VIII.

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Il giorno dopo mi svegliai soltanto perché qualcuno irruppe correndo ed urlando in camera mia, e riconubbi dopo poco di chi fosse la voce.
"Joe, che cazzo ci fai qui?" Il mio fratellastro mi tirò via le coperte da sopra la testa ed io strizzai gli occhi prima di riuscire ad aprirli completamente.
"Oggi sono a pranzo qui da te! E i due ci vogliono dire qualcosa." Disse continuando a sorridere e non potei fare a meno di pensare a quanto fosse carino.
"Ok, cinque minuti e scendo." Mi stiracchiai nel letto sbadigliando.
"Ok" il biondo continuò a sorridermi e starsene seduto sul letto, ed io aspettai guardandolo.
"Idiota, se esci magari mi cambio!" Ridendo lo presi a cuscinare e lo buttai fuori dalla stanza per poi chiudere la porta ed iniziare a vestirmi.

Ripensai a quello che aveva detto Joe riguardo ai nostri genitori: dovevano fare un annuncio importante, magari mia mamma era di nuovo incinta, magari avevano deciso di lasciarsi, magari dovevamo trasferirci in un'altra città... O magari devi rilassarti Chris!
Dopo aver messo una comoda tuta, scesi e li trovai tutti e tre seduti sul divano con del tè e dei biscotti.
"Oh finalmente! Siediti amore." Mia mamma mi indicò un posto accando a Joe e mi ci sedetti, afferrando la mia tazza bollente e due biscotti al cioccolato.
"Quindi? Cosa dovete dirci?" Dissi infilando il primo biscotto prima nel tè e poi in bocca.
"Allora ragazzi.. io e Julie abbiamo deciso di sposarci e andare a stare tutti nella mia casa!" Iniziai a tossire convulsivamente, cosa che prese a fare anche Joe, e per poco non ci rimaniamo secchi entrambi.
Alzai la testa e trovai i due guardarci disperati, non capendo come avevamo preso la cosa.
"Beh, sono felice per voi!" Ammise Joe sorridendo, e infondo ero d'accordo con lui: ero felice all'idea di andare a vivere con il mio patrigno e il mio fratellastro, e la loro casa mi piaceva un casino.

"Quindi ti trasferisci?" Mi chiese incredulo Matt. Annuii guardandolo mentre lui non distoglieva lo sguardo dalla strada.
"È lontana la casa? Cioè, ora che ti piace la nostra band speravo tu venissi spesso a sentirci suonare nel covo." Disse grattandosi distrattamente la nuca. Mi sembrava così dolce!
"Matt tranquillo! Sono due isolati da casa mia, quindi sarò addirittura più vicina!" Gli sorrisi rassicurandolo e lui fece lo stesso.
Dopo cinque minuti arrivammo a casa sua, dove gli altri lo stavano già aspettando.
"Tu intanto puoi scendere dagli altri, io prendo qualche birra dal frigo." Il batterista mi spettinò leggermente i capelli e io annuii, incamminandomi verso le scale che portavano al covo delle Scimmie.

A metà rampa iniziai a sentire gli altri che parlavano, e riconubbi subito la risata di Alex. Mi sentii le guance avvampare, senza un valido motivo.
"Turner sei cotto di quella!" La frase pronunciata da Andy mi incuriosì a tal punto da farmi decidere di rimanere un altro po' per le scale.
"Io non mi innamoro, è impossibile! Sarà solo una cosa temporanea. Tempo due o tre giorni e tornerò come prima."
"No, seriamente amico, l'ultima volta che ti ho sentito parlare tanto di una ragazza era per ripetere quanto fosse testa di cazzo tua madre." Risero tutti quanti e decidi si entrare nella stanza. Si zittirono e iniziarono a fissarmi, per poi tirare occhiatacce ad Alex che invece mi aveva accennato un sorrisetto.
"Disturbo?" Chiesi sorridendo in imbarazzo.
"Ma figurati! Stavamo giusto parlando di qualche nuovo pezzo!" Disse guardandosi i piedi Jamie, mentre gli altri due annuivano. Soffocai una risatina e mi andai a sedere sul divano accanto al bassista.
"Dov'è finito Helders?" Chiese Andy continuando a guardare verso le scale.
"Aveva detto che prendeva delle birre in frigorifero, ma a questo punto penso ci sia finito dentro." Alex sbuffò divertito e io lo osservai: era ogni giorno più carino.
"Bene. Io, da bravo amico che sono, lo vado ad aiutare. Cookie vieni con me?" Andy si alzò dal divano e il chitarrista annuì e lo seguì su per le scale.

Ci furono dieci secondi di silenzio totale, poi mi voltai verso Alex e lo trovai già lì fermo ad osservarmi.
"La sai suonare la chitarra?" La sua domanda mi spiazzò un po' inizialmente, probabilmente per il tono basso della sua voce, poi mi ripresi ed annuii. Avevo sempre suonato un po' la chitarra, e mi piaceva anche.
Lui sorrise e ne afferrò una acustica poco distante da lui, me la porse e si sedette accanto a me.
"Fammi sentire qualcosa." Ero terribilmente in imbarazzo, le nostre gambe si sfioravano, così come le nistre braccia, e il suo volto così vicino era ancora più bello.
"Ma mi vergogno, e non sono un fenomeno, Turner." Lui rise leggermente e continuò a pregarmi, così mi convinse e in mente mi tornò la sera in cui ci eravamo messi a cantare "Feels like we only go backwards", così iniziai a cantare e suonare.
Gli accordi me li ricordavo bene, ormai cantavo presa dal momento e al secondo ritornello si unì a me il moro, così sorrisi e chiusi gli occhi per gustarmi ancora una volta la sua voce.
Concluse lui da solo la canzone, e rimasi per qualche secondo assorta nei miei pensieri osservandolo.
"Questa canzone ci perseguita a quanto pare." Risi passandogli la chitarra e lui mi guardò divertito. la posò accanto a lui sul divano e quando si voltò di nuovo, ci ritrovammo talmente vicini che sentivo il suo respiro sul naso. Le sue labbra erano ipnotiche, tanto quanto i suoi occhi. Sentii la sua mano scivolare dalla sua coscia, alla mia, fino ad arrivare a stringermi il fianco. Si passò velocemente la lingua sul labbro per inumidirlo e in quel preciso istante sentii le guance andarmi a fuoco. Letteralmente.
"Ragazzi, il signorino Helders è stato beccato in cucina a scolarsi l'ultima birra rimasta." La voce di Jamie ci fece allontanare subito e notammo i tre entrare nella stanza senza accorgersi di nulla. Meglio così. Mi voltai verso Alex e notai nel suo sguardo un pizzico di rabbia nei confronti degli altri, ma poi si alzò e raggiunse Matt che ancora teneva in mano la bottiglia di birra, ormai quasi vuota.
"Helders sei uno stronzo!" Risero tutti insieme e io sorrisi, notando quanto legame c'era fra quei quattro.
Chissà se un giorno sarei entrata anche io a far parte del loro gruppo di amici come se fossi una di famiglia.

Arctic Monkeys || 505Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora