18; Alex

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Era il giorno del nostro anniversario e avevamo organizzato una serata estremamente romantica.

Bella non vedeva l'ora di indossare il suo bellissimo vestito.

Ricordo molto bene il suo incidente perché mi sento colpevole, dato che quella sera sono scomparso.

La notte precedente mi arrivò una notifica e io ero convinto si trattasse di Isabella che mi ricordava per l'ennesima volta di indossare qualcosa di elegante.

Quando sono andato a controllare, ho notato che il messaggio era di mia mamma, che disperata mi pregava di richiamarla.

Non avevo bisogno di sapere altro, qualcosa doveva essere successo per forza e molto sicuramente non si trattava di qualcosa di positivo.

Ricordo ancora di essere stato molto veloce, ho chiamato mia madre e in lacrime mi ha annunciato una bruttissima notizia: nonna aveva perso la sua lotta contro il cancro.

Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con la mia famiglia, in modo particolare con lei. Per la prima volta nella mia vita, mi sono sentito solo e abbandonato.

Ero praticamente scomparso nel nulla, ho passato il resto della giornata a piangere silenziosamente, senza dire niente a nessuno, neanche a Bella.

Questo si rivelò essere un problema, dato che all'improvviso qualcuno decise di bussare alla mia porta ripetutamente.

Ero convinto si trattasse di un componente della mia famiglia, per questo mi sono avvicinato all'entrata di casa con il viso gonfio e il cuore spezzato.

<<Cerco sempre di non fare scenate, Alessandro Rina, ma sei scomparso per tutto il giorno. Cazzo, proprio il giorno del nostro quarto anniversario!>>

Queste sono le prima parole che Bella mi rivolse, nonostante il suo tono accusatorio... io non ho reagito.

Ho mantenuto il silenzio fino alla fine delle sue grida, quando era sul momento di svenire per il troppo dolore.

<<Posso spiegare, Isabella.>>

Mi pentii all'istante. Tutt'ora mi sento male quando penso alla mia risposta. Una risposta banale e che nasconde sempre qualcosa di sbagliato o ingiusto.

Dopo qualche insulto, qualche schiaffo da parte sua, Bella andò via.

Mi lasciò completamente imperterrito sulle scale del mio palazzo, senza neanche aver voluto sapere la verità.

A quel punto sono rientrato in casa, ho cercato di farle arrivare un sacco di notifiche, raccontandole l'andamento di quella brutta giornata, ma Isabella non ha più letto quei messaggi.

Quando scese prese la macchina di suo padre e, sebbene ancora senza patente, iniziò a guidare a tutta velocità sulla strada più affollata della città.

In preda ad un attacco di panico, che le ha fatto perdere totalmente la testa e il senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato il suo carattere.

Non appena sentito di questa notizia, una brutta sensazione si è presa gioco di me. Qualcosa mi diceva che la protagonista di questo incidente fosse proprio Bella.

Per essere certo che si trattasse del contrario, mi procurai delle chiavi della macchina e raggiunsi il posto dell'incidente.

Il mio cuore si spezzò nel momento in cui notai la piccola macchina di mio suocero completamente ribaltata in mezzo alla strada, il corpo di una ragazza stesa al suolo con una truppa di infermieri intorno a lei.

Quando riconobbi Isabella, qualcosa mi spinse ad oltrepassare il confine con lei.

Un sacco di professionisti mi dicevano di andarmene, ma io non ne volevo sapere niente.

La mia donna molto probabilmente stava combattendo per rimanere in vita, il giorno stesso avevo perso una parte importante di me... non poteva finire così.

Lacrime continuavano a scendere senza un domani, non avevo neanche le forze di reggermi in piedi.

Mi chinai e appoggiai la mia testa sul suo petto, per un attimo temei di averla persa per sempre.

Il medico, emozionato dinnanzi alla scena, mi disse che il battito c'era, ma che il risultato di questa tragedia non era ancora scritto e che bisognava trasportarla d'urgenza in ospedale.

Qualche giorno dopo, arrivò questo bruttissimo risultato. Isabella non aveva perso la vita durante l'impatto, ma la memoria.

Quando il dottore ci comunicò che non avrebbe ricordato più niente della sua vita passata, il nostro mondo si trasformò in un incubo.

Dopo aver passato un po' di tempo a pensare, arrivai ad una conclusione. La vita di bella era ormai stata rovinata, per giunta per colpa mia.

<<Ho causato troppi problemi. È meglio nascondere le mie tracce...>>

Per Sempre// Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora