L'epilogo (o gli epiloghi) saranno la fine di tutto, ma pubblicare l'ultimo capitolo è comunque per me un'emozione immensa. Spero lo trattiate con la stessa dolcezza che ho sentito io scrivendolo, e spero sia all'altezza di ciò che stavate aspettando.
Vi voglio bene.
Buona lettura ❤
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«Mi spieghi perché continui a parlargli tramite twitter?»
Chicca ha sulle spalle ore ed ore di esasperazione che esorcizza tramite lo sfregare della grafite su quel foglio già consumato da bordi, luci e ombre di una figura a tratti inquietante, ma nel quale Manuel si rivede più di quanto faccia nel suo riflesso allo specchio.
Sono giorni che egli non se ne cura, che l'anima incolta si riempie di sterpaglia. Non ha la forza per reciderla definitivamente, per cui preferisce non vederla crescere, limitarsi a sentire e ad accettare che questa, prima o poi, finirà per seppellirlo. E si assicura che ne rimanga un'immagine veritiera, ai posteri - se mai ci sarà qualcuno a volerla ammirare, per amore o pietà.
Al non ottenere una risposta, la ragazza reagisce afferrando e calcando col carboncino tutt'attorno alla figura, facendo abbastanza rumore da attirare probabilmente l'attenzione dell'amico. «Ancora non ho capito perché mi hai chiesto di farti 'sta specie de ritratto.»
«Hai sempre detto che 'n me faccio mai 'na foto, mo' che te ne chiedo una te lamenti pure?»
Alza lo sguardo dal foglio e osserva il Manuel in carne ed ossa seduto sul letto con le spalle alla testiera, le braccia incrociate e lo sguardo di nuovo fisso sulla porta - visione che le fa credere che il movimento avvertito precedentemente non sia avvenuto davvero -, esattamente come l'aveva trovato quella mattina quando era piombata a casa sua.
E quella precedente.
E quella prima ancora.
Non aveva pensato al fatto che quella strana richiesta - che è subito diventata l'immagine del profilo di quel social maledetto - fosse un tentativo di farle capire come si sentisse e non un semplice modo per tenerla occupata durante il tempo infinito dei suoi silenzi.
