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DIANA'S POV

Mi svegliai un po' stordita.

Mi guardai intorno.

Ero nella mia solita stanza.

Ma avevo le manette.

- Mamma? Perché ho le manette?

- Oh tesoro, scusa. È solo... precauzione

- per cosa?

- Non ti preoccupare tesoro. Vieni -.

Mi liberò dalle manette e mi condusse al tavolo dove aveva apparecchiato la colazione.

Mentre mangiavo, mi osservavo.

Qualcosa non quadrava.

Cosa era successo al mio polso?

E le ustioni sulle gambe?

Perché mi sentivo...vuota?

- Mamma, posso andare fuori?

- Oh no tesoro. Puoi solo andare nel giardinetto qui dietro. E non superare la recinzione -.

Mi alzai e uscii.

Non avevo nulla da fare, quindi mi sedetti a terra e cominciai a giocare con un bastoncino.

La mia testa continuava a pensare.

Qualsiasi cosa. Tutto.

Ma l'unica conclusione a cui arrivavo era: questa è casa mia.

Ma allora perché mi sentivo come se mancasse qualcosa?

Ad un certo punto sentii dei rumori al di là della recinzione.

Mi alzai e mi misi in punta di piedi per sbriciare dall'altra parte.

Dei rampicanti correvano sulla rete, quindi ci appoggiai i piedi sopra.

Sentii subito un forte dolore al piede.

Dovevano esserci delle spine.

Ma la mia curiosità superava il dolore.

Mi spinsi con i piedi e mi aggrappai al bordo della recinzione.

Non vidi nulla per un po'.

Ma proprio quando stavo per andarmene, sentii delle foglie muoversi e gli alberi sussurrare.

Poi sentii la voce di una ragazza urlare.

Sembrava molto agitata.

Esitai un momento, poi decisi di correre ad aiutarla.

Mi arrampicai senza troppe difficoltà, quando sentii un urlo.

Mia madre.

- Cosa stai facendo?? È pericoloso di là!!

- Ma c'era una ragazza che sembrava avere bisogno di aiuto! - replicai.

- una ragazza? Non può essere...no, se ne è occupato lui...vieni rientriamo -.

Ma prima che potesse tirarmi all'interno, sentii di nuovo un urlo.

Sentii anche un gemito, ma sembrava maschile.

- Sentito?! Dobbiamo aiutarli! - dissi lasciando la mano di mia madre.

Mi arrampicai di nuovo sulla recinzione.

E questa volta riuscii a vedere le due figure.

Quando vidi in faccia la ragazza, un improvviso capogiro mi fece scivolare.

Caddi a terra, massaggiandomi la tempia.

- No!! Non puoi uscire di qui!!

- E-era familiare....-.

Vidi mia madre imprecare.

Mi afferrò per il polso, e io lanciai un gemito di dolore.

Faceva male. Molto male!

Lei lo ignorò e continuò a trascinarmi dentro casa.

Mi rimise le manette, ancora più strette di prima.

- Ma dov'è finito tuo padre?!

- M-mamma perché quella ragazza...mi era familiare? La conosco?

- Non preoccuparti di questo cara

- Ma io voglio sapere! E perché mi metti queste manette? Cosa è successo al mio polso? E-

- Amore per favore non è il momento

- Perché mi sento così strana? È come se avessi dimenticato qualcosa. Forse-

- STAI ZITTA!! - urlò con occhi fiammeggianti.

Tacqui scioccata.

Passò molto tempo.

Mia madre faceva avanti e indietro.

Quando finalmente papà entrò, aveva i vestiti strappati e i capelli spettinati.

- Dove sei stato?!

- ehm c'è stata qualche....complicanza...

- Ho notato!! - mi indicò - sta ricordando!

- cosa facciamo?

- Non lo so!! Dimmelo tu!! -.

Io nel frattempo seguivo la scena confusa.

Ricordare cosa? Fare cosa? Che complicanza? Cosa stava succedendo?

Mamma si avvicinò e mi prese il mento tra le mani.

Mi costrinse a guardarla negli occhi.

Questi si illuminarono e passarono dal verde al rosso.

Se poco prima la mia testa era piena di domande, ora si svuotò.

Non pensavo a niente. Non sentivo niente. Non vedevo niente.

Sentii anche delle mani sul mio petto.

Ma non avevo le forze per capire cosa stessero facendo.

Sentii le catene appesantirsi sui miei polsi e mi lasciai cadere sul lettino.

Buio.

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600 parole tonde tonde!!

Spero vi piaccia!!

Nano ti prego aggiorna *faccia da cucciola* plssssss

Byeeeee

I raggi della discordiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora