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Eros ha lo sguardo fisso sul suo obiettivo. Muove i remi, spinge con tutte le sue forze, ignorandomi completamente.

          Non ci rivolgiamo la parola da quando io gli ho lanciato l'ennesima sfida, da quando io ho assunto un atteggiamento da spavalda che inizia a vacillare man mano che ci avviciniamo all'altra parte dell'isola.

          Su questo pezzo di terra potrebbe esserci mia madre, anche se, e ne sono sicura, si sarà addentrata in una parte di bosco che io ed Eros non possiamo esplorare, se non vogliamo perderci.

          In realtà non so quali siano le sue intenzioni, perché abbia scelto di allontanarsi dal nostro villaggio, e soprattutto capisco ancor meno il motivo per il quale sembri così arrabbiato.

          Dopo aver scoperto la verità, il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato. Mi è quasi parso gentile, premuroso e intenzionato a sistemare le cose con me. Non abbiamo litigato, non ci siamo offesi in alcun modo e so che sarebbe successo altro, ieri sera, se solo Penelope non ci avesse fermati.

          Tutto questo mi confonde, mi sconforta e mi innervosisce.

          I suoi gesti sono frenetici, spazientiti, come se non avesse alcuna voglia di fare quello che sta facendo. Per questo, quando raggiugiamo la spiaggia e lui scende dalla barca di fretta e furia, io non riesco a controllarmi.

-       Perché mi hai portata qui? – spalanco le braccia e il mio tono alto non è di certo quello di una persona che ha posto questa domanda con la massima calma.

Credo di avere un problema: il mio umore dipende dal suo.

Se lui mi tratta male, io lo tratto male.

Se lui mi tratta bene, io mi sciolgo come neve al sole.

-       Perché ne avevo voglia.

Va a sedersi ai piedi di un albero, allunga le gambe e poi chiude gli occhi come se non avesse fatto qualcosa di estremamente strano. E non mi riferisco al posto in cui mi ha portata, ma a tutto il contesto e soprattutto al suo atteggiamento da quando, questa mattina, siamo andati a pescare.

Vorrei trovare le parole giuste per spiegarglielo e non sembrare patetica, vorrei entrare nella sua testa e provare a capire i suoi pensieri. Vorrei che le cose fra di noi fossero più semplici, e vorrei non essere così istintiva quando si tratta di lui.

Ho sempre pensato di essere una dura, una persona capace di mantenere il punto. Non mi sono mai lasciata condizionare dalle emozioni, ma questo prima di permettere a lui di entrarmi dentro e di non uscirne più.

Scoprire la verità mi ha aiutata, ma non avevo bisogno di questo per confermare quello che sento quando sono in sua compagnia. Non mi sono mai sentita così viva in tutta la mia vita, come negli ultimi mesi. E anche se è partito tutto con un litigio ed è proseguito con infiniti battibecchi, credo che il nostro rapporto sia la cosa più pura che potesse capitarmi.

Questi pensieri mi fanno mettere da parte il mio orgoglio; i miei piedi entrano in contatto con la sabbia umida e man mano che mi avvicino a lui, sento delle leggere pulsazioni diramarsi in ogni parte del mio corpo. Spero soltanto che lui non se ne accorga e che non si chiuda in se stesso proprio ora che ho trovato il coraggio di parlargli e di fregarmene delle conseguenze.

-       Pensavo che questa fase l'avessimo superata.

Eros inarca un sopracciglio al suono delle mie parole, forse le meno adatte per uno come lui, ma se non faccio le cose a modo mio, nulla avrebbe senso. Potrei risultare ridicola, potrei aver sopravvalutato la potenza del suo sguardo pochi attimi prima che le nostre labbra avrebbe potuto sfiorarsi. Potrei aver travisato, ma preferisco provare a parlargli, piuttosto che fare altri mille passi indietro con lui.

Eros ed Agnes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora