Capitolo 19. Delusa.

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Al tavolo trovai tutti quelli della sera prima, tranne i genitori di Jack, feci il giro dei saluti e mi scusai per non essermi svegliata prima, ovviamente i genitori di Chan non se la presero, per loro ero come una figlia, come loro erano dei genitori per me.
"Buongiorno principessa."
William mi sorrise e mi fece cenno di accomodarmi. L'unico posto libero stranamente era accanto a lui e di fronte a Janmark.
Feci un cenno con la testa e lui mi sorrise. Era particolarmente attraente, più delle due uniche volte precendenti nelle quali l'avevo visto. Indossava una polo bianca, il sotto non lo vedevo perchè era coperto dal tavolo. I capelli erano morbidi e disordinati. I suoi occhi verdi ed intensi.
Mi sedetti. "Mi piacerebbe oggi andare al mare, voi che ne pensate?"
Chan si rivolse a tutti, io lasciai rispondere agli altri. Anche a me sarebbe piaciuta una bella giornata al mare, ma dovevo tornare da Sam.
"Tesoro noi di pomeriggio vorremmo riposare un pò, sai che domani papà deve partire presto." Ovviamente Cesare doveva tornare a Milano al suo lavoro. Chan annuì. "Per me va bene amore" rispose Jack. "Tu che ne dici Jan? Ci uniamo a loro?" Janmark guardò William e sorrise. "Io non potrei, ho degli impegni."
"E tu Amy, tu vieni?"
"Io vorrei venire, prima dovrei vedere se Sam è tornato da Palermo."
All'udire di quel nome notai che l'espressione di Janmark cambiò. "Comunque sono impegni che posso rimandare." Jan si intromise tra me e Will. "Ah, allora bene, Amely, manchi solo tu." Cambiò idea improvvisamente, che fosse geloso? Ma come poteva essere geloso di me? Con quale diritto? Non mi conosceva, e poi Sam era il mio ragazzo da una vita, lui era solo un conoscente.
Decisi di richiamare Sam. Il telefono squillava.
"Pronto?"
"Sam sono io, ma che fine hai fatto?"
"Amy, amore, scusami ma anche oggi ho lavorato, all'azienda c'è stata un pò di confusione con i conti, niente di grave. Tra qualche ora scendo e andiamo a mare."
La sua voce era affannata e tremolante. Ebbi l'impressione che mi stesse mentendo, ma decisi di credergli. "Ok, io vado a mare con Chan, appena finisci raggiungici. Andremo nella spiaggia sotto casa sua."
"Ok amore a più tardi. Divertiti... e, Amy, perdonami, ti amo."
La sua voce divenne più dolce, ma nonostante tutto non riuscii a rispondere a quella affermazione.
"A dopo Sam."
Sentii una morsa allo stomaco, mi impaurii per quella sensazione, c'era qualcosa che non andava, qualcosa che Sam non mi stava dicendo.
Ed avevo paura, paura di avere ragione.
Tornai al tavolo e iniziammo a mangiare, poco dopo Chan mi prestò un bikini e un copricostume e ci diressimo alla sua enorme villa al mare. Andai in auto con William.
"Quindi, come va con Sam?"
Odiavo gli interrogatori sulla mia vita privata ma comunque cercai di rispondere senza sembrare seccata.
"Tutto bene. Lui lavora, io lavoro, tra poco ci sposeremo. Tutto qui."
"Amy, stai parlando del tuo fidanzato o di un sopramobile?"
Che cosa voleva dire?
"Che significa scusa?"
"Non sembri entusiasta di questa cosa, io non sono una donna ma so per certo che tutte le donne al pensiero del proprio matrimonio non stanno nella pelle. La voce cambia e iniziano a parlare in falsetto. Tu hai ancora il tuo tono, questo è un brutto segno."
Ahahah era la verità. Rimasi in silenzio a riflettere, e purtroppo Will aveva ragione, non ero entusiasta per il matrimonio, anzi iniziavo ad avere paura per quel passo. Qualcosa dentro di me stava cambiando piano piano.
Cosa peggiore non mi andava di parlarne, non con Will.
Il viaggio sembrò interminabile, chiesi a Will di accendere la radio, passavano una canzone che io amavo: 'DON'T WORRY, BE HAPPY'.
Sembrava adatta alla situazione, non preoccuparti, sii felice. Era tutto racchiuso in quelle poche parole. Non dovevo preoccuparmi per niente, solo della mia serenità. La felicità era ben altro.
"Che lavoro fai?"
"Il solito, lavoro all'anagrafe del comune, per ora ho qualche giorno di ferie."
"Mmm, ed è questo quello che vuoi per la tua vita?"
"Non lo so, per ora va bene questo."
Arrivammo nella villa al mare e scaricammo le borse con i cambi. Io lasciai tutto nella camera di Chan. Presi un libro, un telo e scesi in spiaggia, gli altri si stavano ancora sistemando. Il sole era alto nel cielo e le rondini volavano alte. La sabbia scottava, gettai le mie cose per terra e corsi verso la riva per rinfrescarmi i piedi. Il colore bianco delle mie unghie scintillava sotto l'acqua del mare. Mi venne voglia di fare un tuffo, cosi mi sfilai il copricostume e lo tirai verso la sabbia asciutta.
Il costume che mi aveva prestato Chan mi veniva un pò troppo attillato, lei era molto più magra di me, ma essendo un bikini con i laccetti riuscii ad allargarlo un pò, era semplice, verde acqua con degli strass sparsi.
L'acqua era piacevole e calda, anche se non eravamo ancora in piena estate. Andai sott'acqua e iniziai a nuotare, era davvero rilassante. Sam. Che cosa stava succedendo tra noi? Era da un pò che le cose non erano più le stesse, dall'inizio dell'organizzazione del matrimonio ci eravamo allontanati sempre di più. Come al solito i miei pensieri facevano troppo rumore. Dovevo solo rilassarmi. Uscii dall'acqua e mi stesi al sole.
Mi addormentai per qualche ora, quando mi svegliai notai che qualcuno aveva montato un ombrellone accanto a me per ripararmi dal sole.
"Ehi piccola." Alzai gli occhi e vidi Sam venire verso di me. Mi girai a pancia in su e lui si chinò su di me baciandomi appassionatamente.
Mi era mancato, tra i nostri alti e bassi mi era mancato davvero.

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