Capitolo 1

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Spazio autore:
Ciaoo! Eccomi qua con un nuovo capitolo, ci ho messo un po' di giorni a scriverlo, spero solo vi piaccia.
Buona lettura!




Los Angeles, California 4:56 pm.

8h 45 min di volo.

È il tempo che ci avrei messo per tornare in America, a Los Angeles.
Sono già stata in vari stati dell'America, io e mio padre ci andavamo spesso.. questo prima di aprire il suo disgustoso impero di cocaina a Bogotà. 

Molte volte mi immagino come sarebbe stato se non avesse preso questa strada..

Ed è in quel preciso istante che la voce del comandante mi salvò da quei brutti pensieri.

"Signore e signori buongiorno a tutti, vi informiamo che mancano 30 minuti all'atterraggio. Vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e di raddrizzare lo schienale del vostro sedile"

Quelle parole mi fanno scappare un piccolo sorriso e avrei tanto voluto vedere il panorama dal finestrino, ma sfortunatamente non potevo visto che ero nella fila in mezzo dell'aereo.
E in ogni caso mi allacciai la cintura e sistemai lo schienale del mio sedile, cercai di fare un po' di ordine nel mio piccolo spazio.

*

Quei 30 minuti sembravano non finire mai!
Ero troppo contenta ed impaziente di uscire da quell'aereo dopo 8 ore di volo che sembravano durare un'eternità.

Tirai un sospiro di sollievo quando potevamo tutti slacciare le cinture per poter recuperare i nostri bagagli a mano; io non ne avevo, a parte la borsa che fortunatamente l'avevo lasciata infondo al sedile per mia comodità.

Dopo svariati minuti ero fuori da quell'aereo dirigendomi a passo svelto per andare a prendere la mia valigia; e passare per svariati controlli di sicurezza.

Dopo aver passato tutti i controlli necessari mi incamminai a prendere la mia valigia; stavo arrivando e un ammasso di persone che erano con me in aereo ad aspettare i loro bagagli.
"Spero solamente di non metterci un'eternità!" Pensai.

Dopo poco il nastro cominciò a muoversi e un sacco di valigie cominciarono ad arrivare, ed io non staccai gli occhi dal nastro finché non fosse arrivata la mia.
E finalmente la vidi in lontananza, non stavo più nella pelle e senza nessuna fatica la presi con facilità e mi diressi subito verso l'uscita.

"Questo posto sembra un labirinto!" Mi lamentai a bassa voce, e finalmente vidi l'uscita e la varcai.

Cercai con lo sguardo un volto famigliare e d'improvviso eccola!

"Tia Ines!" Dissi abbracciandola forte.

Lei mi abbracciò a sua volta ancora più forte quasi stritolandomi.
"Oh mi hija! Quanto mi sei mancata tesoro! Com'è andato il viaggio? Hai fame? Hai dormito un pochino?" Cominciò a farmi domande una dietro l'altra.

Io sorpresa dalle quantità di domande cominciai a ridere.

Ero al settimo cielo..

Non so bene da quanto tempo io non ridevo in questo modo.

"Tranquilla il viaggio è stato lungo ma tranquillo, ho una fame assurda e ho dormicchiato un pochino ma con scarsi risultati" risposi a lei, che si fece scappare subito una risata.

"Sono contenta che sei qui Iza, ma ora è meglio andare c'è Carlos a casa che non vede l'ora di vederti" disse mia zia prendendomi la valigia.

Io le sorrisi e ci dirigemmo verso il parcheggio dell'aeroporto, che raggiungemmo in pochi minuti.
Caricai il bagaglio nel bagagliaio della macchina e, in pochi minuti eravamo già per strada.

when our souls collided | Billie EilishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora