agnes, torna subito... Cavolo, scusami Eros. Mia figlia ha... lei ha sbagliato direzione e ...

Ma prima che mio padre possa terminare la sua patetica sceneggiata, il famigerato dio dell'Amore, ci chiude la porta in faccia.

Strigo le mani in due pugni e serro forte gli occhi pur di non dire qualcosa di cui potrei profondamente pentirmi. Vorrei che mio padre fosse più coraggioso in alcune occasioni e che si facesse rispettare di più, ma scelgo di lasciar perdere perché, quando torno a guardarlo, qualcosa nei suoi occhi mi convince a desistere.

- Andiamo.

Lo sorpasso, e per quella sera nessuno dei due apre l'argomento, ma non so fino a quando riuscirò a starmene zitta e buona.

Eros ed Agnes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora