❇️☀️🫤23

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DIANA'S POV

Stavolta niente carro del sole.

Avrebbe attirato troppo l'attenzione.

Ma non potevamo neanche attraversare a piedi il Campo Mezzosangue.

Per cui, l'unica soluzione possibile, sembrava quella di teletrasportarsi fino a debita distanza dal bosco.

Presi la mano di Fra, che afferrò anche quella di papà.

Controllai un'ultima volta di avere tutto l'occorrente.

Quando riaprii gli occhi, eravamo nel bosco.

- A quanto siamo dal bosco di Dodona?

- Circa 3 km - disse papà.

Sospirai e ci incamminammo.

Potevo sentire l'ansia di tutti e tre.

Apollo si guardava intorno pensieroso.

Fra era il suo opposto. Teneva lo sguardo fisso davanti a sé, probabilmente pensando a Eco.

Anch'io pensavo a lei.

Speravo stesse bene.

Quel piano era una follia, ma doveva funzionare. Non c'era altra scelta.

A 2 km dal bosco di Dodona, ci bloccammo.

Mi voltai a guardarli.

I due mi erano sempre stati vicini, qualunque cosa accadesse.

Erano la mia famiglia.

Sorrisi e li abbracciai.

Apollo sorrise, anche se notavo le sue mani agitarsi.

Mio fratello passò il peso del corpo da un piede all'altro, agitato.

Gli baciai la fronte.

Non potevano avvicinarsi più di così.

Altrimenti avrebbero avvertito la loro aurea. Perché si.

Apollo era un dio a pieno titolo, ma anche mio fratello non scherzava con la sua aurea divina.

Mi incamminai, sotto il loro sguardo preoccupato.

Il bosco era silenzioso in modo inquietante.

Continuai a camminare, ma il silenzio era troppo rumoroso.

Dopo un altro chilometro mi fermai.

Mi guardai intorno.

Era il punto adatto.

Non avevo parlato di questa parte del piano a Fra, perché sapevo che avrebbe rifiutato con tutto se stesso.

Estrassi il pugnale dallo zainetto.

Dovevo fingere di essere stata attaccata.

Feci uno strappo nel tessuto dello zaino.

Metà della roba che c'era dentro fuoriuscì.

Rip zaino. Ma lo avrei riparato dopo.

Sparsi un po' di oggetti in giro, rompendone qualcuno.

Poi mi sedetti a terra.

Chiusi gli occhi e mi ferii alla gamba con il pugnale.

Poi lo scagliai lontano.

E ora la parte difficile. Recitare.

Non perché in sé, sia difficile. Ma perché dovevo fingere di voler stare con quella donna.

Presi un respiro profondo e urlai.

Mi sgolai al massimo, sperando che mi sentisse.

Pregavo che mio fratello seguisse il piano e non saltasse fuori dagli alberi.

Continuai a urlare.

Poi sentii un fruscio avvicinarsi.

Mi guardai intorno, cercando la figura di mia madre.

E la vidi una figura. Ma non era quella che speravo.

Ma un'empusa.

MA ZIO PERA!! CHE PALLE!!

Mi alzai in piedi, strascicando la gamba ferita, maledicendomi per averla fatta così profonda.

L'empusa mi attaccò, e io scartai di lato.

Rotolai per terra e mi rialzai con difficoltà.

Quella mi saltò addosso, e ruzzolammo a terra.

Poi sentii un urlò e l'empusa si disintegrò.

Voltai lo sguardo.

Finalmente mia madre era arrivata.

Mi corse incontro, accucciandosi vicino a me.

- Figliola!! Stai bene?! Che è successo?! Oh santa Gea stai sanguinando! Vieni! -.

Mi afferrò sotto le braccia e mi tirò in piedi.

Mi sostenne e cominciò a portarmi verso la foresta.

Era il mio momento.

- Grazie mamma! Stavo venendo da voi, e quella mi ha attaccato!

- Perché stavi venendo da noi?

- Perché volevo liberare Eco! E perché mi sono resa conto di aver bisogno di una madre che mi voglia bene. Apollo non è un bravo genitore -.

Ovviamente non pensavo nulla di quello che avevo appena detto. A parte la cosa di liberare Eco.

- Perché volevi liberare Eco? È con noi

- Lo so. Ma Narciso non è affidabile. Non deve avvicinarsi a Eco!!

- Oh bambina, sei un angelo. Va bene, se rimarrai con noi, prometto che Narciso se ne andrà.

- E libererete Eco?

- Se tu sei felice con noi bambina mia -.

Vedevo l'entrata del bosco di Dodona a poca distanza.

Era quasi il momento.

Ci stavamo avvicinando sempre di più all'entrata.

Forza! È il momento! Ma dove sono?!

5 metri...

Che fine avevano fatto?!

3 metri...

Vi prego vi prego vi prego vi prego.

1 metro...

No no no no no no no no no no no no no.

Ormai avevamo varcato l'ingresso del bosco di Dodona.

Mi voltai leggermente per guardare il bosco che avevamo appena lasciato.

Cosa era successo? Stavamo bene?

Perché non erano intervenuti?

Che mi volessero lasciare lì davvero?

No. Cancellai l'ultimo pensiero dalla mente.

Mentre zoppicavo, sorretta da mia madre, mi sentii sempre peggio.

E non per via della ferita, che sanguinava a fiumi.

Ero tornata nelle loro mani.

Ora avrei solo complicato le cose.

Imprecai tra me e me.

Eco....ti sto raggiungendo....

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Buonasera!! So che probabilmente mi state odiando! Ma shish!

No ok. Sorry. Nano tocca a te.

Byeeeee

I raggi della discordiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora