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DIANA'S POV

FINALMENTE AVEVO RITROVATO MIO FRATELLO!!

Quando però la voce parlò, la mia gioia sparì.

- Non penserete mica che vi lasceremo andare così facilmente, vero? Per chi ci avete presi?

- Per degli idioti - risposi tranquilla.

Solitamente a questo punto, il nemico fa un'espressione confusa o urla.

Ma la voce scoppiò a ridere di gusto.

Io e Fra ci guardammo confusi.

- Oh ma come sei spiritosa bambina. Non ci capitano spesso delle vittime sacrificali con senso dell'umorismo -.

Fra guardò il punto da cui veniva la voce - Beh, noi siamo molto simpatici. A differenza vostra. Noi brilliamo di simpatia - disse swishando.

Feci un facepalm divertita.

Poi il mio sorriso scomparve, quando realizzai una cosa.

- Che vuol dire con "vittime sacrificali"?

- Tutto a tempo debito cara. Ma non vi preoccupate. Volevate stare insieme? Vi accontenterò - disse la voce.

Sentii delle manette stringersi ai miei polsi e sollevarmi in aria, attaccandomi al muro.

Lo stesso accadde a mio fratello.

Mi dimenai, ma le manette non fecero altro che stringersi.

Urlai frustrata, ma tacqui, sentendo un rumore metallico.

Guardai Fra, che mi guardò a sua volta.

Poi una figura emerse dall'ombra.

Era un'ombra. Ironico no?

Era letteralmente una figura fatta di fumo, che stringeva tra le mani un pugnale.

- Vediamo un po', da chi cominciamo? -.

Alternò lo sguardo tra me e mio fratello.

Io nel frattempo pregavo perché papà ci trovasse.

- Beh, direi di dare il benvenuto agli ospiti, che dici ragazzino? - chiese guardando Fra, per poi avvicinarsi a me.

Sentii mio fratello insultarlo in tutte le lingue che conosceva.

- STALLE LONTANO!! VERME!!

- Su su, quanta agitazione. Sai, è scortese disturbare gli ospiti durante l'antipasto -.

Mio fratello si dimenò, tentando di liberarsi.

Quando i nostri sguardi si incrociarono, tentai di trasmettergli un messaggio.

"Tranquillo. Andrà tutto bene".

Lui non sembrava per nulla convinto.

L'ombra si avvicinò, facendo roteare il pugnale tra le mani.

L'unica soddisfazione che avevo, era che le manette mi tenessero in alto, così che non toccassi il pavimento. Per cui, ero più alta di lui.

Ho parlato troppo presto.

Le catene cominciarono a scendere.

Ora toccavo il pavimento solo con le punte dei piedi.

L'ombra fece roteare il pugnale un'ultima volta, poi mi mise la punta sotto il mento.

Premette un po', così da farmi alzare lo sguardo per guardarlo in faccia.

Sentii le catene di mio fratello fremere per i suoi movimenti.

I raggi della discordiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora