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Quando torno a casa e sono lontana da Eros, ho modo di pensare a quello che mi ha confessato. Mia madre ha una sorella, o comunque aveva una sorella, e ora vorrebbe cercarla.

Non vorrei risultare insensibile, ma non credo abbia un gran senso farlo proprio ora. E poi ho paura. Paura che lei possa scegliere di andare via, di abbandonarmi. Non lo sopporterei. Mia madre è sempre stata un punto di riferimento per me, la amo con tutta me stessa e non voglio neppure immaginare il resto dei miei giorni senza lei al mio fianco.

Rannicchiata sul mio letto, penso a cosa potrei fare per affrontarla senza coinvolgere Penelope. Mia madre si sentirebbe tradita da lei, ma anch'io mi sento allo stesso modo. Non sono più una bambina, potrebbe parlarmene e sono sicura che insieme troveremo una soluzione. E poi penso a mio padre, che la ama tantissimo e che ne soffrirebbe almeno quanto me se lei dovesse andare via da questo posto.

Ovviamente non chiudo occhio fino all'alba, e quando i primi raggi di sole sfiorano la mia pelle, decido di uscire e di andare a parlare con Penelope, ma qualcosa, prima di farlo, interrompe le mie azioni.

Mi nascondo quando sento i miei genitori litigare, provano a tenere un tono basso ma con scarsi risultati e purtroppo non ci impego molto tempo a capire che lui lo sapeva già e che entrambi mi stanno mentendo da chissà quanto tempo.

- Potrei approfittarne adesso che è ancora estate. Non mi allontanerò molto, voglio solo ispezionare qualche altra isola della Grecia.

- Non puoi navigare da sola su una barchetta di legno ormai logora. Non te lo permetterò.

Mio padre non è mai stato autoritario e il suo timbro di voce non rispecchia la durezza delle sue parole.

- Tornerò, non potrei mai abbandonarvi.

- Non sei invincibile. Non puoi essere sicura di tornare come è già successo agli altri. Sono solo stati fortunati, e poi erano in dieci. Tu vuoi scappare da sola!

- Vorrei portare Agnes con me...

Sono sicura di avere più o meno la stessa espressione di mio padre, ora. Il cuore mi batte all'impazzata e sono così incredula da non controllare le mie azioni. Ma a questo punto credo sia meglio intervenire.

- Mamma, cosa stai dicendo?

Le loro teste saettano nella mia direzione, le loro espressioni sono sbigottite ma anche molto affrante, come se in qualche modo si aspettassero di dover affrontare questa conversazione con me, prima o poi.

- Agnes...

Mia madre avanza nella mia direzione, ma io indietreggio come se avessi paura di lei.

- Cos'è questa storia?

Sto provando a fingere di non sapere nulla per tutelare due persone che si sono fidate di me raccontandomi le intenzioni di mia madre, e per un istante vorrei che Eros fosse qui.

Il mio pensiero è stupido ed insensato. Fra di noi non è cambiato nulla, e sono sicura che non gli importerebbe se dovessi andare via.

Ma io non voglio andare via. Non ci riesco.

- Ascoltami – sussurra, mentre mio padre abbassa il capo ed esce di casa.

Questa scena mi fa inumidire gli occhi e mi domando perché lei non abbia chiesto a lui di accompagnarla in quest'avventura. Troppe cose non mi sono chiare, e ancor meno il discorso di mia madre.

Mi parla di questa sorella che dovrebbe avere qualche anno in meno di lei, ne parla come se avesse l'assoluta certezza che fosse viva e provo tenerezza quando mi racconta episodi di un passato ormai troppo lontano. Capisco il suo dolore e comprendo anche la sua speranza, ma nella vita bisogna prendere delle scelte e ho paura che le sue mi faranno molto male.

Eros ed Agnes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora