Capitolo 20

60 7 0
                                    

A dispetto di quello che gli aveva appena detto Alec, Magnus non aveva proprio pensato al panorama mozzafiato che gli si palesava davanti. La visuale della montagna che si innalzava a qualche chilometro di distanza sarebbe stata meravigliosa da ogni angolo possibile. Eppure Alec era riuscito a trovare un angolo perfetto in cui sembrava che le nuvole e gli alberi facessero da contorno al paesaggio montuoso. Si chiese quante volte fosse passato di lì per sapere la coordinata esatta da cui vedere quella visione paradisiaca. E per paradisiaca Magnus intendeva dire che assomigliasse all'entrata più bella per il paradiso. Si sporse per avere la sensazione di avvicinarsi a quel sogno ad occhi aperti e non si era accorto che Alec era accanto a lui. E lo stava guardando sorridendo. Solo guardandolo in faccia si accorse che ogni parte del suo viso gli stava sorridendo. Le piaghe intorno ai suoi occhi e la sua bocca lo facevano sembrare molto più giovane, ma quel tipo di giovinezza che si manifestava quando non avevi niente a cui pensare al mondo. All'improvviso Magnus trovò difficoltà a riprendere a guardare il panorama.

<<Vedo che ho ottenuto l'effetto sperato>>

Alec guardò il paesaggio ma anche se Magnus lo vedeva di lato il sorriso non gli si affievolì.

<<beh è meraviglioso. Te vieni qui due volte a settimana?>>

Alec annuì e allargò il sorriso, come se stesse ridendo a una battuta che aveva colto solo lui.

<<Sì. E in quei due giorno vedo l'alba. E poi il tramonto. Solo guardando il cielo ti rendi conto di quanti colori collezioni la natura>>

Magnus ritornò a sporgersi cercando di non far cadere l'occhio su Alec.

<<Mi piacerebbe vederlo al tramonto. Di mattina credo non ci riuscirei>>

Alec sbuffò e Magnus capì che stava trattenendo una risata.

<<Mi aspettavo già una risposta simile>>

Gli diede una spinta sulla spalla che Alec fece finta di schivare mentre sghignazzava. Stava diventando paranoico o Alec ne aveva approfittato per stare più vicino?

<<Non era una presa in giro. Ti sto solo conoscendo meglio>>

I loro avambracci si toccavano e Alec non sembrava volesse spostarsi.

<<Oltre che pigro, devi pensare di me che sono acido e isterico>>

Il sorriso sparì e l'espressione si fece seria.

<<Non ho mai pensato questo. Sei una persona a cui è stato tolto tutto. Non è che se ci meritiamo questa privazione, il tuo comportamento non è comprensibile. In più penso che hai anche paura>>

<<Paura di cosa?>>

<<Paura che la gente non sarà disposta ad aspettarti per sempre. O almeno è quello che ho provato io>>

La voce di Alec si stava abbassando sempre di più e Magnus fu costretto ad avvicinarsi.

<<E questa paura ce l'hai ancora?>>

Magnus si accorse di avergli sussurrato quella domanda all'orecchio solo vedendo il leggero tremore delle spalle di Alec.

<<Penso che sparirà solamente una volta che rivedrò la mia famiglia a New York>>

Magnus era tutto orecchi e non staccava gli occhi dal viso di Alec che si era voltato a guardarlo.

<<Io ho paura che il tempo possa cancellare il senso di appartenenza che mi sono costruito con gli anni a New York. Temo di perdere ogni contatto con un posto che considero casa mia>>

La presa sul polso di Magnus era delicata ma anche rassicurante... Anche gli occhi di Alec sembrano non volerlo mollare.

<<Vedila così. La mia famiglia è l'ancora che mi tiene a New York. Se mi dovessi perdere una volta tornato, voglio pensare che loro saranno il mio punto fisso nonostante siano cambiati con gli anni>>

Magnus non sapeva cosa aggiungere e sfiorare la sua fronte con quella di Alec non lo aiutava molto a concentrarsi. Convinto di non avere bruciato la distanza tra loro da solo, si buttò sulle labbra di Alec prima che quell'eccesso di coraggio svanisse. Se nell'attimo prima di baciarlo sembrò che Alec si volesse allontanare, nel momento in cui le loro labbra entrarono in contatto approfondì il contatto senza remore. Alec parve dissetarsi sulle labbra di Magnus, che era in preda di un calore che gli attraversava tutto il corpo. Tirò Alec più stretto a sé facendo entrare la lingua. Il ragazzo l'accolse freneticamente e il calore che Magnus sentiva sembrò trasformarsi e richiedere altro da quel corpo che lo stava mettendo in subbuglio. Sentendosi incoraggiato, passò la mano sotto la maglietta di Alec fino a toccargli la pelle. Solo per pochi secondi i polpastrelli poterono sfiorare il suo fianco, quando Alec si allontanò spezzando il bacio.

<<Non posso adesso>>

Magnus aveva il fiatone e il cuore gli batteva all'impazzata. Si maledisse per essere stato così incauto e cercò di modulare il respiro per non sembrare un adolescente in calore.

<<Scusa, non volevo forzare la mano>>

Alec scosse la testa.

<<Non sei te. Ho pregato che tu lo facessi... ma adesso per me è impossibile>>

Sollevato che anche per Alec quello che era appena successo non era stato un errore, gli prese il polso e lo accarezzò con il pollice.

<<Se intendi che non puoi farlo sul posto di lavoro, possiamo trovare un posto...>>

Alec gli prese la mano tra le sue e un brivido percorse la schiena di Magnus.

<<Del posto di lavoro non me ne potrebbe importare di meno. Il problema è la... mia situazione>>

Magnus non riusciva a capire. Non credeva che gli stesse rifilando una scusa, altrimenti non lo avrebbe baciato con quel trasporto.

<<Magnus, tu mi piaci. Parecchio. Ma non me la sento di iniziare niente. Ho finito da poco la mia terapia e non me la sento di legarmi sentimentalmente a una persona. Non so che tipo di relazione volevi te, ma io ho paura che se stringo un rapporto troppo... significativo qui, una volta che uscirò fuori, sarà più difficile riadattarmi. Partirei già con una delusione che potrebbe portarmi a una ricaduta>>

Le parole morirono sulla bocca di Magnus. Si sentì stupido perché avrebbe dovuto pensarci, ma era troppo impegnato sulle sue fantasie per pensare ad altro.

<<Alec, mi dispiace. Io non avevo idea..>>

Alec mollò la presa dalla sua mano e tutto il calore che a Magnus era salito in quei ultimi minuti sparì come era arrivato.

<<Non ti devi scusare. Io ti ho dato un'idea sbagliata perché volevo spendere del tempo con te. E mi dispiace. È stato egoista. Onestamente, non mi aspettavo minimamente che sarebbe finita così, né che tu provassi attrazione per me>>

Magnus lo raggiunse sulla balaustra.

<<Non sono arrabbiato. Al contrario di quello che pensi, sei abbastanza interessante da attrarre anche me>>

Alec rise, ma Magnus percepì che era una risata più amara rispetto a quella di dieci minuti prima.

<<Se non ti dispiace, vorrei tornare a casa>>

Magnus annuì alla richiesta di Alec e in cuor suo sperò di non aver rovinato tutto quello che avevano creato in quei mesi. 

E Fuori c'è Troppa LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora