Capitolo 27

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Il sole stava già tramontando quando Magnus rientrò nella sua casetta. Provava emozioni contrastanti perché da un lato voleva vedere Alec, ma dall'altro si vergognava anche solo di volerlo dopo la conversazione che avevano avuto. Ci aveva pensato tutto il giorno, ancor prima del pomeriggio passato con Richard. Magnus faticava ad ammetterlo a se stesso, ma se loro due si fossero incontrati fuori dalla Norvegia avrebbero rischiato di diventare buoni amici. Dall'esterno potevano apparire come due mondi destinati a non incontrarsi, ma entrambi avevano condiviso le stesse difficoltà nella vita. Richard aveva visto a malapena i suoi genitori da piccolo perché entrambi lavoravano tanto e gli era stato impossibile da ragazzo fuggire da un quartiere degradato dove alcolismo e criminalità dominavano le strade. Anche Magnus era fuggito da una situazione di povertà e nonostante una volta divenuto adulto aveva potuto permettersi un attico a New York, il suo orientamento sessuale e la sua eccentricità nel vestire e nel porsi erano molto spesso stati motivo di limitazione. Non di certo per lui, ma per molte persone con cui aveva stabilito un legame amoroso. Molti uomini e donne con cui era stato lo avevano incolpato di ostentare troppo e di attirare gli sguardi ostili degli sconosciuti quando uscivano, ma lui in linea con quello che era non si era mai mosso di un centimetro. E aveva perso molte persone. Questo era un prezzo che era sempre stato disposto a pagare pur di non perdere la sua libertà. Richard non aveva avuto la fortuna di potersi riscattare e non si era neanche laureato. In così poco tempo si erano detti così tante cose. E Magnus aveva provato così tante emozioni diverse. Sospetto, scetticismo, curiosità, dispiacere e senso di colpa. L'ultima sembrava non voler abbandonare il suo corpo. Richard non gli aveva raccontato del perché si era macchiato di una colpa così grande, ma date le circostanze in cui era cresciuto si chiese se con quei pochi mezzi che aveva avuto, l'uomo avrebbe ottenuto gli stessi risultati di Magnus. In molti gli avevano detto che era strano che non avesse seguito le orme di suo padre. In molti casi, i figli di drogati iniziavano a spacciare e a consumare quanto e come i genitori. Tuttavia, Magnus aveva visto per anni gli effetti delle droghe su suo padre e questo aveva fatto innescare in lui il disgusto per qualsiasi cosa rendesse un uomo ancora più cattivo di come fosse in realtà. Forse era stato proprio suo padre il motivo per cui non si era ridotto come lui. Per anni Magnus aveva abbandonato quella domanda e, invece, quel giorno era tornato a rimuginarci su. Era talmente perso nei suoi pensieri che non si era accorto che Alec stava lavando i piatti in cucina. Ritenne impossibile che il ragazzo non lo avesse visto fissare il vuoto seduto sulla poltrona del salone, quindi doveva essere ancora risentito per quello che aveva detto. Stava per salutarlo quando lo vide chiudere l'acqua e appoggiarsi sullo stipite della porta.

< < Scusa se non ti ho salutato. Ti avevo visto perso nei tuoi pensieri e ho pensato: "Lasciamolo pensare" > >

Magnus provò a simulare una risata, ma non potette ignorare il tono di disappunto che aveva sentito nella voce di Alec.

< < Hai fatto bene. A quanto pare pensare non fa parte delle mie abitudini > >

Magnus odiò il modo in cui il suo cuore si rasserenò quando vide il sorriso di Alec illuminato dalla luce.

< < Nah. Io sostituirei pensare con riflettere. Si addice di più alla situazione > >

< < Perché? > >

Alec si avvicinò e si sedette sul bordo del divano.

< < Perché non sei stupido. Devi solo rifletterti sugli altri. Per poi giudicarli. Se è il caso di farlo > >

Magnus non seppe cosa aggiungere e lasciò il silenzio invadere la stanza, sicuro che con Alec l'effetto non sarebbe stato imbarazzante. Infatti non lo fu, ma sentì Alec studiargli il volto e sperò che la stanza non fosse così illuminata da non nascondere il suo rossore.

< < C'è altro che vuoi dirmi > >

Non era una domanda e Magnus si abbandonò a quella richiesta così elementare.

< < Hai detto che non mi hai detto tutto delle tua vita. Ti riferivi al motivo per cui hai iniziato a drogarti? > >

Alec sorrise, ma non mostrò il sorriso a cui era abituato Magnus. Questo era finto, quasi sfacciato.

< < In parte ci puoi arrivare, ma non puoi sapere tutto. Ho fatto cose che il me stesso di quando avevo 15 anni non mi avrebbe mai creduto capace di farle > >

< < Mi dispiace se con le mie esternazioni ti sei sentito giudicato > >

Alec alzò le spalle.

< < Non sei il primo e non sarai neanche l'ultimo > >

< < Non volevo proprio essere nella lista > >

Ritornò il sorriso sfacciato a cui Magnus non era abituato. Era quella una parte di Alec che non aveva ancora visto?

< < è diverso il giudizio quando una persona la conosci. Si è più disposti a comprendere un errore che di solito si è pronti a condannare quando lo commettono gli altri. I tuoi nemici, persone che odi > >

Magnus sentiva i battiti del suo cuore pulsargli nelle orecchie per il nervosismo.

< < Cosa vuoi dire con questo? È ovvio che se un mio amico commette un errore, sarei pronto a sostenerlo. Come è vero che non si può lasciar passare tutto > >

Alec annuì.

< < Ci sono crimini più imperdonabili di altri, ma la maggior parte dei criminali rimane vittima di un sistema che vuole che loro ripetano lo stesso crimine una volta usciti > >

Alec sembrò valutare se continuare a parlare o a fermarsi.

< < Io sono uscito da molte stazioni di polizia. Molti poliziotti disposti ad alzare le mani sopra un diciasettenne beccato mentre si droga, ma pochi disposti a fare in modo che quel diciasettenne non ritorni più lì. Per non parlare delle guardie carcerarie che ti guardano neanche avessi la lebbra e che approfittano di una tua mossa falsa che loro chiamano incauta per usare i manganelli > >

Magnus non riuscì a muovere un muscolo. Avrebbe dovuto dirgli che gli dispiaceva, ma la bocca era anestetizzata dallo shock.

< < Non mi lamenterò più di Luke > >

Alec rise e il cuore di Magnus si alleggerì per un momento.

< < Luke si ruba i cornetti mentre bevi il latte a colazione. È il peggiore di tutti > > 

E Fuori c'è Troppa LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora