Prologo

691 13 0
                                    

Bogotá, Colombia ore 02:56

Nananana nananana nananana na
Nananana nananana nananana na
Nananana nananana nananana na
(You know)

Los capos están ready
Las mami's están ready
Y en la calle 'tamos ready
Yeah, yeah, andamos ready
Los barrios están ready
One, two, get ready
(Come on)
(Oh, oh, oh)

Ero io nella calle assieme a delle sconosciute a ballare raggaeton, con l'alcol che mi circolava in corpo.

Mi divertivo, ed ero felice.

Rompe, rompe, rompe (bien guilla'o)
Rompe, rompe, rompe (ese cuerpo ella lo)
Rompe, rompe, rompe (bien guilla'o) (Are you ready?)
Rompe, rompe, rompe (break it down)
Rompe, rompe, rompe (the way she moves ella lo)
Rompe, rompe, rompe (break it down)
(Let's go)
My boo no se limita a la hora de romper su pum-pum
Con curva' más caliente' que el sur, right thru
Enséñame si tienes la actitud, mami
Dale, go, dale, go, dale, go-go
Tiempo llego el momento, baby, de perder el control
Trabájame ese cuerpo ma' que un shot de Winstrol
Sube ese temperamento, dame movimiento lento, lento ella lo

La mia mente ed il mio corpo erano assorbiti dalla musica e non riuscivo più a smettere di ballare.
Fino a quando quei fastidiosi squilli ricominciarono..
Cerco di ignorarli cercando di concentrarmi di nuovamente sulla musica riprendendo il ritmo che avevo prima.

Rompe, rompe, rompe (bien guilla'o)
Rompe, rompe, rompe (ese cuerpo ella lo)
Rompe, rompe, rompe (bien guilla'o) (Are you ready?)
Rompe, rompe, rompe (break it down)
Rompe, rompe, rompe (the way she moves ella lo)
Rompe, rompe, rompe (break it down)
(Go, go, go, go)
Voy chillin', tranquilo that's right (go)
Buscando una gata que cae (go, go)
No escondas todo eso que traes
Yo baby, qué es la que hay

Ma non passò molto tempo e gli squilli ricominciarono ancora.
Alzando gli occhi al cielo mi feci spazio tra la folla e cercando un posto tranquillo dove poter rispondere senza la musica a palla.

Camminai per qualche minuto finché non mi misi dietro ad una palma ben nascosta e risposi.

I: Pronto?
X: torna a casa immediatamente, tuo padre ti aspetta, ti deve parlare urgentemente

Sbuffai rumorosamente per farmi sentire bene dall'altra persona che ero abbastanza seccata.

X: Dale Iza..

"Fanculo José" pensai

I: puoi dire a quel come mierda che sto arrivando

Terminai la chiamata e mi diressi subito verso "casa" se la si poteva ancora chiamare così.
Ci misi 10 minuti ad arrivare e già si sentiva quella puzza insopportabile che proveniva da dentro l'abitazione.

Presi le chiavi e apro il cancellino chiudendolo subito dopo.
"Quello stronzo non ha proprio niente da fare alle 3 del mattino se non a drogarsi" pensai stringendo i pugni per poi usarli entrambi per bussare alla porta.

Pochi secondi dopo mi venne ad aprire una donna sconosciuta.. e in più seminuda.
Sbuffai entrando velocemente in casa cercandolo ovunque, per poi infine trovarlo in cucina con altre persone.

Appena entro vedo una scena a dir poco disgustosa, dove cinque ragazze seminude sedute al tavolo con le mascherine e occhialini producevano la polverina bianca, anche comunemente detta cocaina.
Alzo lo sguardo e vedo mio padre assieme ai suoi amici che bevevano, fumavano e usavano quello schifo che stavano preparando sul tavolo, appena si accorsero che varcai la porta della cucina piombò il silenzio.

Lui appena mi vide prese la sua sigaretta che teneva tra le labbra e la spense su un piattino dove ce n'erano altre ormai spente, e con sguardo impassibile e senza proferire parola mi fece cenno di andare in soggiorno.
Si girò andando verso la porta mentre io lo seguì a mia volta; si sedette sul divano appoggiando i gomiti sulle cosce guardandomi.

Mi sedetti anche io ma molto lontana da dove era seduto, "che succede papà?" girai la testa verso di lui.
Lui mi guardò e poi distolse lo sguardo per guardare il tappeto sotto ai suoi piedi.
"Iza.." cominciò ma lo interruppi subito, "Izadora." Dissi fredda.

Si schiarì la gola e ricominciò "Izadora, prepara le tue valigie adesso." Disse con tono fermo.
Io lo guardai confusa, non capendo assolutamente nulla di quello che mi aveva chiesto, "Cosa? Adesso? Perché dovrei preparare la valigia?" Domandai all'uomo che non mi degnava di uno sguardo.

"Izadora" urlò il mio nome facendomi spaventare..
"Ti ho detto di fare la valigia e mi aspetto che tu mi obbedisca.
Hai 15 minuti prima che arrivi Júlio a prenderti e andare in aeroporto dove ti farà imbarcare in un aereo per Los Angeles" spiegò in modo calmo e tirando fuori una busta molto spessa, io per curiosità la apro e oltre a vedere soldi vedo un biglietto aereo.

"Appena atterri la tua Tia Ines verrà a prenderti e andrai a vivere con lei e con suo figlio Carlos" mi porse la spessa busta.

"Sembra serio.." pensai guardandolo mentre non fa altro che osservare il pavimento, senza degnarmi di uno sguardo.

"Hai almeno intenzione di dirmi il perché visto che non hai saputo fare questo discorso guardandomi negli occhi?" Chiesi all'uomo davanti a me, che finalmente si girò verso di me "Ora hai 13 minuti esatti, farai meglio a sbrigarti" disse alzandosi dal divano per poi entrare di nuovo in cucina.

"Hijo de una gran puta" dissi non badando se mi avrebbe sentita o meno, perché non me ne sarebbe importato un granché.

Finalmente ho un'occasione per non vederlo più e non averci più a che fare.

In fretta e furia presi una valigia né troppo grande e né troppo piccola e ci buttai dentro solo i vestiti e quella busta stra colma di denaro che mi aveva dato qualche minuto prima.

Chiusi per bene la valigia e presi una borsa dove ci misi il caricatore del telefono, i documenti e il passaporto, le cuffiette, e un piccolo album di fotografie che avevo nel cassetto vicino al letto.

"Ok.. credo di aver preso tutto" dissi fra me e me prendendo la valigia trascinandola fino alla porta di ingresso, dove mi aspettava mio padre.
Quando notò che stavo arrivando aprì la porta lasciandomi passare per prima cosicché mi accompagnasse fino al cancello dove vidi Júlio, appoggiatosi sull'auto nera ancora in moto.

"Hola Iza" mi salutò con gentilezza il ragazzo prendendo la mia valigia per metterla dentro al bagagliaio, "Gracias" gli sorrisi.
"È tutto pronto signore, quando vuole possiamo andare" disse il ragazzo aspettando un verdetto dall'uomo che era dietro di me.

Mi girai verso di lui, e mi guardò.

Lui sospirò, "Fai buon viaggio Izadora" disse freddamente ma con un pizzico di tristezza nel suo volto.
Forse potevo essere triste anche io, ma non per lui, non perché forse non ci rivedremo più..
O forse sì.

Fatto sta che non volevo dimostrarglielo e non gli dimostrerò niente d'ora in poi.
"Adiós papà" dissi mentre salì in auto e chiusi la portiera.

Mi sedetti e mi girai verso il finestrino e c'era lui, che si faceva piccolo e più piccolo man mano che l'auto si allontanava.

Mi appoggiai allo schienale del sedile e mi persi via a guardare il paesaggio fuori che forse non avrei più rivisto.

Spazio autore:
Ciao a tutti/e, questo primo "capitolo" può essere confusionario lo so, ma prometto che man mano andando avanti avrà un senso.
Questa è la prima storia che scrivo e spero vivamente vi piaccia.
Se siete arrivati fin qui, grazie mille e se vi va fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.

when our souls collided | Billie EilishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora