Eccoti.

Capitolo 27.

La giornata prometteva bene, apparte la presenza di quelle oche. Il sole era davvero forte ed io mi sentivo indistruttibile, dopo tutte le batoste che avevo preso nella mia vita per l'ennesima volta riuscii a superarne un'altra. Dovevo dire anche grazie a Janmark, che mi era rimasto affianco nonostante la mia diffidenza.

Quel giorno era inimmaginabilmente sexy, una camicia bianca di lino a maniche corte aperta lasciava ammirare tutta la sua sensualità racchiusa in un semplice torace nudo, fasciato da muscoli ed oscurato da un pò di peluria. Fu un colpo al cuore. Avrebbero dovuto vietarla tutta quella sensualità. Inoltre indossava dei jeans molto attillati arrotolati sopra le caviglie, ed era a piedi nudi. I capelli spettinati gli donavano un'aria selvaggia. Gli occhi erano più verdi del solito. I suoi occhi, erano costantemente posati su di me. Il suo sguardo mi scrutava con dolcezza iniziando dalle mie gambe e finendo nei miei occhi. Nuda, così mi sentivo per lui.
Una delle gemelle, Valeria esattamente, alla vista di Janmark cambiò atteggiamento. Come era bellissimo per me sicuramente lo era anche per le altre.
Gli si avvicinarono entrambe per presentarsi e lui con educazione salutò. "Ciaooo, e tu da dove spunti fuori?"
Jan sorrise e rispose, io restai ferma al mio posto a godermi la scena.
Proprio Valeria gli si sedette accanto accavallando le gambe e mostrandosi elegante e raffinata.
"Sono in vacanza, vengo dalla Francia e Will mi ha ospitato."
"Uhhh, avevo capito già da subito che possedevi qualcosa di romantico in te. Affascinante."
Lei mise una mano sulla gamba di Jan e iniziò a parlargli in francese, ovviamente io non capivo niente di quella lingua, ero più affezzionata all'inglese.
Non so perché ma iniziai ad innervosirmi, così decisi di entrare in casa per mettermi a cucinare insieme a Chan lasciando gli altri nella grandissima veranda.
"Cosa c'è da preparare?"
"Potresti preparare le tartine mentre io finisco di preparare l'insalata di riso."
"Ok, se vuoi vai a sederti, ci penso io qui, non stancarti troppo."
"No amor, stai tranquilla sono solo incinta, non ammalata."
Cosi insieme preparammo tantissime cose buone, tra cui tartine, riso freddo, insalata di pollo, insalata di verdure, macedonia di frutta, ed anche un semifreddo al limone, tutte pietanze fresche ed adatte al periodo estivo.

Mi sporcai con della maionese mentre richiusi il barattolo della stessa, così andai in bagno per ripulire l'unico vestitino che mi ero portata e che indossavo. Sentii dei passi e vidi entrare Janmark. "Oh, scusa, pensavo fosse libero."
Essendomi tolta il vestitino per lavarlo mi trovò in costume. Mi guardò e arrossì leggermente, poi si avvicinò e si appoggiò al lavabo del bagno, continuando a guardarmi.
"Sei una dea." Continuai a ripulire il mio vestito, inutilmente, essendo la maionese molto grassa, aveva lasciato l'alone. "Guardami Amelie." Si avvicinò prendendomi il mento e alzandomi il viso, portando il mio sguardo davanti al suo, lasciai cadere il vestito dentro il lavandino e mi lasciai trasportare da lui. "Amelie, io non c'è la faccio più così, è passato più di un mese ed ho aspettato che tu stessi meglio, ma tu..., io.... sono incredibilmente attratto da te."
Improvvisamente mi prese i polsi, sbattendomi con la schiena al muro, si avvicinò alle mie labbra, fissandomi negli occhi per alcuni istanti, il suo sguardo disperato mi suscitava delle emozioni forti, riuscii a leggere il bisogno di avermi sua. Sentii il suo alito caldo sulla mia pelle ed il suo profumo fresco, provai dei brividi lungo la schiena.
Si calò ancora di più su di me, iniziando a baciarmi, prima lentamente, e poi sempre con più foga. Ogni cellula del mio corpo fu coinvolta in quella richiesta disperata di amore, di contatto. Anch'io risposi a quel bacio con la sua stessa passione e disperazione. Le sue mani scivolavano lentamente sul mio corpo, mi prese in braccio da sotto il sedere, premendomi a sè, sentii la sua erezione sotto i jeans. Si stava eccitando per me, ed io per lui, ma non potevo, non volevo arrivare a tanto.