XXVII

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Mi sedetti a tavola con il resto della famiglia e iniziai a mangiare. Aleggiava uno strano silenzio, così alzai lo sguardo e trovai Julie e Drew che mi guardavano di soppiatto. Cercai di far finta di niente e sistemai i capelli sul collo. Se mi avessero visto il succhiotto avrei potuto dire addio alla mia vita sociale.
"Non ti ho sentita tornare ieri sera." Drew si pulì la bocca e poggiò i gomiti sul tavolo congiungedo le mani, in attesa di una mia risposta. Cazzo.
"Sì ho fatto un po' tardi, scusa." Tenni lo sguardo basso continuando a mangiare la carne indifferente.
"Tardi tipo che ore?" Insisteva. Sbuffai silenziosamente e iniziai a pregare.
"Le 4 penso." Se a quell'ora loro erano ancora svegli, ero finita.
"Oh, Chris, non dovresti stare fuori fino a certi orari." Sospirai sollevata.
"Mamma, ho 18 anni ormai." Posai una mano sopra la sua per rassicurarla e poi mi alzai posando il tovagliolo sul tavolo.
"Oggi vado da Matt." Annunciai uscendo dalla stanza, senza aspettare una risposta, anche perché ci sarei andata comunque.

Arrivata in camera mi buttai sul letto ed afferrai il cellulare iniziando a navigare tra le notizie. Poco dopo la notifica di un nuovo messaggio da parte di Turner apparse sullo schermo, così lo aprii.

Affacciati alla finestra.

Non capendo a cosa si riferisse, feci ciò che aveva detto e mi avvicinai alla finestra guardando prima il giardino, ma niente, poi mi voltai verso la casa di Alex, scorgendo il moro ad una finestra. Mi sorrise ed io ricambiai. Poi alzò qualcosa e la sventolò alla finestra. Strizzai gli occhi e riconobbi dopo poco che si trattava della mia maglia. Sganciai leggermente la felpa per confermare il fatto che avessi soltanto l'intimo al di sotto e mi maledii mentalmente. Alzai lo sguardo su Turner e lo trovai a ridere. Lo mandai a fanculo con il dito sorridendo e lui mi lanciò un bacio, poi scomparve dietro la finestra.

Stetti sul letto a sonnecchiare ascoltando i The Strokes fino alle quattro meno un quarto, dopo di ché mi preparai per raggiungere Matt.
Il bus mi scese alla solita fermata ed attraversai la strada per poi arrivare alla casa del batterista. Mi preparai mentalmente a dover passare venti minuti lì fuori a suonare il campanello, così alzai la sciarpa fino al mio naso e, suonato il campanello portai le mani in tasca.
Il cielo era bianco, le strade iniziavano ad addobbarsi in vista di Natale e l'aria era pungente abbastanza da farmi diventare il naso rosso come un pomodoro.
Tornai a concentrarmi sul campanello, ma proprio mentre stavo per suonare per la seconda volta, la porta si aprii e ne uscì fuori un Helders sorridente.
"Mi sorprendi, hai aperto alla prima!" Lui rise e mi abbracciò.
"Ero in camera, oggi niente batteria. Dai entra." Feci come aveva detto e mi sedetti sul solito angolo di divano, come ormai facevo da quando lo conoscevo. Lui mi seguì e si sedette dal lato opposto del divano, voltato verso di me.
"Quindi, di cosa dovevi parlarmi così urgentemente?" Chiesi iniziando a sciogliere la grossa sciarpa dal mio collo.
"Beh, è una cosa complicata... Dio Santo Chris, ti hanno rapito i vampiri?!" Rimasi inizialmente spiazzata da quello che aveva detto, poi seguii il suo sguardo e capii che si riferiva al succhiotto sul collo. Imbarazzata ci portai subito i capelli sopra.
"Turner." Tornò a poggiarsi al divano e respirò profondamente.
"Ecco, dovrei parlarti anche di lui." Si grattò il collo a disagio.
"Alex? Cos'ha fatto?" Il cuore accellerò facendomi perdere il respiro.
"No niente, volevo solo dirti che sei fortuna. Lo hai fatto innamorare." Mi sorrise e io non potei fare a meno di ricambiare. Lo avevo fatto innamorare.
"E non te lo far sfuggire, è un bravo ragazzo quando lo prendi bene, e so che tu sei una ragazza che se vuole qualcosa non si fa molto problemi per ottenerla." Lo abbracciai sussurrandogli un grazie sincero e lui arrossì leggermente.
"Quindi, non mi hai chiamata per parlare solo di Alex, vero?" Chiesi afferrando un biscotto dal tavolino difronte al divano.
"No, ti ho chiamata per ben altro." Lo vidi molto teso e questa cosa mi fece preoccupare.
"Matt, non essere così teso. Sai che sono la tua migliore amica e che a me puoi dire tutto."
"È questo il problema. Sei sempre stata così disponibile con me, sempre pronta ad ascoltarmi, a tirarmi sù il morale, ad abbracciarmi. E poi sei una ragazza così carina. Christall mi sono innamorato di te." La mia mano rimase bloccata a mezz'aria con mezzo biscotto stretto tra le dita. Cos'aveva detto?
"Matt. Sei serio?" Alzò lo sguardo arrivando ai miei occhi che lo scrutavano increduli.
"Sì. Ma non ti preoccupare per me, con Alex ne abbiamo già parlato tempo fa e a me va bene. A me basta che tu sia felice, e se con Turner lo sei, a me va bene così. Volevo soltanto dirtelo prima di partire e non vederti più per mesi." Trattenni a stento delle lacrime, posai il biscotto nel vassoio e mi fiondai di nuovo sul suo petto. Lo strinsi forte, e lui ricambiò. Non sapevo davvero cos'altro fare in quella situazione.
"Promettimi che però adesso non cambierà nulla." La sua voce mi giunse da sopra la testa ed io mi allontanai un po' per rispondergli.
"Cambiare cosa? Tu sei e sarai sempre il mio migliore amico, e ti tratterò sempre come tale. Matt io ti voglio troppo bene per perderti per una cosa del genere." Gli sorrisi e lui ricambiò.

Prima di tornare casa decisi di passare in centro, mancavano solo cinque giorni a Natale e ovviamente avevo da fare tutti i regali.
Riuscii a trovare qualcosa a Drew, Julie e Joe. Mancavano le Scimmie. Per Jamie e Nick me la cavai con due maglioni natalizi davvero bellissimi, che già sapevo mi avrebbero tirato in faccia. Per Helders optai per un nuovo paio di bacchette, completamente nere.
Mancava Alex. Incredibile come improvvisamente qualunque negozio non avesse nulla di decente.

Girai quasi tutta Sheffield e mi sorpresi del fatto che in un negozio su tre partissero gli Arctic Monkeys alla radio. E quella cosa mi faceva goire il cuore.
Erano le sette e la mia voglia di camminare ancora era pari a 0, così decisi di iniziare ad avviarmi verso la fermata del bus. Passai davanti al negozio di Rob, così decisi di entrare a salutarlo, e magari chiedergli qualche consiglio.
"Ehy Chris! Che ci fai qua?" L'uomo dietro il bancone mi salutò con la mano e io lo raggiunsi.
"Regali di Natale, ma sono entrata in palla. Non so cosa fare ad Alex." Lui si portò una mano al mento iniziando a pensare, poi vidi i suoi occhi illuminarsi.
"Oggi pomeriggio è stato venti minuti nella sezione dei dischi in vinile a cercare un disco, però non lo avevo in esposizione, così gli ho detto che lo avrei cercato." Si chinò per prendere qualcosa da sotto il bancone, poi ne tirò fuori il disco. Era dei Tame Impala, e conteneva solo Feels like we only go backwards.
Bam. Trovato.

Arctic Monkeys || 505Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora