Santiago
3 anni dopo.
Ticchetto forte con le dita sul comodino attaccato al mio letto, il respiro mi viene a mancare all'ennesima chiamata senza risposta di Nieves. È sempre irreperibile ultimamente e comincio a preoccuparmi. Che si sia stancata di me?
No, impossibile, per com'è fatta me ne avrebbe parlato.
Di cattivo umore mi alzo dal letto e mi faccio una doccia veloce, anche perché tra poco dovrò iniziare il nuovo lavoro, qualcosa che non vorrei fare ma devo se voglio continuare a vivere a Londra. No che i soldi mi manchino, ma non voglio più chiedere niente a mio padre. Sono stanco di sentirmi rinfacciare che tutto quello che ho lo devo a lui. No, lo devo a me e a tutti i sacrifici che ho fatto per arrivare dove sono.
Esco dalla camera che sono le undici passate e Felipe è seduto alla scrivania a scrivere qualcosa.
«Credevo che oggi ti fossi dato per disperso» mi dice non appena mi vede. «Non devi iniziare il nuovo lavoro?»
Annuisco per nulla contento.
«Già» abbozzo un sorriso di circostanza ma Felipe se ne accorge subito.
«Che succede? È per il nuovo lavoro?»
Scuoto la testa e preferirei non parlarne, ma Felipe è intenzionato a capirmi di più e dunque evito di rispondergli male.
«È per il nuovo lavoro. È per Nieves» ammetto, scivolo col corpo sul divano anche se non dovrei perdere tempo. Non posso mica fare tardi il primo giorno di lavoro.
«Ancora non ti risponde?» domanda, si aggiusta i capelli scuri. «Amico, io non vorrei dirtelo, ma secondo me quella ragazza ha altro per la testa.»
«Se si fosse stancata di me, me lo direbbe» la difendo, come sempre. Nutro molta stima nella mia fidanzata e so che non mi mentirebbe mai. Se ci fosse qualche problema, lo affronterebbe con me. «È solo molto impegnata, questo per lei è l'ultimo anno di università. Beata lei, finalmente potrà entrare nel mondo del lavoro a breve» soddisfatto affermo.
«Hai sempre quel sorriso ebete sul viso quando si parla dei suoi progetti futuri. Sicuro che non sei innamorato di quello che rappresenta?»
Lo guardo in cagnesco e incurvo la testa. Me l'ha detto parecchie volte quello che pensa sulla mia storia, speravo però che sapendo del mio stato d'animo evitasse di dire queste idiozie.
«Sono innamorato di lei, idiota!»
Scrolla le spalle.
«Okay, calma. Come vuoi tu. Adesso dovresti andare se no farai tardi»
Annuisco ed esco da casa che è mezzogiorno passato, fra meno di un'ora dovrò iniziare il nuovo lavoro che ho trovato. Anzi, che mi ha trovato Felipe. Si tratta di fare delle foto a delle modelle, cosa che non mi esalta per nulla, anzi è l'ultima cosa che vorrei fare, tuttavia se voglio dimostrare di potermela cavare da solo devo fare fotografie, è l'unica cosa che so fare, e lo faccio pure bene. Sicuramente la mia ambizione non è quello di fotografare modelle che pensano solo al loro aspetto.
Prendo un caffè al volo, controllo il telefono per l'ultima volta per accertarmi che Nieves non mi abbia cercato e quando capisco che anche oggi non la sentirò, cammino per arrivare al nuovo lavoro.
Mi fermo davanti all'insegna Johnson e capisco di essere nel posto giusto.
Suono il campanello e mi accoglie una ragazza mezza nuda, con un sorriso affabile e la seguo.
«Tu devi essere Santiago Bonachera»
«Si sono io»
Mi siedo davanti a lei quando mi indica un posto e lei mi guarda curiosa.
STAI LEGGENDO
Photograph (completa)
Chick-LitAna è cresciuta nel lusso. La vita le ha dato tutto quello che desidera e sogna di sfondare con un suo brand di vestiti e vivere della sua passione. Ma non è tutto oro ciò che luccica e questo Ana lo sa bene visto che non si è mai sentita amata e ac...
