V.

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"Chris! Mi senti? Dio mio, ma cosa ti è successo!" Intravidi la figura di Matt difronte a me che teneva la mia testa fra le mani. Mi guardai intorno e notai di essere in camera del batterista. Ero svenuta? E come avevo fatto?
"Alex." Diedi voce ai miei pensieri portandomi una mano alla fronte.
"Alex? Cosa c'entra ora Tu-oh Dio. Non mi dire che Alex... Torno subito." Mi allungò un panno bagnato che mi sistemai in fronte, mentre lui uscì dalla stanza di corsa.
Alex Turner era lo stesso Alex che cantava negli Arctic Monkeys. Come aveva fatto Matt a non capirlo?!
Mi misi a sedere con le gambe che penzolavano dal letto e attesi il ritorno di Helders continuando a guardare fuori dalla finestra e dando le spalle alla porta che poco dopo si aprì.
"Stai bene?" Mi voltai di scatto capendo che quella voce non era del batterista.
"Non fare scatti bruschi o svieni di nuovo. Comunque non avevo mai fatto questo effetto su nessuna prima d'ora!" Aggiunge il moro aiutandomi ad alzarmi dal letto. Forse perché ero debole, o magari cadendo ho battuto la testa, ma risi alla sua affermazione, facendo comparire un sorriso divertito anche sul suo volto.
"Ti senti male?" Chiese fermandosi sotto la porta.
"No, come mai?" Lo guardai stranita e lui sembrò colto di sorpresa. Sorrise imbarazzato.
"Non mi stai trattando male. Secondo me hai battuto la testa. O infondo il fascino del sottoscritto potrebbe aver colpito anche te dopotutto." Sbuffai infastidita da tanto egocentrismo. Non si smentiva mai.
"Non ti smentisci mai." Scosse la testa divertito e insieme tornammo nella "tana delle scimmie", dove ci aspettavano tutti gli altri.
"Chris stai bene? Se vuoi ti accompagno di nuovo a casa.." Disse subito Matt appena mi vide arrivare con Alex.
"No Matt, sto bene! E adesso come regalo di compleanno voglio sentire una canzone degli Arctic Monkeys dal vivo!" Gli sorrisi e lui sembrò visibilmente più rilassato e raggiunse la sua batteria.
Gli altri di conseguenza raggiunsero le loro postazioni e afferrarono le loro chitarre. Alex si passò più volte la lingua sulle labbra e io non potevo ancora credere di aver ascoltato a ripetizione per giornate intere una sua canzone, ed esser riuscita a perdermi nella sua voce.

Rimasi impassibile per qualche secondo, assorta in quei pensieri, quando poi le prime note della canzone risuonarono nella stanza riportandomi alla realtà. Quelle note erano l'intro della canzone che mi assillava la testa da giorni, la stessa che poco prima mi aveva portata in un altro mondo soltanto a pensarla. Era Mardy Bum.
Turner ci sapeva fare, a cantare, a suonare, a muoversi, e lo sapeva. Il suo sapere gli dava quel tocco di sicurezza che lo rendeva irresistibile a tutte. E forse anche a me. Ma non volevo cadere nella sua ragnatela, quindi mi sforzai di concentrarmi anche sul resto della band che si dava da fare per farmi godere al meglio quella loro piccola esibizione. E ci riuscirono.
"Allora? Meglio registrata o dal vivo?" Mi chiese il batterista poggiando le bacchette su di un rullante. Alex lo guardò male.
"Le hai inviato la canzone?" Matt fece spallucce.
"In realtà ha ascoltato anche la base di Riot Van." Rimasi perplessa a quell'affermazione. L'avevo ascoltata?
"Davvero l'ho ascoltata? Io non ricordo nulla." I due mi guardarono, uno sollevato l'altro perplesso, come lo ero io prima.
"Ecco perché non mi hai mai detto nulla al negozio." Sorrise il moro e io ricollegai il tutto: la canzone che gli sentivo suonare sempre era familiare perché l'avevo già ascoltata con Matt!

Passammo un paio d'ore insieme e gli altri due membri della band si presentarono: Jamie e Andy. Erano ragazzi apposto, simpatici e mi trattavano come se fossi semore stata una del gruppo.
Arrivò l'ora di pranzo, così si prepararono tutti e scoprii presto che quando Matt aveva detto che avremmo pranzato fuori, intendeva anche il resto della band. Ma non mi dispiaceva affatto: Alex sembrava meno stronzo quando era con gli altri, anzi, mi stava simpatico e diventava ancora più carino quando rideva insieme agli altri o faceva una battuta.
Non mi accorsi che lo stavo osservando, così quando anche lui si voltò nella mia direzione accennando un sorriso imbarazzato arrossii e ricambiai timidamente.

"Andiamo con una macchina?" Chiese Andy una volta usciti di casa.
"Qualcuno dovrà prendere in collo Christall!" Urlò Matt mentre saliva al posto di guida della sua macchina che, sì, era decisamente piccola per farsì che ci entrassimo tutti senza problemi.
"Alex tu sei il più... esperto in questo campo." Jamie gli diede una gomitata sul braccio passandogli davanti e salendo nel posto davanti. Io e il moro sbuffammo contemporaneamente e salimmo in macchina. Non ci volle molto per sistemarmi sulle sue gambe e lo vidi entrare nel panico quando non sapeva più dove posare le sue mani, così risi.
"Cosa c'è di divertente?" Lo notai sorridere.
"È divertente metterti in imbarazzo, sai," risi di nuovo notando che stava arrossendo, poi posò le mani nelle tasche della giacca nera che aveva addosso.
"Beh, segnati questa giornata nel calendario perché non ne vivrai più di momenti come questi." Alzò un angolo della sua bocca e si portò agli occhi un paio di occhiali da sole che mi impedirono di vedere dove guardasse. Odiavo gli occhiali da sole per quello.

Il viaggio durò poco più di dieci minuti, poi Matt parcheggiò e scendemmo tutti.
Notai Alex stiracchiarsi per bene e massaggiarsi le cosce e mi sentii in colpa.
"So che peso come due elefanti, quindi mi dispiace per le tue povere gambe Turner." Il moro si tolse gli occhiali da sole e si avvicinò facendomi sentire ancora più bassa di quanto già non fossi. Sorridendo mi stropicciò i capelli.
"Non sparare cazzate Chris." Sbuffai sistemandomi il macello che aveva combinato lui nella mia testa, e non so se era più quelo sopra o dentro.
Raggiunsi Matt che era già entrato ed aveva chiesto un tavolo per cinque e mi sedetti accanto a lui. Alex sembrò arrivare quasi di corsa per prendersi il posto di fronte al mio, mentre Jamie e Andy si sistemarono negli altri due posti rimanenti.
Iniziammo aparlare come poco prima a casa Helders e ordinammo anche il nostro pranzo.
"Ehi Christall, perché non vieni anche tu stasera a casa mia? Ho organizzato una festicciola con alcuni ragazzi di scuola." Jamie mi sorrideva attendendo una risposta, mentre io pensavo se accettare o no. Mi guardai intorno e trovai gli altri tre ad osservarmi. Mi soffermai su Matt.
"Mi ci porteresti? Mia mamma non penso che vorrebbe accompagnarmi.." Il batterista si passò una mano suu capelli.
"Lo avrri fatto volentieri, ma sono da Cookie per aiutarlo a preparare la casa."
"Posso passare io." Il moro si offrì subito, probabilmente nemmeno aveva dato tempo alla sua testa di formulare la frase, infatti arrossì leggermente quando si ritrovò ad essere osservato da tutti quanti. Lo notai deglutire con forza.
"Se vuoi.." sorrisi leggermente e annuii, poi notai il volto leggermente teso di Matt, ma decisi di chiedergli cos'avesse in un altro momento.

Finito il pranzo, salimmo di nuovo tutti in macchina e mi portarono a casa.
Prima di aprire la portiera della macchina e scendere, Alex mi afferrò un polso facendomi sussultare.
"Alle nove?" Lo guardai.
"Alle nove." Sorridemmo intrambi. Scesj di macchina e li salutai mentre si allontanavano dalla mia casa.
Mi sentivo leggermente in imbarazzo: mi sembrava di avere un appuntamento con Turner, ma in realtà mi avrebbe semplicemente scarrozzata alla festa, come un bravo amico. Ma eravamo amici? Cos'eravamo io e lui? Scossi la testa e decisi di non pensarci, non sapevo nemmeno come mai mi interessasse tanto sapere che relazione c'era fra me e lui.

Arctic Monkeys || 505Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora