XXVI.

2.5K 102 2
                                    

Appena chiusi il portone, mi voltai verso il moro che mi sorrise a trentadue denti.
"Mi spaventi così." Dissi arrossendo mentre lui continuava a rimanere lì fermo a fissarmi.
"Voglio guardarti allo sfinimento. Voglio stamparmi la tua immagine nella testa per superare i mesi in cui non ti vedrò." Il nodo allo stomaco che si era formato poco prima tornò a farsi sentire. Chinai la testa maledicendo le lacrime che tentavano in tutti i modi di buttarsi dai miei occhi.
"Ehy no no, non piangere. Ok?" Mi prese il mento tra il pollice e l'indice e lentamente mi alzò il volto fino a farlo arrivare all'altezza del suo. Si era avvicinato per potermi lasciare un dolce bacio a stampo per rassicurarmi. E ci riuscì.
Mi riprese la mano e iniziò a farmi strada. Pensai che mi avrebbe portata da qualche parte in macchina, invece mi portò fino al suo portone di casa. Risi divertita mentre lui metteva le chiavi nella serratura.
"Cosa ridi?" Mi chiese perplesso facendomi entrare per prima.
"La sorpresa è un nuovo mobile nel salotto? O una nuova tovaglia per quando fai pranzo?" La sua risata riempì la stanza buia, accompagnata anche dal suono della porta che si chiudeva. Accese la luce e sorridente si avvicinò a me portandomi le sue mani agli occhi.
"Ancora meglio. Ora fai quello che ti dico io, va bene?" Annuii non riuscendo a trattenere un sorrisetto di emozione.
Iniziò a dirmi dove andare, e con non pochi problemi e risate riuscii ad arrivare al primo scalino. Seguii lo scorrimano e riuscii ad arrivare in cima.
"Gira a sinistra." Feci quello che mi disse e appena toccai con le mani una porta mi ricordai cosa c'era lì dietro: la camera da letto di Alex.
"Alex io non..."
"Chris, fidati di me." Me lo sussurrò con una voce così profonda e vicino all'orecchio destro che mi fu impossibile protestare ancora una volta. Feci qualche passo, ancora con gli occhi coperti, calpestando qualcosa che sembrava cartone da come suonava sotto ai miei piedi.
"Ecco la sorpresa." Turner fece scivolare via le sue mani dai miei occhi e la sorpresa mi si presentò subito davanti. Un letto decisamente molto diverso da quello che ricordavo era lì, a rimpiazzare quello per cui qualche giorno prima avevo stampato una cinquina sulla guancia del cantante.
"Ho buttato il letto vecchio, la mattina dopo che abbiamo litigato, prima di andare da Rob..." mi portai entrambe le mani alla bocca, incredula.
"Per me?" Chiesi con ormai gli occhi lucidi. Lui si avvicinò cingendomi la vita con i bracci. La luce dei lampioni filtrava dalla finestra e gli illuminava il volto.
"Per te. E solo per te." Mi buttai sulle sue labbra, stringendo con le mani i suojmi capelli scuri, mentre lui mi cinse la vita con le braccia, per poi farmi indietreggiare fino a toccare il letto. Si stese su di me e mi fece arrivare con la testa sul cuscino, per poi allontanarsi leggermente e guardarmi.
Le sue mani vagavano senza meta sul mio corpo, fino a quando si fermarono sull'orlo della maglia che alzò leggermente, come se avesse voluto studiare la mia reazione. In risposta portai le mie mani sotto la sua maglia, facendola alzare fino alle sue spalle. Si alzò un attimo per finire di sfilarsela, ed ecco finalmente che la fioca luce della notte illuminò il petto di Alex. Tornò a baciarmi, e stavolta la foga era aumentata davvero molto.
In poco sul pavimenti ci finirono tutti i nostri vestiti.
Mentre facemmo l'amore mi sorpresi della sua infinita paura di farmi male, della sua infinita dolcezza e di quanto fosse romantico.
Fu bellissimo.

Un ronzio giungeva insistente alle mie orecchie, cercai di ignorarlo per qualche secondo, ma poi mi rese impossibile riuscire a pensare ad altro. Sbuffai aprendo gli occhi, per poi strizzarli per colpa della troppa luce. Alzai il busto tenendomi il lenzuolo sul petto mentre mi guardavo intorno per cercare la fonte di quel fastidioso rumore.
"È il mio cellulare." Le parole biascicate giunsero dalla bocca di Turner che, con ancora gli occhi chiusi, stava comodamente sprofondato nel suo cuscino. Lo guardai e sorrisi alla visione di tanta bellezza. Aprì un occhio e mi guardò, poi sbuffò divertito e con un braccio mi ributtò giù vicino a lui. Posò il volto nell'incavo del mio collo e mi lasciò qualche bacio sulla spalla.
"Chris io devo andare da Matt. Probabilmente era lui che mi chiamava. Per la decima volta." Mi voltai verso di lui non capendo.
"Vuoi dire che il cellulare ha suonato altre nove volte stamani?" Rise sistemandosi meglio sul suo cuscino.
"Per la precisione, sei volte il cellulare e tre volte il telefono fisso. Ma tu sembrava proprio che fossi andata in letargo." Risi insieme a lui, poi lo osservai alzarsi e stirarsi. Aveva indosso soltanto un paio di boxer neri, quindi potei ammirare di nuovo tutto il suo magro corpo.
"Ehy non ti eccitare troppo tesoro." Alex ammiccò un sorrisetto mentre si metteva i calzoni e io deviai il suo sguardo arrossendo violentemente.

Tornai a casa, e fortunatamente né Julie né Drew erano lì. Soltanto Joe mi tartassò di domande idiote sulla serata, ma non risposi a nessuna di quelle e mi chiusi in bagno per farmi una doccia. Mi guardai allo specchio e vidi le condizioni dei miei capelli. Feci una smorfia disgustata e li spostai per poterli pettinare, scorgendo così la grossa macchia viola che aleggiava sulla parte sinistra del mio collo: Alex. Dopo aver constatato le dimensioni del succhiotto ed aver maledetto mentalmente il cantante una decina di volte, finii la doccia e mi preparai, per poi buttare mezzo tubetto di fondotinta sulla macchia violacea che nonostante tutto faceva capolino da sotto i capelli.
Mentre scendevo al piano inferiore per andare a pranzare, il cellulare nella tasca iniziò a vibrare, così lo estrassi leggendo il nome di Matt.
"Helders!"
"Ehy Christall! Senti, oggi hai impegni?"
"No, come mai?" Mi sedetti sul divano facendo segno al mio fratellastro che li avrei raggiunti subito a tavola.
"Perché vorrei parlarti."
"Oh." Colpo al cuore. Anche se volevo parlargli, avevo davvero molta paura per quello che avrebbe avuto da dirmi. Ma era il mio migliore amico, e non gli avrei mai detto di no.
"Va bene, vengo da te verso le quattro, va bene?"
"Perfetto, a dopo Chris." Sorrisi e terminai la chiamata, raggiungendo finalmente il resto della famiglia a tavola.

_________________________________

Ce l'ho fatta!
Scusate per il (super iper mega) ritardo, ma davvero non riuscivo a scrivere nulla!
Non che poi questo capitolo mi sia riuscito scriverlo decentemente, ma almeno l'ho scritto e non vi ho lasciato altro tempo a mani vuote :3

Quindi scusate se è abbastanza pietoso, mi farò perdonare!

Martina.x

Ps: Buone Vacanze!♡
Pps: se vi interessa, su twitter sono @scimmiartica :)

Arctic Monkeys || 505Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora