Capitolo 18

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Prima di dormire Magnus evitava di pensare al motivo per cui era andato a finire in Norvegia. Si era sempre sentito giustificato per quello che aveva fatto, ma anche stupido per essersi fatto catturare senza essere riuscito a cambiare niente. Tuttavia, da due mesi, i suoi pensieri si vertevano su altro. Non sapeva se inconsciamente la sua mente avesse registrato quella informazione e avesse calmato l'intero suo organismo costringendolo ad accettare questa nuova situazione. L'unica cosa che riusciva a pensare era che si sentiva tremendamente solo e avrebbe dato qualsiasi cosa per un po' di calore. Magnus non era mai stato un tipo da sesso senza sentimenti ed era molto selettivo sui suoi e sulle sue partner nonostante avesse avuto molte relazioni amorose. Da mesi si sentiva solo e miserabile e una persona in particolare riusciva a lenire i suoi pensieri negativi solamente standogli accanto. E non era solo quello. Varie volte si era fermato a fare colazione in cucina con Alec e ogni volta gli sembrava strano constatare come fosse facile per lui parlarci. Alec non era espansivo, ma comunque emetteva delle ondate di energia che Magnus quasi faceva fatica ad accogliere. Era sopraffatto ogni volta che rideva a una sua battuta e non era abituato all'autenticità del suo sorriso, che nascondeva tanta sofferenza dietro. Sebbene Alec tentasse in ogni modo di non invadere il suo spazio personale, più Magnus lo conosceva più voleva che lo facesse. Per questo il lavoro al casale stava diventando sempre più... intenso. L'avvicinamento fisico era inevitabile e rendeva Magnus sempre molto...euforico. Alec lo stava aiutando a prendersi cura dei cavalli e osservava ogni minima mossa per poi correggerlo avvicinandosi. Era difficile trattenersi nell'avvicinarsi a sua volta. Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal bussare e Magnus sapeva che dall'altra parte c'era il protagonista dei suoi sogni.

<<Magnus, è ora di uscire>>

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<<Ok. Una volta ripassata l'acqua per levare i rimasugli dello shampoo, passa la spazzola>>

Quella volta non erano rimasti dentro la stalla. Ginko, un nuovo cavallo arrivato la settimana scorsa, era molto nervoso. Alec riteneva che fosse ancora scosso dal brusco cambiamento d'ambiente. Quel giorno doveva essere lavato e Alec aveva approfittato dell'occasione per occuparsi insieme a Magnus dell'igiene dei cavalli. Stava pettinando la criniera scura dello stallone nella speranza di non irritarlo ulteriormente mano a mano che gli sbrogliava i nodi. Da come lo accarezzava sicuro sullo stomaco, Alec non sembrava condividere gli stessi dubbi e remore di Magnus.

<<Vedo che hai la situazione sotto controllo. Vado a prendere dalla stalla il cestello dei pettini, così ripassiamo i passaggi per pettinargli anche il dorso>>

Mentre vide Alec allontanarsi Magnus si avvicinò all'orecchio dell'animale continuando a spazzolarlo.

<<Capisco che il tuo arrivo qui sia stato molto difficile. Dico davvero. Ma se glielo lascerai fare Alec ti renderà la vita più facile come già lo sta facendo con me>>
Ginko gli sembrò indifferente a quelle raccomandazioni. Tuttavia, la sua indifferenza lo incoraggiò a continuare.

<<In più, se stai calmo e mi farai fare una bella figura, ti darò degli zuccherini extra>>

Ginko scalciò con la zampa inferiore e Magnus dedusse che anche se era nuovo in città doveva aver già sentito da qualche parte la parola "zuccherino". Intanto, i passi di Alec si stavano avvicinando e Magnus sperò vivamente che la proprietà lessicale di Ginko si estendesse anche ad altre parole.

<<Okay Magnus. Pettina la criniera finchè non si asciuga. Il calore estivo dovrebbe fare il suo corso. Io intanto gli striglio il dorso>>
Alec prese una spatola e iniziò a muoverla sul collo di Ginko.

<< Ricorda di strofinala con movimenti brevi e rapidi per eliminare lo sporco e i peli morti. Comincia dal collo e poi prosegui verso la coda. Non avere paura di fargli male. Ti crea problemi se lui sa che hai timore di lui. Potrebbe non fidarsi di te>>

Magnus conosceva ogni parola delle indicazioni che gli stava dando Alec, ma lui le riavrebbe ribevute tutte dalla prima all'ultima se gliele continuava a sussurrare all'orecchio in quel modo. Il tono basso della sua voce gli si piantava dritto nell'orecchio che registrava ogni singola vibrazione. Oltre che ad accogliere il suo fiato sulla pelle, Magnus ne approfittò per anelare silenziosamente il suo profumo. Muschio. Gli si addiceva perfettamente. Nonostante pensasse di prendere fuoco per tutto il calore che stava emanando in quel momento, Magnus iniziò a sentire del tepore che non proveniva dal suo corpo.

<<Ogni tanto digli qualche parola. Giusto per trasmettergli serenità. Con lui in particolare mi sembra che avete molto in comune>>

Con Alec ancora più vicino Magnus riuscì solo a bisbigliare un "gliel'ho già accennato" provocando una risata sommessa di Alec che si distanziò rompendo il momento incantato di Magnus.

<<Prima che rimettiamo Ginko nella sua stalla, avevo una proposta da farti questo weekend. Che ne dici di un giro in barca?>> 

E Fuori c'è Troppa LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora