Capitolo 30.

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"Amy, svegliati, ti prego."
Sentii li voce di Janmark e aprii gli occhi, ero svenuta, di nuovo. Mi spostai da lui terrorizzata. "Ti prego Amelie, non guardarmi così, io ti prego, perdonami."
Mi alzai mettendomi faccia a faccia con lui e guardandolo con rabbia iniziai a dargli addosso con urla e domande.
"Come cazzo hai potuto? Come hai potuto prenderti gioco di me? Perché non me l'hai detto subito, bastardo." Iniziai a sferrargli dei pugni sul petto, cadendo in un pianto di rabbia e disperazione, lui rimase immobile ad accogliere i miei colpi, come fa chi ha la consapevolezza del male che ha fatto. E lui di male me ne aveva fatto fin troppo, anche più degli altri.
"Perché Janmark? Perché mi sei venuto a cercare? Perché? Pensavi che i problemi che avevo già non mi bastassero? Perché anche tu? Sei come lui, siete tutti uguali a lui, ti odio, satanista del cazzo, malato mentale. Vai via, via dalla mia vita..."
Sembrò che stessi parlando con uno zombie, rimase con lo sguardo basso, le lacrime continuarono a rigargli il viso, feci per andarmene, ero quasi arrivata alla porta quando all'improvviso le sentii, sentii quelle parole che mi straziarono l'anima.
"Anche io ho subito le stesse cose Amelie."
Fece una breve pausa, i miei occhi si spalancarono, rimasi a fissare la mia mano sulla maniglia della porta. Che significa? Come poteva essere?
"Anche io sono stata vittima della loro setta Amelie, anche io sono stato vittima delle violenze di mio padre, io..., perdonami. Sono stato costretto, così come eri costretta tu, non sapevo e non riuscivo a tirarmi fuori da quello schifo, ci ho provato, tante volte, mia madre è stata uccisa per averci provato, è stata usata come sacrificio per un demone solo per aver provato a portarmi via, in un posto migliore. Devo dire grazie a te, a voi, se oggi sono un uomo libero, quando tua madre ha denunciato i vari accaduti, le forze dell'ordine sono risalite al capo della setta, a mio padre. In quel momento sono stato affidato ad un'altra famiglia. Mi ero ripromesso che ti avrei cercata, che ti avrei trovata. Volevo chiederti scusa in qualche modo, ma credo di essermi innamorato di te. Volevo dirti tutto da subito, ma sono successe tante cose che mi hanno bloccato. Volevo trovare il momento adatto, ma anche il semplice pensiero di farti soffrire di nuovo facendoti rivivere quello schifo mi bloccava, Amelie."
Anche lui come me, aveva vissuto l'inferno, e anche lui, come me, non aveva colpe. Mi sentii una merda per le parole dette poco prima, eravamo sulla stessa barca, vittime di uomini senza cuore, anch'esse vittime del male. Eravamo legati da alcune disperazioni in comune.

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