Capitolo 7. Familiare.

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Quella mattina io e Sam eravamo rimasti a letto per tutto il tempo, a coccolarci, e devo dire che era stato davvero liberatorio dopo quel brutto incubo. Sempre lo stesso maledetto incubo. Che ormai da anni invadeva le mie notti.
"Piccola ti va di mangiare dai miei?"
Mmm. Ok. Amely, fatti forza e digerisci sua madre per un paio d'ore, non è poi la fine del mondo.
La mia vocina interiore mi pregava di non andare, ma la mia razionalità mi faceva ragionare e mi proponeva l'opzione opposta. In fondo dovevo solo sopportarla per un paio d'ore, non di più. "Dobbiamo proprio? Non ti va di rimanere un altro pò qui con me, insieme, a coccolarci, a rilassarci?"
Avevo iniziato a camminare con le dita sul suo petto, sfiorando e tirando leggermente la sua peluria, quando ad un tratto Sam afferrandomi per i polsi si mise a cavalcioni su di me e mi baciò appassionatamente.
"No Amy, dobbiamo andarci! Me lo avevi promesso."
Mi misi un finto broncio, lui mi guardò e scattò a ridere, io lo seguii a ruota.
Feci una doccia veloce, attaccai i capelli in una coda alta, misi un filo di matita e del mascara e un velo di rossetto. Indossai una gonna lunga e stretta verde militare, dei sandali a zeppa neri e un toppino che scopriva leggermente la pancia. Come orecchini misi un paio di cerchi in argento.
Ero pronta per affrontare la mia adorabilissima suocera. (Scherzo.)
In fondo non era una brutta persona, solo un pò troppo civettuola, ficcanaso e criticona.

"Amy, scendi a prendermi un pacchetto di sigarette? Io nel frattempo chiamo a Gerardi per vedere se in azienda va tutto bene."
Il mio bellissimo fidanzato era proprietario di una grandissima azienda sita a Palermo, una città vicino Castelvetrano, distante solo un oretta e mezza con l'auto. Un azienda che si occupava di creare cosmetici di una nota marca americana. E Gerardi era il suo assistente.

"Un pacco di winston blue."
"Prego, e non dimentichi il resto."
"Grazie, buona giornata."
"A lei."
Il tabaccaio mi rivolse un sorriso e continuò a servire gli altri clienti in coda. Uscii dal negozio e mi diressi verso l'auto di Sam, quando all'improvviso sentii una frenata, però per fortuna non ci fù nessun impatto, anche perchè la vittima in quel caso sarei stata io.
Un auto si bloccò a due centimetri dalle mie gambe. Sam scattò fuori dall'auto e si diresse verso di me, nei suoi occhi notai il panico.

Autrice:
Ragazze lasciatemi i commenti, e fatemi sapere cosa ne pensate, devo continuare la storia??

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