Photograph (completa)

Prologo

Santiago

Odio perdere il mio tempo e questa è una gran perdita di tempo. Giocare a obbligo o verità con delle persone che non vorrei mai frequentare. Tranne i miei amici, si intende. Beatriz pare la pensi esattamente come me, perché la vedo sbuffare. Ormai da un po' di tempo sono certo ci sia qualcosa con il mio amico Roman, lo vedo come lo guarda e ormai con lei ci ho perso le speranze. Se mi piace ancora? Da una parte si, perché incarna proprio il tipo di ragazza che ho in mente, dall'altra so che potrebbe avere una storia col mio amico e ciò fa deviare il mio pensiero; vorrà dire che non era la persona giusta per me. In ogni caso, quello che non cambierà mai, è il bene che le voglio. La sintonia tra noi è innegabile e il fatto di averla così vicina, nonostante gli altri sembra si divertano, mi fa sentire al sicuro.

«Iniziamo proprio da te» Ana mi punta il dito e sono certo anche se non posso vedermi che la mia espressione è mutata. Non tanto per il gioco, ma perché sono certo che mi stia puntando solo perché vuole indispettirmi in qualche modo. Ormai mi è chiaro che anche lei, come me, non mi regge ed è per questo motivo che cerco di starle alla larga. La vera sfortuna è trovare la persona che più non sopporti al mondo nel gruppo dei tuoi amici, dunque posso evitarla fino a un certo punto e devo ammettere di essere caduto nelle sue provocazioni fin troppe volte.

La ragazza più frivola e con pochi contenuti che conosco mi lancia uno sguardo di sfida, stringo i pugni e cerco di frenare l'impulso di dirgliene quattro, so che mi farei torto da solo e devo smetterla di darle spago, lei non merita la mia attenzione.

«Obbligo» dico svogliato, guardo da tutte le parti tranne che in direzione di questa assurda ragazza.

«Dammi un bacio, Santiago» Afferma con disinvoltura e posso giurare che gli occhi mi siano usciti fuori dalle orbite. Io, baciare questa ragazza, non succederà mai, neppure per un gioco. La disprezzo così tanto che già mi dà fastidio averla vicina, figuriamoci baciarla.

«Cosa?» sbotto, quasi mi avesse insultato. «Ma anche no!» chiarisco il mio concetto, cercando di ritrovare la tranquillità che mi serve. Ma i suoi occhi mi sconvolgono quando pare restarci male. Sotto strati e strati di presunzione, leggo che le ho appena incrinato qualcosa e non so dire neppure cosa.

«Perché?» ride ma c'è poco entusiasmo nei suoi occhi. È come se improvvisamente riuscissi a leggerla, come se riuscissi a comprendere ciò che sente attraverso il suo sguardo e questo è davvero terrificante, almeno per me. «Guardarmi, sono uno schianto, e sei uno dei pochi della scuola che non ho ancora baciato. Dunque, fallo!» Per un attimo mi era sembrata più umana, invece è perché vuole che tutti le stiano ai piedi, che la considerino la più bella e inarrivabile della scuola. Be', io la considero solo la più superficiale. Si, è il termine esatto per descriverla.

«Verità!» con questa sola parola riesco a spiazzarla, nonostante lei tenga molto a non togliersi quel sorriso sornione dal viso, so che non ha preso bene il mio rifiuto e sono felice di questo. Per una volta sono io ad aver il coltello dalla parte del manico.

Si ricompone e schiarisce la voce, fingendo di non essere stata minimamente colpita dal mio rifiuto ma so per certo che non è così.

«Quando è stato l'ultima volta che hai scopato?» sorride sorniona, come se lei già sapesse ogni cosa di me e la cosa mi fa terribilmente arrabbiare. Forse i miei amici le hanno detto che non sono mai stato con nessuno? No, non ci credo, loro non lo farebbero mai. Per un attimo penso che sarebbe stato meglio baciarla, almeno mi sarei tolto da questo imbarazzo. Non che mi importi che gli altri sappiano che non ho mai fatto sesso, anzi sono contento di aspettare la persona giusta, d'altra parte odio il fatto che lei mi voglia mettere in difficoltà e in ridicolo davanti a tutti. La mia privacy non deve essere intaccata da questa assurda ragazzina.