Capitolo 31.

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Mi voltai verso di lui, riuscivo a sentire il suo dolore, i suoi sensi di colpa. Il tempo passò velocemente, tra poco Chan ci avrebbe cercati, non potevamo restare ancora per molto. Mi avvicinai e piano gli sfiorai il viso, nei suoi occhi vedevo il grigio della tristezza che si portava dentro, il peso degli errori commessi dagli altri. Per la prima volta trovai qualcuno che rispecchiava il mio inferno e sentii il bisogno di fare qualcosa, faceva male, tanto male. Un'anima così buona non meritava un passato simile, nessuno dei due lo meritava. Lo strinsi forte e sentii il suo profumo, mi sentii a casa, di nuovo. "Andiamo Jan, abbiamo tanto tempo per parlare meglio, io mi fido di te." Sgranó gli occhi con incredulità, aveva pensato forse che lo avrei cacciato via, e all'inizio fu così, ma volevo almeno dargli la possibilità di spiegarmi tutto.

"Eccovi finalmente." Chan mi fece l'occhiolino non sapendo che pochi minuti prima si era scampata una tempesta. Valeria e Paola ci guardarono gelosamente. Non era mio, non stavamo insieme, ma dopo aver sentito quella confessione mi sentii più legata a lui di quanto non fosse mai accaduto nella mia vita con qualcun'altro.
Ci sedemmo per pranzare e né io né lui mangiammo tanto. Entrambi cercammo di nascondere il nostro segreto e ci riusciummo discretamente, entrambi per una vita intera avevamo indossato una maschera davanti agli altri, era diventato il mio complice.

Dopo pranzo passammo qualche ora in spiaggia, presi un pó di sole e feci un tuffo, poi salimmo, Chan tornò in paese per prepararsi per la cena di gala io restai alla casa a mare con Jan. Anche Will e Jack andarono con Chan, le gemelle invece tornarono al loro paese.

"Ci vediamo più tardi amore, fai la brava e tu stai attento." Jan si mise a ridere e poi ci diressimo dentro casa, Chan si fidava ciecamente di me tanto da lasciarmi nella sua villa al mare sola con Jan.
"Vado a fare una doccia, ho paura che si faccia tardi." Non riuscii quasi a finire la frase che Jan mi prese e mi avvicinò a se, tenendomi il viso stretto tra le mani quasi come se stesse per dirmi addio, il suo sguardo era profondo e cupo, dolce e impaurito, mi lasciai afferrare ed appoggiai le mie mani sulle sue braccia per rassicurarlo.
"Amelie, ogni tua paura è la mia, ogni tuo dolore è il mio, ogni tuo sorriso è il mio, se mi darai la possibilità, se vorrai io farò tutto ciò che mi sarà possibile per renderti libera, libera da queste tenebre, libera da questo inferno, io... io te lo prometto Amelie."
Ti amo? No, quelle parole valevano molto di più di un semplice ti amo.
Si avvicinò alle mie labbra e mi bació, fu un bacio così pieno di amore, passione, desiderio e bisogno, bisogno di salvezza, ma chi dei due era più in pericolo?
Forse avevamo bisogno l'uno dall'altra.
Sentii pizzicarmi il naso, le lacrime erano pronte per inondarmi il viso, ma questa volta le sensazioni furono diverse, piansi per la felicità, mi sentii per la prima volta libera di lasciarmi andare per seguire il mio istinto, mi lasciai andare a lui, mi sentii pronta e al sicuro, lui sapeva, non c'era bisogno di altro.
Senza staccarsi dalle mie labbra mi fece indietreggiare facendomi distendere delicatamente sul letto, si distese piano su di me, sempre continuando a baciarmi, le sue mani iniziarono a scivolare lentamente sul mio corpo, iniziando dalle mie caviglie, portandole dietro la sua schiena, sentii la sua erezione crescere sempre di più.
I nostri cuori battevano all'impazzata, era un ragazzo bellissimo, sensuale, dolcissimo e profondo, più degli abissi di un oceano.
Cercai nella mia goffaggine di toccarlo ed accarezzarlo anch'io, mi limitai a toccargli i capelli e le spalle, tirandolo a me, entrambi iniziammo ad ansimare, sentivo il desiderio di fare l'AMORE con lui.
Si spostó da me mettendosi al mio fianco, iniziò piano a baciarmi il braccio fino ad arrivare alla mia mano poggiata sul ventre, assaporando ogni centimetro. "Tu lo vuoi Amelie?" Io non risposi, ma dal mio sguardo intuì la risposta.
Mi slacció il costume scoprendomi lentamente i seni, da lì iniziò una piacevole tortura, ogni mio muscolo si contraeva sotto le sue mani, leggere e possenti, le sue labbra sfiorarono la mia pelle, dal mio collo fino al ventre disegnò un percorso misto tra baci, carezze e respiri affannati, ogni attimo sempre di più desideravo il suo corpo unito al mio, si fermò e mi sfilò lentamente le mutande del costume, si tolse anche le sue e timidamente notai la sue erezione, in tutto il suo splendore tra i muscoli scolpiti e la leggera abbronzatura sembrava un Adone.
Si sistemó fra le mie gambe e piano entró dentro di me, iniziò a muoversi lentamente ed io sentii un leggero bruciore, ma non ebbi alcun tipo di sensazione negativa, anzi, fu piacevole, i nostri movimenti combaciarono come la melodia di una canzone, i nostri cuori battevano all'unisono, iniziammo a muoverci sempre più forte fino a scoppiare entrambi in un orgasmo rumoroso ed affannato. Si lasciò scivolare fuori da me. "Amelie, ti... amo."Alzó il lenzuolo per coprirci, mi bació delicatamente sulle labbra, io mi abbracciai a lui. "ECCOTI" sussurrai, non riuscii più a percepire lo scorrere del tempo, ci addormentammo sfiniti da quel nostro momento perfetto.

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