Santiago
Roman sembra capire solo dopo un po' che deve lasciarci soli. Io e Ana ci stiamo guardando ma non diciamo nulla. Lei è nei suoi pensieri e io vorrei solo poterci entrare, capire cosa sta provando, stringerla e farle capire che di qualunque cosa abbia paura, io sono qui con lei.
Prendo la sua mano e solo in quel momento Ana contraccambia il mio sguardo, ci rimane fin troppo e il mio cuore non ce la fa. Accenna un piccolo sorriso, ma non è di quelli a cui mi ha abituato. Sento proprio la sofferenza in ogni suo piccolo gesto, sento che per lei è diventato difficile perfino respirare, sento addirittura che ha paura di essere giudicata da me.
«La pensi come loro?»
La domanda mi lascia di sasso, ma non ho alcuna intenzione di dirle cosa deve fare. Perciò continuo a guardarla in silenzio e faccio respiri profondi.
«Perché lo hai fatto?» invece chiedo. Lei capisce subito a cosa mi riferisco e alza gli occhi al cielo, forse per impedire alle lacrime di venire giù. E ringrazio il cielo che lei lo faccia, perché tutte le volte che lei piange io sto male con lei.
«Avevi promesso...» poi le ricordo e lei deglutisce forzatamente, si alza di poco dal cuscino e sospira stanca. Poi volge ancora i suoi occhi sui miei.
«Mi odi, non è così?»
Indietreggio di poco, quasi qualcosa mi avesse colpito. Porto le mani tra i capelli imprigionandoli tra le mie mani.
«Che diavolo dici? No che non ti odio, dannazione. No!»
Gli occhi le si sono imperlati di lacrime, allunga la mano per cercare la mia e intreccio le nostre dita. Vorrei rimanere così, con lei, per sempre. Vorrei cancellare le ultime ore, la paura di perderla, tutto. Vorrei solo tornare a quel letto con lei, quando mi sembrava che nulla potesse dividerci.
«Perché lo hai fatto?» torno a chiederle. Ho bisogno di sapere perché è venuta meno alla promessa che ci siamo fatti dopo quel bacio. Voglio capire perché, solo perché.
«Perché...» si morde le labbra e stavolta una lacrima viene giù dai suoi occhi e non faccio in tempo a raccoglierla. «Perché sono innamorata di te.» Il cuore fa un boato assurdo nel sentire le sue parole così vere e sincere. «E... quando ho sentito cosa hai detto a Nieves, davanti alla tua porta, io...» tira su col naso e le stringo più forte la mano. «Hai detto che era stato uno sbaglio venire a letto con me. Mi sono sentita così stupida. Io... io ho sempre saputo che tu eri innamorato di lei. L'ho sempre saputo. Ma io... non lo so, Santiago. So solo che la mia mente quando sto male va in blackout e avevo bisogno di spegnere i pensieri. Tutto qua.»
«Tutto qua...» sospiro, ripetendo le sue parole. «Non è tutto qua...»
Mi alzo dalla sedia e mi metto vicino a lei, sul letto.
«Non è per nulla tutto qua. Non farmi più prendere questi spaventi, Ana.»
«Credi anche tu che debba farmi aiutare?» mi domanda ancora, ha bisogno di una risposta. Mi sdraio vicino a lei e la guardo, anzi, ci guardiamo. I suoi occhi sono stupendi e mi dicono tutto quello che fino a poco fa ha pronunciato. Che mi ama. E anch'io la amo, peccato che non posso dirglielo. Le accarezzo il viso e lei chiude gli occhi, poi appoggia la fronte al mio mento e io le poso un bacio delicato.
«Credo che tu debba deciderlo da sola.»
«Sei la prima persona che non mi impone nulla...» abbozza un sorriso poi torna a volgere il suo sguardo sul mio. «Ecco perché ti amo.» ripete, ma quando vede che la guardo e non dico una parola, sento che qualcosa le si inclina dentro.
Ma non posso dirglielo, non ora almeno. Devo resistere all'impulso di baciarla e amarla come merita. Devo aspettare. Devo farlo per lei.
«Promettimi che ci penserai...»
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Photograph (completa)
ChickLitAna è cresciuta nel lusso. La vita le ha dato tutto quello che desidera e sogna di sfondare con un suo brand di vestiti e vivere della sua passione. Ma non è tutto oro ciò che luccica e questo Ana lo sa bene visto che non si è mai sentita amata e ac...
