Ho freddo, la mia pelle è ricoperta di brividi e un terribile mal di testa mi impedisce persino di tenere gli occhi aperti.Eros aveva ragione, ho la febbre, e l'unica nota positiva di questa situazione di merda è poter dormire da Penelope e lasciare che lei si prenda cura di me. Mio padre è inesperto in materia, e ha subito acconsentito quando gli ho chiesto se potessi restare per qualche giorno da questa simpatica vecchietta che ora, tutta orecchie, sta ascoltando il racconto del mio ultimo litigio con Eros.
Ho evitato alcuni dettagli, ma sembra che quell'idiota la consideri una specie di diario segreto.
Lei non è cambiata nei miei confronti, non mi guarda con compassione da quando mia madre è andata via. Penelope mi ha sempre aiutata, con lei sono cresciuta e spero che resterà qui con me per ancora tantissimi anni. L'idea di poterla perdere, un giorno, o di vederla star male, mi logora l'anima.
- Potremmo chiedergli se ha una delle sue erbe magiche per il mal di gola.
- Mi è passato – mento. La gola mi arde e faccio fatica a deglutire, ma non mi prostrerò ai suoi piedi per chiedergli un favore.
Penelope non si beve la mia bugia, ma non insiste. Sa che quando non voglio fare una cosa, non c'è verso di farmi cambiare idea. Mi conosce meglio di chiunque altro, e meglio di chiunque altro sa quello che mi ronza per la testa.
- Non devi sentirti in colpa. Tua madre sta portando avanti la sua battaglia e tu non eri costretta a seguirla.
Razionalmente la penso come lei, so che ha ragione, come so che mia madre non ha battuto ciglio quando le ho chiesto di restare. Siamo sempre state molto diverse: lei razionale, io per niente. E questo mi spinge a fare cose che non dovrei fare.
- Non è così facile – sussurro, poggiando il mento sulle mie ginocchia. Da questa postazione, ossia dalla finestra della casa di Penelope, posso vedere ogni movimento.
Gli abitanti del villaggio continuano le loro vite: c'è chi si gode la giornata di sole, chi va a caccia e chi torna con un bel bottino dal mare. E poi c'è lui, seduto sotto un albero a leggere un libro.
- Febe è una svergognata!
Dice di punto in bianco. Ha notato dove è puntato il mio sguardo, e forse anche i miei pensieri.
- Lo penso anch'io. È inammissibile che una donna di quarant'anni posso provare attrazione per un ragazzino di diciassette anni. Dovremmo dirglielo e farla vergognare.
Il suono della sua risata interrompe la mia sfuriata.
- Che c'è? – mi imbroncio e lei mi guarda con tenerezza, come se fossi un coniglietto in procinto di essere ammazzato.
Maledetti conigli e maledetto lui.
- Ai miei tempi si chiamava gelosia.
- Pensi che Febe sia...
- Lasciala perdere quella, io parlavo di te.
Il mio sguardo ricade nuovamente su Eros, che sembra assorto in un mondo tutto suo. Non posso negare che sia affascinante così concentrato, ma ammetterlo a questa impicciona al mio fianco rappresenterebbe la mia fine.
- Io dovrei essere gelosa di quello lì? Non so neanche cosa significhi esserlo.
- Significa esattamente quello che stai provando adesso, e non c'è nulla di male. Siete giovani, belli e vi piacete. Febe, né nessun'altra, rappresentano un problema per voi.
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Eros ed Agnes.
RomanceAlcune storie non hanno la fortuna di essere raccontate. Nessuno potrà mai venirne a conoscenza, togliendo al mondo o a quello che ne resta, la testimonianza di un amore forte come una tempesta, ma anche fragile come un fiore che prova a crescere in...