Capitolo 5

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<<Magnus, sono Luke. È ora di alzarsi>>

Appena aperti gli occhi, le immagini gli apparirono offuscate. I suoi occhi erano ancora impastati dal sonno e gli ci vollero dieci secondi interi per capire dove si trovasse. Per la precisione, gli ci volle anche un minuto intero per convincersi a scendere dal letto. Tuttavia, date le circostanze suppose che Luke non si sarebbe arreso tanto facilmente, quindi aprì la sua borsa con i vestiti dentro e si vestì. Dopo quelli che sembrarono a Magnus dieci minuti, aprì la porta per uscire. Luke era lì con una giacca nera ma con lo stesso badge attaccato. Diversamente dal giorno prima, lo guardava torvo. Che bellissimo risveglio.

<<Magnus, mettiamo in chiaro una cosa. Per oggi ti ho svegliato io, ma alle sette e mezza precise ti voglio vedere ogni giorno pronto davanti la porta di camera tua>>

Magnus strabuzzò gli occhi. Non poteva dire sul serio.

<<Perché? Che ore sono adesso?>>

<<Le sette e quaranta. E dobbiamo anche ritirare il programma che dovrai svolgere. Quindi sbrighiamoci, se no perdiamo la colazione. Anzi perdi>>

Da come si era posto ieri, Magnus non aveva immaginato che Luke fosse così autoritario. Lo seguì silente, ma si mantenne dietro un metro di distanza da lui. Non voleva avere altre sorprese sebbene per quel giorno si doveva preparare mentalmente per affrontarne diverse. Al piano terra della sua abitazione non c'era nessuno e tutto era silenzioso. Cercò di non essere troppo sollevato per l'assenza di Alec. Gli doveva delle scuse e non era dell'umore per mostrare la sua gratitudine come si deve. Forse se si fossero visti tra dieci giorni, sarebbe riuscito ad ambientarsi e (con molta fortuna) ad essere abbastanza sereno da parlarci.

<<Dove sono tutti?>>

<<In mensa. Che ci chiuderà le porte in faccia se non ci sbrighiamo>>

Dovevano avere del cibo veramente buono per far mettere tutta questa fretta a Luke. Quando uscirono, Magnus fu costretto ad aumentare il passo per stargli dietro. Sperò veramente che il cibo della mensa valesse la pena di quella corsa che era un attentato alla sua salute. Nonostante avesse voglia di strapazzarsi a terra e dormire, fu rapito dal paesaggio mattutino. L'erba non aveva ancora assunto il suo verde accesso per via del lieve buio, ma l'effetto che dava la luce a tutto ciò che illuminava era pittoresco e accogliente. L'aria era fredda e risvegliò Magnus dal suo sonno. Stavano camminando su uno dei numerosi sentieri e Luke non sembrò nemmeno prendere in considerazione l'idea di tagliare strada uscendo da quel tracciato. Forse in quel posto l'erba era sacra e non doveva essere calpestata. Finalmente, Luke sembrò dirigersi verso un edificio in legno un po' più grande delle altri e poco decorata rispetto alle abitazioni. Sembrava anonimo e inospitale a differenza del rifugio che l'ospitava. Luke fece segno di seguirlo dentro ed entrarono. La segreteria era proprio davanti l'entrata armata di una vetrata che li separava dall'esterno. Luke prese delicatamente il braccio di Magnus e indicò il suo volto a una signora anziana che lavorava dentro.

<<Ehi, Irene. Questo gentiluomo è arrivato ieri. Hai il suo programma? Abbiamo una certa fretta>>

<<I cornetti non spariscono a mensa, Lucian. Sanno come diventi se non te ne lasciando due>>

Luke fece una scrollata di spalle. Bello sapere che l'umore della tua guardia dipendeva dalla presenza dei cornetti a mensa.

<<Non si può mai sapere. Poi Magnus deve mangiare>>

Come se si fosse accorta solo in quel momento della sua presenza, Irene si alzò dalla sua sedia e si sistemò gli occhiali sul naso per guardare meglio Magnus. Appena il suo sguardò sembrò metterlo a fuoco, gli comparì un sorriso sul volto.

<<Ma che bel ragazzo! Non capita tutti i giorni di vedere un uomo asiatico così affascinante da queste parti. E che portamento! Delizioso. Probabilmente, ho appena sfogliato il suo fascicolo qui per sistemare il suo programma. Vediamo un po'..... eccolo qui!>>

Allungò il braccio con in mano un foglio plasticato. Luke lo prese e lo passò Magnus. Irene gli sorrise e Magnus sentì che voleva aggiungere qualcosa.

<<Nel caso te lo perdessi, fai un fischio a Luke e chiedigli di portarti qui per richiederne un altro>>

Luke aveva un'aria offesa.

<<Un fischio? Cosa sono? Un cane?>>

Irene ritornò a guardarlo con un misto di finta serietà e ironia negli occhi.

<<Sei sicuramente fedele come loro, ma anche brontolone come un cane>>

In un altro contesto, Magnus avrebbe trovato addirittura simpatico quel teatrino. Tuttavia, quella conversazione stava avendo luogo in una segreteria che si occupava di un sistema carcerario e per di più davanti a un detenuto. Luke salutò Irene, che rivolse a Magnus un sorriso caloroso da nonna affettuosa.

<<Torna a trovarmi signor Bane>>

<<Se glielo consentirò>>

A quella aggiunta di Luke si misero entrambi a ridere e fu difficile per Magnus convincersi di essere sveglio. Una conversazione del genere poteva avvenire solamente nei suoi sogni più bizzarri. Questa volta, Luke si mantenne al suo passo e aveva la stessa espressione allegra della notte prima.

<<Piaci molto a Irene. Ed è un bene. Nel caso ti servisse un favore, lei è la persona giusta per chiederlo>>

<<Ma lei sa perché sono qui?>>

Luke gli rivolse un' occhiata.

<<Quei fascicoli contengono dati di ogni detenuto di questo carcere. Quindi, suppongo proprio di sì. Quando avrà letto il tuo fascicolo, le sarà caduto l'occhio>>

Magnus indicò verso l'edificio da cui erano usciti.

<<E questa è la sua reazione davanti a un criminale?>>

Luke lo scrutò attentamente e Magnus fece di tutto per non lasciar sfuggire troppo le sue emozioni.

<<Magnus, mi rendo conto che per te questo sia difficile da.... Accettare, ma probabilmente non sei mai stato in un carcere.. come lo intendi tu. Io ho lavorato in uno di quelli come guardia carceraria e la tensione che c'era in quei posti si poteva percepire appena varcavi la soglia. Qui ogni detenuto ha una sua privacy, una guardia che lo tratta decentemente e tre a pasti al giorni come pretende il buon Dio. Pasti che mi perderò se mi farai perdere altro tempo>>

Si mise in cammino con la stessa foga di quella mattina, ma Magnus non voleva far cadere il discorso.

<<Ok. Capisco il concetto della privacy e dell'importanza di pasti decenti e della dignità umana, ma non riesco a capire perché un detenuto, che ha infranto la legge anche a discapito degli altri, debba avere questi privilegi>>

Luke si voltò verso di lui, ma non rallentò l'andatura.

<<Io non ritengo che quelli che stai avendo siano privilegi. Hai uno spazio tutto tuo e, non per vantarmi, una compagnia fantastica. E per oggi, una buona colazione. Il resto te lo devi guadagnare con il duro lavoro, come fanno tutti qui. Perciò, dammi il tempo per dedicarmi ai miei cornetti e ti spiegherò il tuo programma. Se ci sbrighiamo, arriviamo cinque minuti prima della chiusura della cucina>>

Magnus non sapeva se preoccuparsi di più da "duro lavoro" di cui parlava Luke, o dal fatto che ogni mattina il suo fato sarebbe dipeso da dei cornetti. 

E Fuori c'è Troppa LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora