Capitolo 17. Dubbio.

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"Amore mio, hai visto che è andato tutto bene? Sono davvero felice per te, tra pochi mesi regalerai a te stessa, e a tutti noi una creatura meravigliosa, sono fiera di te."  L'abbracciai una volta ancora e la lasciai a chiacchierare con i suoi e con la famiglia di Jack, avevano reagito tutti bene a quella notizia, per fortuna.
Io mi sentivo particolarmente brilla, avevo bevuto altri due bicchieri di vino, e per una che beveva solo spumante una volta l'anno per capodanno, cinque bicchieri di vino erano davvero troppi.
Mi diressi nel terrazzo sito nel lato opposto della casa, un enorme terrazzo in marmo bianco che si affacciava su un giardino pieno di alberi e fiori con al centro una fontana. L'aria fresca mi aiutava a ritrovare un pò di lucidità.
Sentii dei passi dietro di me, mi voltai e vidi Janmark avanzare con passo felino verso di me, si era tolto la giacca e aveva arrotolato le maniche della camicia lasciando gli avambracci scoperti. Era davvero sexy. Il suo tatuaggio era troppo familiare. Mi venne da ridere. "Mi trovi divertente Amelie?" La sua voce era roca e cupa. Sentii i brividi attraversarmi il corpo.
Perchè quello sconosciuto mi provocava quegli effetti mai provati? Che cosa mi stava succedendo? Abbassai lo sguardo e mi appoggiai al cornicione. Ad un tratto mi sentii in imbarazzo. Perchè sotto il suo sguardo mi sentivo nuda? Perchè quest'uomo mi faceva sentire così? Perchè??? Stavo impazzendo.
"Che cosa vuoi da me? Io non ti conosco."
"Sai come mi chiamo, è già un piccolo passo." Mi rivolse un sorriso bellissimo, i suoi denti erano bianchi e perfetti e le sue labbra carnose. Dio, quanto era bello. Amelie, smettila, tra due mesi ti sposi. La mia vocina interiore cercava di riportarmi alla realtà, era vero, dovevo sposarmi, ma ad un tratto, qualcosa dentro di me mi fece notare che era sbagliato. Io e Sam stavamo insieme dalle medie, ma il nostro era ancora amore o era divenuta solo abitudine? Potevano delle sensazioni per uno sconosciuto farmi dubitare su qualcosa in cui avevo creduto da sempre? Però non potevo restare estranea a quei dubbi,  non potevo fare finta di niente. "Quindi mi hai perdonato?"
La sua voce mi strappò dai miei pensieri.
"Io, io si, non porto rancore, e poi non è stata colpa tua." L'avevo davvero perdonato, ma dovevo sapere come era entrato in casa mia.
"Ora mi potresti dire come hai fatto a entrare nel mio box e come facevi a sapere dove abitavo?"
"Non molli mai eh? Comunque ho sentito il tuo nome quando il tuo ragazzo ti ha chiamata e grazie a quello sono risalito a te tramite un social network al quale sei iscritta e li ho trovato tutte le informazioni che mi servivano, indirizzo e nome completo, sono un hacker informatico. Per quanto riguarda il biglietto, sono riuscito a metterlo nella tua auto perchè il box era aperto."
Ora era tutto chiaro. "E avevi tutta questa esigenza di farmi avere il tuo numero e di chiedermi ulteriormente scusa?"
"Bèh, Amelie, forse non hai la consapevolezza della bellezza e del fascino che possiedi, quando ti ho vista era come se ti conoscessi da sempre, dentro di me ho sentito il bisogno e il dovere di proteggerti. Non so perchè, ma tu hai qualcosa che mi appartiene, e lo nascondi dentro te stessa." Oh Dio, era pazzo, senza dubbio era pazzo. "E che ci fai qui questa sera?"
"William lavora per mio padre in Francia, siamo amici di vecchia data."
"Che coincidenza, quanto è piccolo il mondo."
"È un modo per dirmi che ti è seccato avermi ritrovato qui?"
Legge anche nel pensiero, è pazzo e pericoloso.
"No, non intendevo questo, solo che mi sembra tutto troppo insolito, stavi per investirmi, poi il biglietto, ora sei qui a casa dei miei migliori amici. Perchè sei in Sicilia?"
"Vacanza, William mi ha consigliato questo posto."
"Ok, lasciamo perdere l'interrogatorio. Entriamo."
"Amelie, credimi, non sono né uno stalker nè un pazzo, sono un ragazzo normale in vacanza in un posto meraviglioso, che per caso ha incontrato una ragazza bellissima e affascinante."
Ok, sapeva come parlare ad una donna, questo era chiaro.
Lo guardai negli occhi e non potei fare a meno di notare come riusciva a spogliarmi con lo sguardo, ma non dai vestiti, mi spogliava l'anima, come se riuscisse a leggermi dentro. Ed io mi sentivo terribilmente nuda...

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