13; Isabella

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Non pensavo che l'acqua tiepida potesse affievolire il mio stato d'animo. Avevo paura di peggiorare la situazione, aumentare la temperatura e sentire ancora più freddo.

Tenevo di essere in imbarazzo con Alessandro, invece tutto quello che credevo fortemente è stato smentito.

<<Ti passo lo shampoo?>>

Annuisco. Sono completamente immersa in acqua, devo stare attenta perché potrebbe uscire qualcosa.

Avevo proposto di indossare il costume estivo, ma il ragazzo mi ha preso in giro. Ho deciso di evitare e restare come mamma mi ha fatto. Completamente nuda.

<<Non ho voglia di asciugare questo cespuglio.>>

Dico con tono di voce già stanco, sorrido quando Alessandro mi passa una papera di gomma.

<<Non sono una bambina.>>

Viene contagiato dalla mia risata, gioca con il pupazzetto sotto l'acqua e finge di affogarlo.

<<Lasciala stare!>>

Cerco di riprenderla, ma non posso fare mosse troppo complicate.

<<Forse c'è anche una rana, passamela.>>

Annuisce sempre più gioioso, io ho disconnesso completamente il cervello.

<<Mio padre ha detto che non vuole buttarle. È l'unico ricordo che ho della mia infanzia. Probabilmente non mi aiuterà, però è sempre meglio provare.>>

Dico con la mia voce tenera, Alessandro sorride in modo diverso dal solito. Sembra che mi voglia bene.

<<Ti piacerebbe scoprire qualcosa? Ricordo qualche dettaglio, insomma, il tema scolastico...>>

Annuisco. Non sono propriamente convinta, ma non posso non accettare.

<<Il tuo colore preferito era il giallo. C'era scritto che emanava la purezza delle persone, la felicità che non mancava nella vita di ognuno.>>

Sento il cuore battere forte. È veramente strano sentirlo parlare di determinate cose.

<<La scuola era tutto per te. La vecchia Bella, sorprendentemente, amava imparare cose nuove.>>

Una lacrima minaccia di uscire, ma cerco di trattenerla. Non voglio piangere, non in questo momento.

<<Non smettevi mai di sorridere, ricordo ancora il suono della tua risata...>>

Sgrano gli occhi. La sua espressione è indescrivibile. Non dice nient'altro, io rimango in silenzio.

<<Cosa?>>

All'improvviso una lacrima riga il suo volto. Prova a nasconderla, ma io riconosco il suo gesto.

<<C'è qualcosa che devo sapere?>>

Gli chiedo, nonostante io abbia la certezza che non non riceverò nessuna risposta.

<<Dimentica tutto quello che ti ho detto.>>

Annuisco. Non voglio che questo momento sia rovinato dalle parole dette per sbaglio.

<<C'è altro?>>

Mi passa la ranocchia di gomma, che lascia scontrare con l'altra. Sforza un sorriso.

<<C'è tempo, Bella. In questo momento credo sia necessario uscire dall'acqua e indossare qualcosa di caldo.>>

Roteo gli occhi verso il cielo e stranamente, mi lascio aiutare. Cerco di ignorare il suo sguardo, l'imbarazzo che provo.

Ho bisogno d'aiuto, non posso fare tutto questo in autonomia. Sto troppo male.

<<Ho accesso il camino, scendiamo in salotto e ti asciugo questo "cespuglio".>>

Mi scappa una risatina divertita. Insieme, mano nella mano, usciamo dal bagno e raggiungiamo il divano.

<<Allora, questo è il pigiama. Controllo la cena in forno e torno, tu mettitelo.>>

Annuisco. Cerco di sbirciare con lo sguardo, ma non ho una buona visuale. Onestamente non ho molta voglia di mangiare, ma il mio stomaco brontola.

Non posso ignorarlo.

<<Hai scelto il mio pigiama preferito. Incredibile!>>

Dico entusiasta, richiamandolo con le braccia aperte. Lui sorride, mi raggiunge e incomincia ad asciugarmi la chioma.

<<I tuoi capelli sono bellissimi, Bella.>>

Lo ringrazio, mentre osservo attentamente il fuoco che brucia la legna.

<<Grazie per quello che stai facendo, Alex.>>

Per Sempre// Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora