Capitolo 26

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Il sole picchiava forte e da dentro la serra il caldo sembrava ancora più afoso. Buttò un occhio verso l'uomo con cui aveva parlato due settimane prima. Erano passati quattordici giorni e più passava il tempo più faticava a seguire il consiglio di Alec. D'altro canto, anche l'uomo aveva preso le distanze da lui e, poiché Magnus non era stato in grado di dissimulare il suo disagio in sua presenza, capiva anche il perché. In quel momento si trovavano rispettivamente dalla parte opposta della serra e questo dava la possibilità a Magnus di copiare ogni suo movimento. La professoressa si era persino complimentata con lui dopo la lezione della prima settimana. Magnus si chiese se si sarebbe mai accorta che stava coltivando la stessa tipologia di piante di un altro suo alunno. Durante la lezione, gli era stato chiesto di piantare una pianta di rosmarino dentro diversi vasi. L'uomo aveva rotto l'impianto radicale e aveva messo le radici in diversi vasi.

< < Deve mettere più argilla sotto il vaso Magnus. Poi il concime > >

Magnus annuì ed eseguì le indicazioni che gli aveva dato la professoressa. Da lontano gli era sfuggita la quantità di argilla da mettere nel vaso. Aggiunse il terriccio in cima e annaffiò le varie piante di rosmarino. Mentre usciva dalla serra pensò di chiedere ad Alec come farle sopravvivere fino al prossimo inverno, quando si ritrovò a faccia a faccia con l'uomo e la sua cicatrice. Magnus si chiese se negli ultimi giorni fosse regredita ancora più a fondo. L'uomo fece per allontanarsi, scusandosi a bassa voce. Magnus fu infastidito dal suo stesso sentirsi in colpa.

< < Non è colpa sua. Sono io che non guardo dove cammino > >

L'uomo lo guardò e Magnus si chiese se in realtà vedesse un manichino con il segnapunti come il gioco delle freccette. Se lui aveva quella percezione, neanche l'uomo con la cicatrice sembrava a suo agio. Dondolava su una gamba e l'altra e non riusciva a guardarlo negli occhi. Sembrava in procinto di girarsi e andarsene. Istintivamente Magnus scavò nella sua mente per cercare un argomento su cui conversare.

< < Le piace il giardinaggio? > >

L'uomo lo guardò come se gli avesse appena chiesto di fare un castello di sabbia insieme e Magnus già si pentì di aver provato ad iniziare una conversazione.

< < Ho visto che ti impegni sempre tanto in queste lezioni. Volevo sapere se n'era appassionato > >

L'uomo lo guardò cauto e si prese almeno tre secondi interi prima di rispondere.

< < Mi piacerebbe trovarmi da vivere facendo il giardiniere. E coltivare un orto in modo da potermi sostentare in parte da solo > >

Magnus cercò di non pensare a quanto fosse paradossale che un uomo che aveva spento una vita avesse il desiderio di piantare un orto. Cercò di tirare un sorriso, ma temette che doveva risultare forzato.

< < Io più ci provo più mi confondo con le diverse tipologie di piante > >

Inaspettatamente l'uomo sorrise e la cicatrice sembrò sorridere insieme a lui rendendo il cambiamento di espressione più inquietante.

< < Per questo mi hai copiato? > >

Magnus temette di aver sentito male, ma le risate dell'uomo lo convinsero che doveva aver capito bene.

< < Non è un problema. Marguerite se ne sarà già accorta, ma chiude sempre un occhio su queste cose > >

Magnus rise insieme a lui e dovette ammettere che quella informazione lo sollevò. L'uomo indicò la serra.

< < Non penso quindi che avrai intenzione di continuare. Magari con il tempo le cose andranno meglio > >

Magnus scosse la testa.

< < Non credo avverrà. Per adesso sono andato avanti grazie ai consigli del mio coinquilino e a te. Copio ma non imparo > >

L'uomo rise ancora e improvvisamente Magnus si chiese quanti anni potesse avere.

< < Sai, non credo di ricordare il tuo nome > >

Il sorriso dell'uomo non si scalfì e Magnus si augurò che fosse perché neanche lui si ricordava il suo. Tese la mano non distogliendo gli occhi da lui.

< < Penso che non ci abbiano mai presentati. Io mi chiamo Richard > > 

E Fuori c'è Troppa LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora