«Perché non glie rispondi, almeno?»
Chicca parla davvero tanto. Lo sprona, gli fa ramanzine su cose che già sa e a cui dovrebbe solamente dare ascolto, una volta per tutte. Ma nulla attira davvero la sua attenzione come quella domanda.
Le chiederebbe scusa in ginocchio, se ne avesse le forze, che ogni parola ripetuta più di una volta è tempo perso.
Lui è tempo perso.
Ha la fortuna, però, di avere un'amica testarda e che gli vuole bene a tal punto da mettersi pazientemente a spiegargli la vita come se si stesse rivolgendo ad un bambino confuso; ha trasformato il tavolino del salotto in un teatro di marionette, i cui protagonisti sono bicchieri, posate, tutti gli utensili a sua disposizione.
Manuel, ad esempio, è un coltello col manico nero.
«E che glie dico?»
Accanto ad esso ce n'è uno identico, ma col manico bianco: Simone. Chicca l'ha posizionato nel verso opposto al proprio, quasi come se si stessero guardando le lame, i volti, le anime. L'uno aspetta risposte che l'altro non riesce a formulare, che queste hanno bisogno di un certo ordine, di una quantità almeno accettabile soggetti, predicati e complementi.
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Finestrini sporchi, anime pure | Simuel
Fanfic''Saprete chi sono prima che lo sappia io'' | AU. Copertina di @TiOxBoRd [su twitter]🖤