❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜: 𝖠𝖥𝖳𝖤𝖱𝖬𝖠𝖳𝖧 ❰

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" perché non mi rispondi, insomma?! Non startene lì ferma e dimmi qualcosa! Qualsiasi cosa! Che mi odi! Che ti dispiace! Che avevi una ragione dietro! Che vuoi provarci ancora! Ti prego! Tutto ma non farmi questo! "

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Da ieri notte non aveva smesso di fissare quella fotografia.
Anche quando dormiva, cercando riposo dopo il terzo processo, riusciva a vederla chiara e cristallina.
Quella posa.
Quel contenuto.
Quell'intento.
Non c'erano dubbi che l'avesse fatto.
Aveva tutti i motivi, anche se stupidi a suo parere, per agire in quella maniera.
Nonostante ciò una parte si sé si domandava "perché? ".

Perché farlo? Lo odiava così tanto?
Perché farlo? Non se ne sarebbe pentito?
Perché farlo? Perché farlo?
Andava sempre così con ogni individuo che reputava indecente.

Il suo cervello le diceva semplicemente come fossero dei bastardi, senza animo né empatia, disposti a fare di tutto per il loro compiacimento.
Niente di più, niente di meno.
Le persone così non meritano spiegazioni.

Mentre il suo petto le poneva sempre questa domanda: perché?
Perché comportarsi in maniera così vile?
Perché ferire gli altri per il proprio compiacimento?
Voleva sentire le loro spiegazioni.

Forse era proprio questo contrasto che l'aveva portata sulla strada del giornalismo. Tuttavia, alla fine del giorno, anche se avesse ottenuto le sue benedette risposte, li odiava con tutta la propria anima.
Proprio come odiava quella persona nella foto.

Un azione che aveva scaturito una reazione a catena enorme, oppure una parte del dominio che cade?
Qualsiasi ruolo avesse preso parte una cosa non vedeva l'ora di fare: usare ciò contro di lui.

Ancora non era soddisfatta da quell'attacco ed ora non solo aveva del materiale da ricatto, ma anche in motivo in più per odiarlo? Due numeri importanti in questa equazione complicata, quale risultato era solo uno: la derisione cui verrà sottoposto.

Si poteva definire sadica o giusta per questo? Forse proprio entrambi. Rimaneva un motivo per alzarsi quella mattina nonostante il processo e... L'incontro con Haruki.

Non ne voleva proprio parlare.
Lo detestava e, per quanto avesse provato a convincersi del contrario in passato, dopo l'inizio del killing game non poté far altro che vederlo alla stessa maniera. Oh, sapere di avere una storia dietro con quel soggetto la irritava ancor di più. Non poteva fare a meno di rosicare e mangiarsi le unghie lunghe al sol pensiero, cosa che stesse facendo inconsciamente in quel momento.

Basta, non pensarci più.
Ci sono fin troppe cose a cui pensare.
Non solo questa nuova informazione, non solo la presenza di quello, in mezzo c'erano anche le varie morti ed il processo.
Anche qui, al sol pensiero la negatività cercava di divorarla dall'interno velocissima.

〔 𝙊𝘽𝙎𝙀𝙎𝙎𝙄𝙊𝙉, 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘢𝘥 𝘰𝘤 〕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora