XXXI.

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Nei giorni a seguire non riuscii a rintracciare tramite cellulare nessuno dei ragazzi, cosa che mi mandò in paranoia. Ma Rob cercava di tranquillizzarmi dicendo che erano impegnati, ed io cercavo di credergli.

Le giornate sembravano più lunghe e noiose, le loro voci alla radio mi facevano sempre prendere delle fitte al petto, ma anche se soffrivo già così tanto per la distanza, ero fiera per loro in un modo inconcepibile. Sapevo che loro erano felici e che stavano facendo ciò che gli piaceva, e quel pensiero mi rasserenava sempre.

Erano passati tre giorni ed era il 25 dicembre, Natale. La mattina mi svegliai presto e decisi di uscire per comprare dei pasticcini per far colazione, così mi coprii a dovere e iniziai a camminare per le strade di Sheffield che durante la notte si erano ricoperte di un leggero strato di candida neve.
Mi fermai al bar difronte al 505 di Mill Road, ovvero il negozio di musica, e quando varcai la soglia il ricordo del primo appuntamento con Turner lì dentro mi fece venire la pelle d'oca, e anche un piccolo sorriso sul volto.
Feci qualche altro passo verso il bancone, dove ordinai le paste da portar via e un caffè da bere lì. Mentre mi sedetti, scorsi un ragazzo alto e robusto qualche tavolo più lontano, e pur essendo di spalle, lo riconobbi subito. Andy!
"Andy!" Lui si voltò verso di me stringendo nella mano destra un cartone contenente del cappuccino.
"Christall! Quanto tempo!" Andai da lui e ci abbracciammo, erano davvero secoli che non lo vedevo di nuovo.
"Che fine avevi fatto? Ho saputo che hai abbandonato bruscamente gli altri." Chiesi sedendomi difronte a lui, senza riuscire a frenarmi e ad usare parole meno dirette per la domanda. Ma fortunatamente lui non sembrò turbato, sorrise e rispose subito.
"Durante i primi show ho sempre avuto dei piccoli attacchi di panico prima di salire. Credevo che sarebbe passato, invece ho scoperto che sarebbe soltanto peggiorato... quindi ho preferito che loro continuassero per la loro strada senza dover essergli d'intralcio." Mi sorrise sorseggiando il suo cappuccino. Io rigiai il mio caffè ormai tiepido perdendomi nei pensieri.
"Mi dispiace Andy... ma almeno adesso stai meglio, no? E poi ho sentito l'album. Dio, è meraviglioso!" Dissi euforica saltellando mentre lui si mise a ridere.
"Già, ne ho comprata una copia ad ogni membro della mia famiglia. Per i prossimi mesi in casa mia si sentiranno soltanto scimmie artiche!" Sorrisi divertita a quella sua affermazione, notando che allora non ero l'unica a cui quel cd dava dipendenza.
"Chris ma i ragazzi sono partiti in tour? Perché ho provato a contattarli, ma non mi ha risposto nessuno. Volevo anche sapere qualcosa sul nuovo bassista!" Parlare della loro partenza era un tasto dolente per me, ma mi sforzai e risposi alle sue domande.
"Sono partiti prima del previsto, senza dire niente. Ho solo trovato una lettera di Alex dove dice che hanno anticipato il tour."
"Oh, che cosa brutta... dev'essere dura senza Alex, eh?" Mi chiese con tono premuroso stringendomi un braccio in segno di affetto. Annuii sforzando un sorriso, poi lo salutai e decisi che era l'ora di tornare a casa.

Varcata la soglia, vidi Julie fare capolino dalla cucina con un cappellino rosso.
"Buon Natale tesoro! Dove sei stata così presto?" Le andai incontro porgendole il vassoio ancora caldo e lei sorrise.
"Piccolo regalo di Natale!" Lo prese e lo poggiò sul tavolo, dove poi sistemò anche quattro tazze, del caffè e del succo di frutta.
"Chris, vai a svegliare Joe, sennò le paste si raffreddano."
Annuii e salii di sopra, posando la borsa in camera mia, poi bussai a quella accanto, senza ricevere alcuna risposta. Così provai una seconda volta, una terza, poi decisi di fare irruzione.
"Joe alza quel culo dal letto e muoviti, ho comprato le paste!" Afferrai le sue coperte e le tirai giù, accorgendomi che quello sotto le coperte non era Joe, ma bensì un ammasso di cuscini. Era nei casini. Afferrai subito il cellulare e composi il suo numero. Dopo due squilli rispose.
"Chris?"
"JOE DOVE CAZZO SEI? MAMMA VUOLE FARE COLAZIONE TUTTI INSIEME!" Iniziai a camminare furiosamente per la sua stanza cercando di respirare normalmente e di non urlare troppo.
"Tranquilla, sto arrivando a casa. Sono con Alexa." Alexa?
"Sto parcheggiando, ti spiego tutto dopo." Riagganciò la chiamata e rimasi perplessa a guardare il cellulare. Stava davvero per portare la sua ragazza a casa il giorno di Natale?

Arctic Monkeys || 505Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora