XXVIII

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Rientrai in casa distrutta. La giornata più intensa dell'anno probabilmente: prima Matt che si dichiara, poi le infinite file alle casse per comprare i regali di Natale.
"Ehy Christall, ti dispiace se stasera io e Drew andiamo a cena fuori?" Julie si affacciò dal bagno mentre io percorrevo il corrodoio fino alla mia stanza.
"No mamma, vai tranquilla. Io e Joe ordineremo qualcosa." Le sorrisi e lei ricambiò, poi mi chiusi in camera, sistemando tutti i regali nell'armadio. O meglio, ce li infilai alla meglio, dato che lo spazio a disposizione era davvero molto ridotto.

Verso le otto e mezza suonarono alla porta e Joe corse ad aprire, sperando che finalmente il ragazzo delle consegne fosse arrivato. E fu così. Portò in cucina la cena, che avevamo deciso di ordinare al cinese, ed iniziammo ad ingozzarci come se fossero passati anni dal nostro ultimo pasto.
"Dio Chris, hai una delicatezza pari a quella di un elefante." Smisi di masticare i miei spaghetti di soia e lo guardai male: aveva un sushi in bocca, tutta la guancia sporca di salsa e le bacchette già pronte su un involtino.
"Tu invece fai schifo direttamente. Non ti posso paragonare a nulla!" Mi puntò le bacchette contro e finì l'involtino, poi si pulì la faccia.
"Anche quando sei a cena con Turner mangi così?" Si mise a ridere mentre buttava via le sue scatoline ormai vuote. Io sbuffai passandomi il tovagliolo sulla bocca.
"Anche se fosse? Intanto io sono fidanzata, A DIFFERENZA DI QUALCUNO QUI DENTRO!" Risi aspettandomi che ci rimanesse male, invece sorrise.
"Ecco dove volevo arrivare, sorellastrina a cui voglio tanto bene!" Spalancai gli occhi, poi sbuffai quando capii di esser caduta nella sua trappola. Mi si avvicinò abbracciandomi e lì capii definitivamente che aveva bisogno di un favore.
"Su, spara biondo." Si allontanò e mi guardò sorridente.
"Sapevo che sarebbe stato semplice. Allora, stasera ho un appuntamento con una ragazza, ma non voglio assolutamente che Julie o mio babbo lo scoprano. Quindi, chiama pure Turner qui, così se i nostri dovessero tornare prima di me mandi Alex nel mio letto e avvisi i due che io già dormo." Sorrise malignamente e io non riuscii a trattenere una risata. Aveva pianificato tutto insomma.
"E che ci fa Alex in camera tua se tanto devo dire che dormi?" Assunse uno sguardo perplesso e fissò l'aria per qualche secondo prima di rispondere.
"Non si sa mai."

Erano le nove e quaranta quando mio fratello uscì di casa, così afferrai il cellulare e chiamai il moro, che rispose dopo appena due squilli.
"Piccola!" Arrossii improvvisamente. Non ero pronta psicologicamente a questo nomignolo.
"Ehy, senti, sei impegnato?" Gli chiesi mordendomi il labbro inferiore sperando che non avesse niente da fare.
"Se dico di no mi dici di venire da te?" Sorrisi.
"Probabile."
"Allora sono liberissimo. Arrivo subito." Riagganciai la chiamata e attesi con le gambe incrociate sul divano, senza smettere un attimo di sorridere. Dopo appena due minuti sentii bussare, così veloce come un razzo andai ad aprire la porta ad Alex.
"Buonasera splendore." Il moro era poggiato con una mano al muro vicino alla porta e sulla sua faccia aleggiava la solita smorfia da egocentrico, senza la quale ormai non riuscivo a vivere.
"Buonasera egocentrico." Ci sorridemmo e lui mi lasciò un dolce bacio a stampo sulle labbra prima di superarmi ed entrare in casa.
"Comunque ti ho chiamato perché Joe mi ha messo in trappola." Turner che si era già seduto sul divano, poggiò un braccio sulla spalliera e mi guardò stranito, senza capire cosa intendessi.
"Non mi vuoi qui?" Evviva la mia grande capacità nel saper spiegare le cose!
"Nonono! Cioè, sì che ti voglio qui con me, Alex! Solo che dobbiamo coprire il culo a mio fratello dato che non vuole che i miei scoprano che stasera è uscito." Mi sedetti vicino a lui sul divano, sorrise e fece scivolare il braccio dal divano fino alle mie spalle, fino a stringermi e farmi stendere sul suo petto.
"Beh, allora qualche volta quel ragazzo fa qualcosa di buono!" Risi e strinsi la mano di Alex tra le mie, mentre lui con l'altra giocava con i miei capelli.

Passammo decine di minuti a parlare di stronzate, a ridere, a coccolarci, e deciai di non parlare della dichiarazione di Matt, almeno per quella sera.
Nessuno dei due aveva ancora toccato il tasto dolente: quello dell'inizio del tour. Ma andava affrontato anche quello, quindi presi coraggio.
"Alex?" Lo richiamai dai suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo dal tappeto al mio volto.
"Sì, Chris?"
"Mancano sette giorni." Ci fu silenzio dopo. Ci fissammo per secondi interi, fino a quando i miei occhi iniziarono a pizzicare troppo per poter riuscire a mantenere il contatto, così li chiusi e chinai la testa.
"Ti chiamerò ogni mattina per darti il buongiorno, e se non risponderai ti lascerò un messaggio nella segreteria. Ti penserò ogni qualvolta non potrò sentirti. Ti dedicherò ogni fottuta canzone. Ti chiamerò ogni sera per darti la buonanotte e farti sapere che ti ho pensata. E che mi mancherai da morire." Iniziai a piangere, lacrime grosse come zollette di zucchero. Alex senza aggiungere altro mi strinse al suo petto, dove iniziai ad impregnare di lacrime la sua maglia grigia. Ma lui non si lamentava, anzi, sentii le sue lacrime cadere sulla mia spalla e mi rabbuiai ancora di più, se ciò era umanamente possibile.
"Cazzo Chris mi sbriciolo completamente quando piangi. È come se tu adesso dovessi salutarmi con un 'Arrivederci'. Ti prometto, con tutto il mio cuore, che non ti perderò. Soltanto tu puoi avermi, e io non voglio nessun altra." Sorrisi tra le lacrime. Io lo amavo da far schifo, ero addirittura quasi pronta per dirglielo, ma la paura di rovinare il momento era troppa.
Alzai la testa sciogliendo quell'abbraccio di dolore e mi asciugai le guance con la manica del maglione, quando poi guardai finalmente il volto sconvolto di Alex, con ancora gli occhi lucidi ed una lacrima che gli rigava il volto. Mi avvicinai e posai un bacio su di essa, mentre il moro si morse il labbro inferiore. Lasciai baci su tutta la scia umida delle sue lacrime, poi lo baciai sulle labbra, labbra che già sentivo mi sarebbero mancate da morire.
"Non voglio che tu pianga per me." Aggiunsi una volta allontanati di qualche centimetro.
"Non posso farci niente, vogliono uscire per forza a vederti perché anche loro ti amano." Sorrisi divertita, poi assimilai le ultime parole che aveva detto e spalancai gli occhi. Anche loro.
" 'Anche'? Chi altro mi ama?" Assunsi un espressione furba, mentre notai le sue guance prendere un colore più acceso. Si mise a ridere e io rimasi incantata ad osservare ogni suo più piccolo particolare.
"Io."
"Mh?" Scossi la testa tornando a concentrarmi su di lui, non capendo cosa aveva detto.
"Io ti amo, Christall. Ti amo e non mi vergogno a ripetertelo. Ti amo, cazzo!" Un sorriso immenso si fece spazio sulle mie labbra, e una lacrima scese di nuovo dai miei occhi. Lo aveva detto.
"Ti amo Alex. Ti amo!" Ridemmo insieme, finendo poi per baciarci. Uno di quei baci che sono troppo belli per poter trovare la volontà di allontanarsi, anche solo per riprendere fiato.
Alex Turner mi amava.

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SCUSATE MA SONO TROPPO EUFORICA PER POTER FARE UNO SPAZIO LETTRICE NORMALE, QUINDI BO. ANDATE AD ASCOLTARVI LA NUOVA CANZONE DEI THE LAST SHADOW PUPPETS E SCLERATE CON ME. Se non sapete come si chiama, è "Bad Habits", e DIO MIO I CAPELLI DI TURNER SONO LA FINE DEL MONDO.

Ok basta, ah ps: ho anche aggiornato in anticipo♡

Se mi volete cercare su twitter, sono @scimmiartica, mentre se vi interessa andatevi a leggere la mia os sempre su Turner che trovate nel mio profilo :)

E nada, spero vi sia piaciuto, perché a me piace. E poi si dicono ti amo, quindi è bellissimo.

Alla prossima,
Martina.x

Arctic Monkeys || 505Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora