Adattarsi.
Credo sia quello che faccio da quando ne ho memoria, ed è stato uno dei primi insegnamenti impartitimi dai miei genitori non appena ho iniziato a comprendere la realtà in cui viviamo tutt'oggi.
Adattarsi a tante cose: alla carenza di cibo, ai vestiti che diventano piccoli e a lavarsi con l'acqua fredda del mare quando non abbiamo l'occasione di scaldarla con il fuoco.
Beh, almeno per i prossimi tre mesi, lavarsi in mare sarà piacevole. Meno, dover indossare vestiti che ora a malapena riescono a coprire alcune parti del mio corpo.
In questo "villaggio", molte persone hanno imparato a crearsi degli indumenti con qualsiasi cosa, ed è grazie a loro se io non vado in giro praticamente nuda.
- Agnes, dovresti seriamente imparare a rattopparti quello che indossi!
Beh, mia madre è l'ultima persona che può farmi una ramanzina a riguardo, dal momento che è negata quanto me, ma, a differenza mia, lei ha smesso di crescere.
Io, no. E devo ancora capire se il fatto che il mio seno sia così prosperoso sia un bene oppure un grandissimo disagio.
Mio padre dice che un tempo le persone si guardavano allo specchio e alcune erano persino dipendenti da un oggetto che ovviamente io non ho mai visto.
Da quel che ho capito serviva per vedere la propria immagine riflessa, o qualcosa del genere. Io, oltre quello che posso vedere, non so come sono fatta.
So che i miei occhi sono verdi e che ho i capelli biondi, del resto non me ne sono mai curata. Qui l'aspetto estetico conta davvero poco.
- Ehm, lo so. Mi va tutto stretto – sbuffo, ma lei è già uscita di casa, ignorandomi alla grande.
L'inizio dell'estate è il periodo in cui gli ultimi vent'otto superstiti lavorano di più. Questo è il momento delle provviste, questo è il momento di prepararsi a quello che potrebbe essere un inverno molto rigido.
Non sappiamo mai cosa aspettarci dai mesi che verranno, perché effettivamente ogni anno è diverso dall'altro e le stagioni cambiano in modo repentino e senza alcun preavviso.
Quindi, dopo aver provato ad abbassare la mia maglia sulla pancia, esco di casa per darmi da fare. Sicuramente mio padre starà pescando, ma quando arrivo sulla riva non lo trovo. Non c'è nessuno. Forse lui e gli altri uomini staranno girando per i boschi per cacciare qualche animale. Non se ne vedono tanti come qualche anno fa e questo non è un buon segno. Rappresentano una bella parte della nostra alimentazione e se persino loro smettessero di riprodursi, beh, in quel caso per noi non si prospetterebbe un gran futuro.
Mi siedo sulla sabbia, il sole fa bene al mio umore e il rumore delle onde che si infrangono contro la scogliera mi rilassa. Starei qui per ore, ci dormirei qui, ma non l'ho mai fatto perché i miei genitori non vogliono. Anche se non esistono pericoli nella nostra piccola fetta di mondo, loro sono ancora molto apprensivi, come se qualcuno potesse venire da chissà dove e farmi del male.
Io non mi sono mai sentita in pericolo qui, mi capita persino di sentirmi fortunata e questo fa storcere il naso a mia madre. Fra lei e mio padre, penso che soltanto lui sia riuscito ad accettare la vita che ha ora.
Chiudo gli occhi e mi stendo lasciando che qualche onda mi bagni leggermente.
Ho intenzione di restare qui per tutta la mattinata, fin quando la pelle non inizierà a scottare e il mio stomaco a brontolare. Mi sento in pace, grata. Sento le preoccupazioni scivolare via dal mio corpo mentre l'acqua mi bagna persino le punte dei capelli. Sembra il paradiso, anche se qui nessuno più crede che esista.
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Eros ed Agnes.
RomanceAlcune storie non hanno la fortuna di essere raccontate. Nessuno potrà mai venirne a conoscenza, togliendo al mondo o a quello che ne resta, la testimonianza di un amore forte come una tempesta, ma anche fragile come un fiore che prova a crescere in...