Santiago
È passata una maledetta settimana e io sono ancora qui, vicino a lei, a stringerle la mano. Ma lei sembra non avere la minima intenzione di tornare da me.
Mi manca terribilmente.
Ho bisogno di lei, di ritrovare i suoi occhi, i suoi sorrisi genuini e anche quelli finti che fa quando cerca di mascherare i suoi stati d'animo. Rivoglio indietro la Ana che mi sfida, che mi insulta. Io non posso in alcun modo perderla.
Sono al suo fianco e la guardo respirare appena grazie a delle macchine che lo fanno per lei. Non dà alcun segnale.
«Quando torni da me?» la supplico, tirando su col naso. «Non riesco nemmeno più a fotografare da quando non ci sei. Sei tu il mio colore preferito e non ha più senso nulla senza di te.» Sospiro stanco. «Non riesco davvero a credere che tu sia andata da Victor, dopo quello che era successo tra noi. Non posso credere che tu abbia pensato che potessi dimenticare tutto quello che ci siamo dati.»
Le accarezzo il viso poi la bacio sulle labbra bianche e screpolate. Nonostante tutto, ha ancora il suo profumo alla vaniglia addosso, e questo mi basta per continuare a sperare che torni davvero da me.
Esco dalla sua camera con le mani dentro le tasche, in sala d'aspetto c'è Roman, anche lui come me ha praticamente preso casa in ospedale. Ho sempre saputo del legame che c'è tra loro, ma adesso sto toccando con mano quanto per Roman sia importante Ana, e capisco perché mi abbia chiesto di controllarla.
Non ci sono riuscito, amico mio. Ho lasciato che ricadesse nel baratro della droga e che avesse un'incidente che le è quasi costato la vita.
Non posso accettare che lei lo abbia fatto, il pensiero che sia venuta meno alla promessa mi uccide.
«Come va?» gli faccio una domanda stupida non appena mi siedo vicino a lui. Roman è da una settimana che fatica perfino a parlare, e questo non è per niente da lui. Lui non sta zitto nemmeno se lo paghi.
«E se non si dovesse risvegliare?» delle lacrime hanno solcato le sue guance e la sua paura la scaccio via dalla mia testa. Sto cercando di non considerare questa ipotesi.
«Lei tornerà!» prometto a lui e do speranza a me. Perché deve tornare, perché non può andarsene via. Non può lasciarmi anche lei.
«Ho una paura fottuta di perderla. E...» lascia in sospeso la frase. «Se non dovesse farcela, non me lo perdonerei mai.» confessa con un filo di voce, poi un altro singhiozzo viene fuori dalle sue labbra.
«Che colpa avresti tu?»
«Santiago...» adesso mi sta guardando, gli occhi azzurri sono lucidi e i capelli che di solito tiene sistemati in maniera maniacale sembra non li lavi da giorni. «Dovevo stare attento a lei. Dovevo prendermene cura. Dovevo fare di più.»
«Avevi chiesto a me di tenerla d'occhio...»
«Dovevo pensarci io. Santiago, va avanti così dal liceo. Pensavo che mi avrebbe dato retta, che avrebbe smesso e invece...» si morde forte le labbra. «Invece è arrivata a tutto questo.» annuisco, stanco. «Dimmi la verità: c'è qualcosa tra voi?» domanda, così, di getto.
«Co-Cosa?»
«Non sono scemo. Okay, sei una brava persona e so che avresti fatto lo stesso tutto quello che stai facendo. Ma non ho mai visto così tanta paura nei tuoi occhi.»
Abbasso la testa, mi prendo il viso tra le mani e faccio uscire tutta l'aria accumulata.
«È così. C'è qualcosa tra noi.» dico senza specificare che quel qualcosa si chiama amore.
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Photograph (completa)
ChickLitAna è cresciuta nel lusso. La vita le ha dato tutto quello che desidera e sogna di sfondare con un suo brand di vestiti e vivere della sua passione. Ma non è tutto oro ciò che luccica e questo Ana lo sa bene visto che non si è mai sentita amata e ac...
