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DIANA'S POV

Vomito. Vomito. VOMITO!!

Questo è quello che volevo fare dopo che Narciso mi aveva baciata.

Ora lui era a terra agonizzante per un piccolo bernoccolo.

- Allora ragazze, ce ne andiamo? - chiese mio fratello.

Io incrociai le braccia ma sorrisi.

Poi indicai le manette alle caviglie di Eco.

- Come facciamo? - chiese Eco.

Fra si accucciò di fronte a lei, osservando le manette.

Mi guardai intorno, sentendo mia madre urlare infuriata.

Non avevamo tempo.

Guardai Fra. Forse avevo un'idea.

- Ehi! -.

Quando si girò verso di me, cominciai a urlargli in faccia.

- Narciso voleva Eco!! Mi ha baciata!! Tu dov'eri?! Narciso crede di essere migliore di te!! Ha ragione?? Cosa stai aspettando?! -.

Continuai così, sentendomi sempre peggio, vedendo la sua espressione scioccata e ferita.

Quando vidi i suoi occhi inumidirsi, la mia voce tremò.

Cosa stavo facendo?? Perché?!

Vidi con la coda dell'occhio che le sue mani si erano illuminate di rosso.

Stava cominciando ad illuminarsi e a scaldarsi come un forno.

Eco mi guardava scioccata.

Io vedevo delle lacrime sulle guance di mio fratello, ma evaporavano per via del calore della sua pelle.

Dovevo agire in fretta.

Gli afferrai le mani e le poggiai sulle catene.

Appena vidi che il metallo si stava sciogliendo, tolsi le sue mani, per evitare di ustionare Eco.

Tirai un pugno alle manette, che si ruppero.

Eco, ormai libera, saltò tra le braccia di Fra, che si era calmato.

Si strinsero e si baciarono.

Sorrisi.

- Mi spiace rovinare il momento, ma voi non ve né andrete da qui - disse mia madre.

Imprecai silenziosamente nella mia mente.

Fra mise Eco dietro di sé e fece illuminare le mani.

Quando i nostri sguardi si incontrarono, lui li distolse in fretta.

Era un gesto piccolo, che qualcuno che non lo conosce bene non avrebbe capito.

Ma io, sua sorella, sentii il cuore sprofondare.

Possibile che credesse davvero a quello che avevo detto?

Entrò anche Astro in scena.

Aveva un bernoccolo in fronte.

Evidentemente va di moda.

Cominciammo a combattere, dentro quella piccola grotta.

Presi ciò che rimaneva delle catene, e le usai come frusta.

Astreo combatteva con mio padre e mio fratello.

Narciso era ancora a terra.

Mia madre invece, cercava di liberarsi dal groviglio di rovi di Eco.

Tentavo di aiutare, ma era difficile.

La stanza era piccola, e c'erano raggi, luci, rovi che volavano dappertutto.

E urla. Tante urla.

Insulti coloriti, urla spaventate.

I miei occhi volavano veloci sul campo di battaglia, cercando di aiutare in qualche modo.

Vidi una stella dai bordi taglienti volare verso mio fratello, che non se ne era accorto, impegnato a colpire Astreo.

Lanciai le catene che avevo in mano, come un frisbee.

Quelle intercettarono la stella, allontanandola da mio fratello.

Lui si voltò a guardarmi, fece una smorfia, poi tornò di nuovo a guardare Astreo.

Sentii il mio cuore frantumarsi.

Ma non feci in tempo a pensarci, perché qualcosa mi afferrò da dietro.

Sentii qualcosa di affilato premere sulla mia gola.

Ci poggiai una mano sopra, e riconobbi il bordo seghettato.

Era il mio pugnale.

Come faceva Narciso ad avere il mio pugnale??

Lo sentii urlare, e il mio orecchio chiese pietà.

- Ehi!! Fermi tutti!! -.

Parola magica??

Altro che Wingardium Leviosa!

Si bloccarono tutti.

Qualcuno urlò, ma non era chi pensavo che fosse.

- Cosa stai facendo Narciso?! Lasciala!! -.

Mia madre.

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Buongiorno!!

Non mi dilungo come al solito. Nano già lo sai.

Byeee corro a fare...*prende una lista chilometrica* tante cose...

I raggi della discordiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora