🌫️👁️☀️- 16

11 3 24
                                    

DIANA'S POV

Non ero in una stanza buia.

Strano!

Ero su una barca. Lungo un ruscello.

La barchetta andava avanti da sola.

Era abbastanza tranquillo come viaggio.

Sulle sponde del fiume però, c'erano molte persone.

Non le avevo mai viste, eppure ero sicura di conoscerle.

Un uomo con la barba grigia, da cui uscivano letteralmente delle scintille, stava parlando con altri due uomini.

Uno con un grande tridente in mano e l'altro con un lungo mantello nero pece.

Voltai lo sguardo e vidi che discutevano.

Uno stringeva tra le mani una grossa spada, e uno prendeva appunti, con una cintura spessa legata in vita.

Poco più avanti, cinque donne erano sedute su un telo.

Una stava leggendo, voltandosi ogni tanto per guardare male un'altra ragazza.

Questa aveva un bellissimo vestito di seta, e lunghi capelli che cambiavano ogni secondo.

La donna con il vestito di seta, stava facendo una treccia ad una ragazza che in grembo creava una corona di fiori.

Una donna poco distante, osservava la ragazza con un'espressione amorevole, mentre giocherellava con una spiga di grano.

L'ultima donna invece, era seduta composta, mentre sfogliava una rivista, lanciando continue occhiate all'uomo dalla barba elettrica.

Andando avanti, vidi un uomo con un calice di vino, ascoltare annoiato un ragazzo più giovane, con delle buffe scarpe alate.

Ad un certo punto, il fiume ebbe una svolta.

Sulle sponde comparvero altre due persone.

Due fratelli credetti.

Lei era comodamente seduta, che lucidava un arco.

Lui invece, suonava tranquillamente un'arpa, sorridendo al dolce suono della musica.

Questo bellissimo suono mi accompagnò per un tratto.

Poi, con i piedi in acqua, vidi la stessa coppia che avevo visto davanti a casa.

Ridevano. Ti tenevano per mano, e arrossivano ogni volta che si baciavano.

Sorrisi istintivamente.

Il fiume svoltò ancora una volta.

Sulle sponde, questa volta, c'era della nebbia. Come se fosse un ricordo lontano.

Due bambini giocavano a rincorrersi.

Lei scappava e lui tentava di starle dietro.

Ad un certo punto il bambino cadde.

Vidi qualche goccia di sangue uscire dalla sbucciatura sul ginocchio.

Senza un motivo apparente, la preoccupazione mi strinse il petto.

La bambina tornò indietro e si inginocchiò accanto a lui.

La vidi estrarre una scatolina di cerotti.

Cominciò a canticchiare una canzone in greco antico.

Lui la guardava sorridendo.

Quando smise di cantare, lui aveva il ginocchio pieno di cerotti colorati.

Si abbracciarono.

Poi ripresero a giocare.

Sorrisi con dolcezza.

Molte altre scene simili mi apparvero.

Poi il fiume cominciò ad accelerare.

Mi aggrappai alla barchetta, che saltava tra le onde.

Alla fine si schiantò sul terreno.

Mi rialzai. Sbarrai gli occhi alla scena che mi trovai di fronte.

Il Tartaro. L'avrei riconosciuto sempre.

Ma...non ci ero mai stata...giusto?

Scene orripilanti mi si presentarono davanti.

Ognuna era peggiore di quella prima.

Ma una cosa avevano tutte in comune.

C'erano sempre i due ragazzini.

Cominciai a sentire rumori sempre più forti.

Mi presi la testa tra le mani.

Basta. Basta! BASTA VI PREGO!!

Urlai straziata.

Aprii gli occhi.

La prima cosa che vidi furono delle padelle volanti.

Tutto normale insomma.

Vidi i miei- no.

La donna e l'uomo che credevo i miei genitori, erano ricoperti di graffi.

Grosse piante si muovevano attorno a loro come fruste.

La ragazza. Era lei l'artefice.

Un uomo, che brillava come il sole, scatenava un sacco di raggi lucenti sulla coppia.

E infine lui. Che con un arco lanciava padelle.

Lo guardai bene in viso.

Un improvvisa fitta alla testa mi vece vedere sfocato.

Poi ripresi a sentire il resto del mio corpo.

Sentii il sangue scorrere a fiumi all'altezza dello stomaco.

Vidi l'uomo che stava riuscendo a liberarsi dai rampicanti.

L'istinto prese il sopravvento.

Mi alzai in piedi e, zoppicando, lo raggiunsi alle spalle.

Estrassi un pugnale che non ricordavo di avere e lo colpii al petto.

Lui fece un verso strozzato e scomparve.

La donna urlò, scioccata e furiosa.

Scomparve.

Io guardai gli altri, che erano rimasti immobili, scioccati.

Sorrisi leggermente, poi caddi a carponi, stringendomi lo stomaco.

Non svenni. Ma posso dire che lo avrei preferito.

###################################

Hello!! Spero vi piaccia!!

Nano so che è un po' tardi, ma ho troppa ansia!!! Tu provaci, ma in caso non ti preoccupare.

Byeeee

I raggi della discordiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora