Posai il pacco alla velocità della luce accanto ai nostri piedi e mi buttai sul suo petto, legando le mie braccia intorno al suo collo e sprofondando con il volto nel suo incavo.
"Christall..." lo sentii avvolgermi intorno alla vita e sollevarmi da terra, per poi farmi girare con lui facendomi sorridere fra le lacrime.
"Alex." Cercai di placare i singhiozzi, mentre sentii il moro allontanarsi leggermente da me per poi posare le sue labbra sulla mia guancia sinistra, facendomi arrossire leggermente.
Potei finalmente ammirarlo di nuovo da vicino, sprofondare nei suoi occhioni scuri e sentire il suo profumo mischiato a quello del gel che usava per tenere fermo il ciuffo corvino.
Restammo a guardarci sorridenti e commossi per una manciata di secondi, senza dirci nulla, poi decisi di parlare.
"Devo portare i CD in negozio.." dissi iniziando a piegarmi per poter afferrare la scatola, ma lui si affrettò e la prese prima di me.
"Oh, vengo anche io. Voglio salutare Rob, Turner manca sempre a tutti!" Gli diedi una botta sulla spalla mentre mi precedeva verso il negozio e lo sentii ridere. Anche se era lo stesso Alex montato e pieno di sé di quando era partito, sentivo che avevo iniziato ad accettarlo, e il mio interesse per lui era smisurato. E se me ne fossi innamorata seriamente?"Alex! Dio mio, mi sei mancato!" Disse Rob mentre andava ad abbracciarlo facendogli posare lo scatolone. Il moro si voltò verso di me e alzò un sopracciglio come per dire "Te l'avevo detto!" e scossi la testa divertita. Decisi di lasciarli parlare, mentre io mi allontanai ed iniziai a sistemare i nuovi arrivi, poi sentii i due salutarsi ed iniziai a sperare che Turner passasse a salutarmi prima di uscire. Ma sentii la porta chiudersi e sospirai, infondo mi aveva già salutata, forse ero anche stata troppo esagerata ad abbracciarlo in quel modo, per non parlare della frignata che avevo fatto.
Nel frattempo qualcuno si era avvicinato senza che io me ne accorgessi, e quando mi voltai saltai in aria portandomi una mano al cuore.
"Eh già, faccio questo effetto!" Alex era ancora lì davanti a me sorridente che mi guardava.
"Ti volevo dire che ti aspetto al bar qua di fronte. A dopo Musa." Mi stampò un altro bacio sulla guancia e senza aspettare una mia risposta uscì dal negozio e io sorridente lo seguii con lo sguardo fino a quando, attraversata la strada, arrivò alla porta del bar e si voltò verso la vetrata del negozio, cogliendomi in fragrante mentre lo osservavo. Arrossii e lo vidi alzare un angolo della bocca. Ma poteva una persoa diventare sempre più sexy, giorno dopo giorno?
"Allora da quanto siete fidanzati?" La voce di Rob mi riportò alla realtà e scossi la testa per poi tornare a concentrarmi sui CD.
"No, non stiamo insieme.." lo sentii ridacchiare e non capii come mai.
"È impossibile. Sembra davvero perso per te! Mi ha pregato in tutte le lingue del mondo per farsì che ti facessi andare da lui sul retro per farti una sorpresa!" Sorrisi pensando alla scena di poco prima, poi notai l'ora che si era fatta e corsi a prepararmi.Avevo appena aperto la porta del bar e già cercavo con lo sguardo il ciuffo moro del cantante, trovandolo ad un tavolo che guardava fuori, assorto nei suoi pensieri con una penna fra le fine labbra. Mi avvicinai sorridente e appena mi vide chiuse il quadernino davanti a lui e lo mise via insieme alla penna sorridendomi.
"Cos'è, adesso fai i compiti?" Lui rise mentre mi sedevo difronte a lui al tavolo.
"Stavo scrivendo." Mi sorrise poggiando un braccio sul tavolo.
"Una canzone?" Lui annuì e io mi incuriosii.
"Ma è una sorpresa. La sentirai soltanto una volta finita!" Mi posò un dito sul naso come si fa con i bambini, e sbuffai decidendo di lasciar perdere.Mangiammo tranquillamente e tra un boccone e l'altro mi raccontò cosa era successo agli Arctic Monkeys in quel mese. Ma non parlammo mai di noi due. Per un po' mi sembrò di averlo perso, definitivamente. Un forte nodo si formò all'altezza del mio stomaco e non riuscivo più a guardarlo negli occhi come prima. E lui sembrò accorgersene.
"Chris, tutto bene?" Si sporse sul tavolo allungando una mano verso il mio viso, per poi accarezzarmi una guancia. A quel contatto sentii il volto andare a fuoco, ma comunque quella strana sensazione non sembrava intenzionata ad abbandonare il mio corpo.
"Sì, tranquillo... potremmo andare a casa?" Alzai lo sguardo per vederlo e notai il suo sguardo preoccupato che mi scrutava per capire cosa mi fosse preso. Fece un mezzo sorriso e si alzò porgendomi una mano, che io afferrai molto volentieri sorridendo.
Sentii le sue dita intrecciarsi tra le mia e stringere la presa. Il mio cuore impazzii e l'insicurezza di prima sembrò scomparire completamente.
Uscimmo dal bar e continuammo a camminare mano nella mano mentre mi faceva domande su come era stato conoscere Edward.Arrivati davanti alle nostre case allentò lentamente la presa fino a far scioglere le nostre dita. Lo vidi tirare nervosamente l'ultimo tiro alla sigaretta per poi buttare fuori il fumo lontano da me.
"Christall, ti devo parlare." Persi un battito a quelle parole.
"Di cosa?"
"Di noi." Si passò una mano sui capelli per riportare all'ordine anche i ciuffi ribelli che si erano ribellati allo strato di gel sotto al quale erano intrappolati tutti gli altri capelli.
Io rimasi immobile ad osservarlo. Non sapevo cosa fare, avevo paura di sbagliare qualcosa, paura di perderlo. Perché io lo volevo solo per me.
"Christall, ho fatto tante stronzate, lo so. Ma tu mi hai fatto cambiare. Tu mi hai fatto diventare una persona migliore, soltanto esistendo. Tu saresti in grando di smontarmi e rimontarmi a tuo piacere. Io sono come stregato da te! E pensare che non riuscivo mai nemmeno ad imparare i nomi delle ragazze..." Arrossii abbassando il volto, mentre lui mi sorrideva fermo e sicuro di sé. Mi posò le mani intorno al volto e mi fece alzare lo sguardo fino ad incrociare il suo. Ed ecco che Alex Turner, il ragazzo sicuro di sé, provocante, sensuale e simpatico mi stava dicendo di essere mio. E io non potevo che esserne felice quanto mai in tutta la mia vita.
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Arctic Monkeys || 505
Fanfiction"Dovresti smetterla di seguirmi." Il moro sorrise continuando a passare in rassegna lo scaffale di fronte a lui. Sbuffai divertita a quella sua affermazione. 'Dovrei dirlo io a te' pensai, ma non risposi. Forse perché infondo non aveva tutti i tort...