6; Alex

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Stamattina mi sono svegliato molto presto, nonostante io abbia impostato la sveglia alle sette e mezza.

Volevo dormire, cercare di sconfiggere la mia fottuta ansia. Ma non ci sono riuscito.

In questo momento sto aspettando Bella, seduto in una parte della caffetteria tranquilla e silenziosa.

Ho già ordinato qualcosa di caldo e buono, manca solamente la diretta interessata.

<<Buongiorno, mi dispiace ma ho perso la cognizione del tempo.>>

Roteo gli occhi verso il cielo e ricambio il saluto. Non smetto di osservarla mentre sorseggia il suo caffè.

<<Ti ho disturbato?>>

Non posso non chiederglielo. È sbagliato fare il puntiglioso e sembrare geloso di lei, ogni santissima volta. Ma è anche inevitabile.

<<No, non c'era neanche mio padre in casa. Stavo guardando una serie televisiva e mi sono distratta.>>

Annuisco e mi calmo.

Nonostante io non debba perdere il controllo, nonostante io mi sia impegnato per molto tempo... ogni volta che sono con lei, crollano tutte le mie difese.

<<Vogliamo cominciare? Innanzitutto, ho bisogno di sapere qualcosa in più. Hai qualche ricordo di questo ragazzo?>>

Azzardo e le chiedo con voce debole, sono sia stanco che preoccupato. Ho paura che questa situazione non porterà a nulla di buono.

<<Non ricordo niente e non ho nessuna pista. Ho parlato con mio padre e ho cercato di convincerlo, ma ha intenzione di mantenere la sua promessa.>>

Sospiro e mi guardo intorno, cercando di ignorare le lacrime che minacciano di uscire.

<<Hai controllato in camera tua? Non hai trovato nulla?>>

Ancora no. Mi piacerebbe dire di essere sollevato, ma in realtà è il contrario. Odio tutto questo.

<<Dobbiamo cercare una persona che ha fatto parte della tua vita, in passato.>>

Dico con poca convinzione, lei sembra felicissima. Sorride in modo radioso e mi afferra la mano destra, rabbrividisco.

<<Hai ragione. Posso parlare con l'unica persona che ricordo, con la mia professoressa preferita dell'epoca!>>

La sua risata compiaciuta mi contagia, d'istinto le afferro anche l'altra mano. Come uno stupido...

<<Sono ancora in contatto con lei, posso chiamarla anche subito.>>

Dice smanettando con il suo cellulare, io osservo attentamente il soffitto e sbadiglio. Ho veramente bisogno di una dormita.

<<Buongiorno Emanuela, sono Isabella. Come stai?>>

Il tono della sua voce è dolce, speranzoso e questo mi rincuora. Ma allo stesso tempo spaventa.

<<Oh bene. Ti chiamo perché sto cercando di ricordare qualcosa, e ho scoperto di essere stata fidanzata prima dell'incidente.>>

Ogni volta che sento quella parola, il mio cuore diventa polvere. Scoppia ma non di amore.

Perché quella scena mi torna in mente e non mi lascia respirare.

La mia principessa è sdraiata sulla strada e perde tantissimo sangue.

Il medico mi dice di lasciarla andare, ma io non ci riesco. Non voglio andarmene.

Prima deve guardarmi con quegli occhioni grandi e dirmi che va tutto bene. Che mi ama e tornerà presto da me.

"Tieni la mano ferma, amore mio."

<<Certo! Allora ci vediamo dopodomani, grazie per la disponibilità.>>

Chiude la telefonata e mi raggiunge con il suo passo svelto. Mi avvolge le braccia intorno al collo e mi scompiglia i capelli.

<<Grazie grazie grazie!>>

Per Sempre// Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora