❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗩: 𝖸𝖮𝖴 𝖭𝖤𝖤𝖣 𝖳𝖮 𝖣𝖨𝖤! ❰

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" va bene essere arrabbiati certe volte, è una parte di ciò che ci rende umani dopotutto "

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Quei piccoli ricordi li collezionava come tesori. Non importava quanto insignificanti fossero, per ella valevano più dei soldi.
Il caldo.
L'affetto.
Addirittura le piccole litigate.
Amava esser presa in cura.
Soprattutto dalla sua cara zia.
Che la ricopriva di baci, attenzioni, e soprattutto amore.
Amava essere ammalata.
Perché diventava più importante in un attimo.
E non doveva fare nulla in cambio.
Solo fare la brava, sdraiata a letto.

Sì, aveva fin troppo ben in mente quella scena.
Era una brutta giornata non solo per l'ennesima disputa scolastica.
La pioggia iniziò senza preavviso.
Dovette correre a casa con addosso una stupida uniforme leggera.
E quando tornò a casa stava già sentendo i brividi della febbre.
Fu sua zia ad aiutarla a cambiarsi e riposarsi.
Come sempre, fu sua zia quella a dimostrarle quanto bene le volesse.
Era l'unica che si preoccupava veramente di lei.
Non papà, non mamma, tantomeno i suoi compagni di classe.

Sorrise una volta cosciente del cuscino sotto la sua testa.
Poteva dormire in santa pace.
Tranquilla.
Felice.

Dei rovi si strinsero attorno al suo braccio, conficcando le loro radici sulla spalla.
Sentiva pulsare.
Bruciare.
Il dolore l'ammazzava.
E la portò fuori dal dolce mondo dei sogni.
Verso la cruda realtà.

Fece una smorfia da quanto scavasse nella carne. Allo stesso tempo, però, era troppo debole per alzarsi e grattarsi.
Tentò di aprire gli occhi con tutte le sue forze.
Sentiva ancora Sumire chiamare il suo nome, Akihisa che cercava di calmarla ed Airi disperata in qualche possibile pianto represso.

Questa volta i ricordi la assalirono.
La pistola.
La stanza.
Il panico.
La paura.
Le urla.
Di chi erano?
Perché facevano così paura?

... Oh.

Le palpebre finalmente si aprirono, dandole possibilità di vedere.
Dove stava, dove stava, dove stava-
Cosa xlx avevano fatto?!

Cercò di usare le braccia per alzare il busto.
Mossa sbagliata.
Un minimo movimento e lo shock perforò il suo intero corpo, lasciandola immobile.
Doveva alzarsi, doveva alzarsi, doveva alzarsi-

Aspetta... Non è la stanza cui erano rinchiusi...?

Respirando affannosamente, osservò i suoi dintorni da quella posizione limitata.
Era... Era in una camera da letto dei dormitori. La sua? Eran tutte uguali in fondo.

Come ci è finita lì?
Questa volta usò mooolta più lentezza nei gesti. Analizziamo ogni singolo punto.

Il dolore.
Proveniva dalla sua spalla.
La stessa spalla cui aveva provato ad ignorare per questi ultimi giorni.
La stessa spalla cui aveva cercato di medicare in modo scorretto per non far preoccupare nessuno.
Insomma, era solo un taglietto... Giusto?
Perché faceva così male adesso?
Il braccio buono si mosse, andando a toccare con la mano l'arto opposto.
C'erano delle bende. Liscie. Molto probabilmente più pulite di quelle lasciate.

〔 𝗼𝗯𝘀𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻, 𝗌𝗍𝗈𝗋𝗂𝖺 𝖺𝖽 𝗈𝖼 〕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora