48•capitolo -Per due come noi-

209 24 60
                                    

Santiago

Quando ho deciso di allontanarmi da lei per farle riprendere la vita in mano, sapevo che sarebbe stato difficile ma non sapevo quanto; né sapevo quanto avrei sofferto finché non l'ho avuta distante.

Volevo solo liberarmi di lei fino a qualche mese fa, che se ne andasse per non vederla più. Invece la casa in cui vivo con Felipe è diventata soffocante senza la sua vicinanza, senza i suoi sorrisi e i suoi casini. Lei è diventata il casino che riempie la mia anima e non posso fare a meno di lei.

Mi sono imposto di non scriverle per tutta la settimana, ma la verità è che non sono riuscito a dormire serenamente. Ecco perché ho preso la decisione di raggiungerla a Madrid. Avevo solo bisogno di vederla, di guardarla negli occhi e fingere per un attimo che tutto vada bene. So che le ho spezzato il cuore fingendo di essere tornato con Nieves, ma capirà presto il perché. O almeno è quello che spero.

Quando sono arrivato davanti alla sua villa, avevo il cuore in subbuglio e mi tremavano le mani, ora mi tremano ancora di più nel trovarmi davanti l'unica scena che proprio non avrei voluto vedere.

Ana e Victor che si abbracciano, lui che le stringe il viso tra le mani e lei che si perde nei suoi occhi.

Sapevo che avrei potuta perderla, ma non ero preparato a questo. E soprattutto non con lui, dopo tutto quello che è successo.

Sono così arrabbiato.

Così nervoso.

Così tutto.

Che vorrei solo tornarmene a Londra.

Ma non ho il tempo nemmeno di pensarci perché Ana si è accorta di me e Victor mi passa di fianco lanciandomi uno sguardo di sfida. Lo prenderei a pugni questo stronzo.

«Che diavolo ci fai qui?» gli chiedo. Avrei dovuto trattenermi, lo so, ma non ci riesco mai quando si tratta di Ana. È lui quello che l'ha ridotta in quello stato due mesi fa e quando ci penso divento pazzo. Stavo per perderla a causa sua.

«Vuoi litigare, Bonachera?» I suoi occhi inchiodano i miei. Non ho il tempo di dire una parola, perché Ana si precipita da noi.

«Santiago...» pronuncia. E il mio nome pronunciato dalle sue labbra è sempre un balsamo per la mia anima, mi lenisce le ferite.

«Non posso litigare se no ti avrei già preso a pugni, idiota.» Mi dice e poi si gira verso Ana. «Ci vediamo, piccola.»

Stringo forte i pugni quando si guardano e si fanno un sorriso di intesa.

Ana torna a posare il suo sguardo sul mio, con aria interrogativa sta chiedendo il motivo della mia presenza.

«Davvero? Con Victor?»

«Cosa?» rimane calma, non ci sono abituato.

«Tu e lui state davvero insieme?»

«Da quando sarebbe un problema tuo?»

Da quando ti amo.

Vorrei dirle, ma taccio e rimango a fissarla.

«Non ti impicciare della mia vita, come io non interferisco nella tua...»

E questo è un chiaro riferimento a Nieves, a quello che pensa ci sia ancora tra noi. Ma non c'è e fa male dover rimanere in silenzio, ancora.

«Ana... non posso credere che dopo tutto quello che è successo tu hai il coraggio di andare ancora dietro a quel viscido...» lo indico, quasi fosse ancora lì. Ana adesso ha gli occhi inferociti, è tornata combattiva, così come lo era i primi tempi. Quando mi odiava.

Photograph (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora